La poesia di un pittore: Ennio Marzano

di  Antonio Lucio Giannone

In alcuni periodi della sua vita Ennio Marzano (Lecce, 1904 – Bari, 1984) ha affiancato all’attività di pittore quella di poeta, giungendo a pubblicare due raccolte di versi e precisamente: Due momenti di poesia, con una Prefazione di Aldo Vallone (Galatina, Editrice Salentina, 1974), e Il ponte, con Introduzione di Donato Valli (Bari, Edizione a cura dell’Associazione Culturale «Amici del Salento», 1978). Il primo libro comprende trentadue poesie, tredici delle quali composte negli anni 1942-‘43 e diciannove tra il 1972 e il ‘73. Il secondo raccoglie invece trenta liriche risalenti al periodo 1975-‘77. Otto composizioni, manoscritte e dattiloscritte, tra le quali una in dialetto napoletano e una in dialetto leccese, sono state ritrovate tra le carte dell’artista, ma non è improbabile che egli ne abbia scritte numerose altre andate  perdute.  

Diciamo subito che la poesia di Marzano non ha eccessive pretese d’ordine letterario, non è cioè il risultato di una approfondita ricerca sul piano dei contenuti e su quello tecnico-formale, ma vuole essere soprattutto una maniera di esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni in maniera diretta e immediata. Le sue composizioni sono  infatti una sorta di «appunti in versi», stesi in uno stile semplice e lineare, nei quali l’autore riflette sulla propria condizione di uomo e di artista, nonché su alcuni momenti e aspetti della società italiana del suo tempo. Anche per questo è difficile individuare rapporti e analogie con altri poeti contemporanei, mentre sono numerosi, come vedremo, i punti di contatto con la produzione pittorica di Marzano, dal momento che in alcuni versi è possibile rinvenire temi e immagini presenti anche nei suoi dipinti.

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