Cavallino. Dalle distruzioni alla conservazione del Patrimonio Archeologico

di Francesco D’Andria

Propongo alla vostra attenzione un articolo, pubblicato nel numero 50 de “Il Corsivo”, il 15 maggio 1996; a quella denuncia delle distruzioni seguirono, negli anni successivi, interventi meritori, da parte delle Istituzioni, che portarono alla creazione del Museo Diffuso di Cavallino. Prima l’acquisizione, su richiesta di chi scrive, di alcuni ettari dell’area archeologica da parte dell’Università, grazie all’Accordo di Programma con l’Amministrazione Provinciale di Lecce ed alla lungimiranza del Rettore Angelo Rizzo. Quindi l’intervento decisivo del Comune di Cavallino, guidato dalla visione dell’on.le Gaetano Gorgoni, per la creazione del Museo Diffuso, grazie ai Bandi Regionali ed al sostegno del Presidente Raffaele Fitto.

Oggi non è possibile registrare, nella tutela e valorizzazione dei Beni Archeologici, la stessa energia di quegli anni. Il mio intervento vuole richiamare l’attenzione sulla necessità di una nuova politica della tutela che rilanci non solo il Museo Diffuso di Cavallino ma anche le altre realtà archeologiche del Salento, con interventi di acquisizione di aree di particolare rilevanza in siti come Alezio, Montesardo, Castro, Rudiae, Valesio, Vaste, tanto per citarne alcuni.

Francesco D’Andria

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