Milioni di specie non hanno neppure un nome, e di molte di quelle che lo hanno sappiamo ben poco: non conosciamo i cicli biologici, e spesso neppure la posizione nelle reti alimentari (chi mangia chi), figuriamoci se possiamo sapere se qualcuna di queste è estinta o in via di estinzione. L’assenza della lista delle specie estinte (e anche della lista del milione di specie che si estingueranno) non significa che la biodiversità non corre pericoli, significa che non ne sappiamo quasi niente. Facciamo stime, simulazioni, per coprire con qualche algoritmo l’assenza di conoscenza di fatti reali. Quali e quante sono le specie che vivono sul pianeta? Che ruoli giocano nel far funzionare gli ecosistemi da cui dipendiamo per la nostra vita?
Non lo sappiamo.
Però vogliamo fare la transizione ecologica, per non compromettere l’integrità del capitale naturale. Bel proposito. Ma per attuare serie politiche di gestione delle nostre attività in modo da ottenere un cambiamento di rotta che ci introduca in un’era di sostenibilità dobbiamo sapere con che realtà abbiamo a che fare. E a questo punto ripeto: non lo sappiamo.
Però celebriamo la giornata. Il decennio delle Nazioni Unite 2021-2030 è dedicato agli oceani e al restauro degli ecosistemi. Bene. Il decennio precedente è stato dedicato alla biodiversità. Ve ne siete accorti? Siamo riusciti a ignorare la biodiversità per dieci anni di fila, e ora pensiamo di onorarla con un giorno?
Chi ignora la biodiversità e la sua importanza, ovviamente, non sa di che sto parlando e, visto che non lo sa, probabilmente pensa che si tratti di cose irrilevanti che io sollevo solo perché sono uno zoologo. Una qualifica che sollecita ilarità in molti commentatori. Gli zoologi studiano la biodiversità animale, di cui facciamo parte ma, per molti, queste sono cose di poca importanza. In effetti nei programmi scolastici praticamente non ci sono e, se ci sono, hanno spazi di sviluppo che non conferiscono serie competenze sulla struttura e il funzionamento dei sistemi bio-ecologici che ci sostengono. Nelle intenzioni di chi fa i programmi, queste cose non meritano troppo tempo. Il risultato è l’ignoranza quasi totale dei fenomeni che stanno alla base della nostra sopravvivenza. Quisquilie, bazzecole, pinzillacchere… direbbe Totò. In effetti sul sito del Ministero competente la giornata della biodiversità non c’è (https://miur.gov.it/web/guest/giornate-internazionali), mentre la troviamo nell’elenco delle giornate mondiali delle Nazioni Unite (https://unric.org/it/calendario-giornate-internazionali/#). Il 23 maggio, dopo la giornata dedicata alla biodiversità, si celebrerà la giornata internazionale per porre fine alla fistola ostetrica. Il 26 maggio sarà la giornata della luna piena.
[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 22 maggio 2022]