Mi sono divertito moltissimo a torturare gli sceneggiatori, proponendo l’inserimento di argomenti come la neve marina (scoperta da Pippo che, quando la vede, dice yuk), il fitoplancton e i coralli. Gli illustratori (di una bravura indescrivibile) avevano disegnato un calamaro gigante con un numero ridotto di braccia. Sono decapodi, dicevo, e i decapodi hanno dieci appendici: otto braccia come quelle dei polpi (che sono ottopodi) più due lunghi tentacoli. Ma non possiamo metterne così tante… mi dicevano. Alla fine hanno ceduto, e il calamaro gigante è zoologicamente corretto. Topolino e Pippo vedono un serpente marino, enorme: nelle spiegazioni di complemento si rivela che si tratta di pirosomi. Non sto a dire qui cosa siano, lo troverete nel libro. Gambadilegno e Plotty hanno un sottomarino con cui cercano di sfruttare i campi polimetallici sottomarini, e hanno anche contribuito a devastare i fondali con montagne di spazzatura. Cercando di contrastarli, i nostri eroi trovano un mondo perduto, popolato da fossili viventi. Ogni tavola è ricca di informazioni che, ne sono certo, appassioneranno i bambini, e anche gli adulti che hanno mantenuto un po’ della curiosità per la natura che avevano quando erano bambini.
Nella storia sulla balena nera, un capodoglio, si entra anche in un museo, dove c’è un capodoglio imbalsamato che, sotto, ha un cartellino con il nome scientifico: Physeter macrocephalus. Solo che nella vignetta il nome della specie è maiuscolo: Physeter Macrocephalus. Gli zoologi si rotolano per terra se vedono i nomi scientifici delle specie scritti in modo scorretto!!! Bisogna togliere quella maiuscola. Ma non possiamo, questa è una storia classica! Sarà classica, ma è sbagliata! Sulla copertina c’è il logo dei 150 anni della Stazione Zoologica, non ci possono essere questi errori! L’hanno corretto! Durante la presentazione del volume, al Museo Darwin Dohrn di Napoli, Veronica di Lisio, il direttore editoriale di Giunti che ha coordinato l’impresa assieme a Valentina De Poli, ha raccontato che hanno dovuto rifare tutta la tavola per accontentare quel matto del “professore”.
Un ultimo vanto: ho anche cambiato il finale della storia! Per mesi ci siamo scambiati messaggi, con gli stati di avanzamento del lavoro e, se mi capitava di trovare cose che non andavano, scrivevo messaggi lunghissimi, pieni di immagini, per spiegare le mie “correzioni”. Aver a che fare con persone che capiscono e che modificano le proprie convinzioni non capita tutti i giorni. Mi è capitato per diversi mesi. Alla presentazione di Generazione Oceano il presidente della Stazione Zoologica, Roberto Danovaro, ha spiegato la logica che lo ha spinto a promuovere questa iniziativa, proposta dal vulcanico Max Mizzau Perczel: i bambini sono gli adulti di domani e devono iniziare subito a veder confermato il loro amore per la natura, per conservarlo anche da grandi. Per loro la Stazione Zoologica ha un Acquario storico, il Centro Recupero Tartarughe di Portici e il Museo Darwin Dohrn. I bambini possono convincere gli adulti molto più di quanto possiamo fare noi “scienziati”! Assecondare questo sentimento, che Edward Wilson chiamò “biofilia”, è una delle nostre missioni, altrettanto importante quanto diminuire, con la ricerca scientifica, l’enorme ignoranza che ancora pervade il nostro approccio con i mari e l’oceano.
E ora devo cambiare il curriculum e inserire questa collaborazione con Topolino.
[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 16 giugno 2022]