di Antonio Errico
Non si può essere campioni per tutta la vita. E’ una legge che vale per ogni arte, per ogni mestiere. Si è campioni per un tempo che dura molto poco. Così poco che uno nemmeno se ne accorge. Chi pensa che il tempo in cui si è campioni possa durare per sempre è un ingenuo, un illuso. Chi pensa di poter restare sempre in alto, al centro, è uno piccolo piccolo, che ignora come va il mondo, come va la vita, che ignora che le stagioni sono più di una, che c’è la primavera e c’è l’estate, ma poi viene l’autunno e poi viene l’inverno. Un campione non si vede quando è primavera; si capisce se è un campione vero quando si fa inverno. Si capisce dalla sua malinconia serena, dalla matura consapevolezza, dall’equilibrio delle considerazioni. Un grande campione sa bene che in qualsiasi storia c’è un principio e una fine. Un grande campione non si prepara che a questo, in fondo: si prepara a finire qualcosa e, se il cielo vuole, a cominciarne un’altra.
Paolo Conte ha ottantacinque anni, ed è un grande campione. Qualche giorno fa in un’intervista al “Messaggero” ha detto che non ha più tanta voglia di musica, che ha lavorato tanto, troppo, e quando è così senti che il serbatoio si esaurisce. Provi a scrivere ma non viene fuori nulla. Però gli resta la passione per la pittura.
Paolo Conte ha ottantacinque anni, ed è un grande artista.