Taccuino di Terra d’Otranto 4. La luce

di Antonio Devicienti

     Lasciato aperto sull’orlo della cisterna un libro. Sbattono i panni stesi al sole ad asciugare da muro a muro della corte. Ete cquài ca lucìsce la coscienza de quiddhu ca ‘a luce ète: mathrice de li cunti.

     Rossa dei fiori d’ibisco l’Estate e del Sole il mulino infocato,

il pesco, il geranio, l’albicocco, vita amore rosso.

     La solennità entrava nel dopopranzo estivo, accostati gli scuri delle finestre e liberàti i letti dalle lenzuola, ovunque presente la Canicola liquore caldissimo: la solennità del sonno e del sogno entrava nella mente, regione sconosciuta finanche a se stessa; – fuori la luce folle trionfatrice implacabile.

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