La guerra totale

1) sanzioni militari: anche se l’intervento diretto è stato escluso per i pericoli di guerra mondiale che esso comporta, sono state decise notevoli forniture di armi da più Stati, e la loro definizione come “armi difensive” non altera la sostanza del coinvolgimento, che si può configurare come cobelligeranza con l’Ucraina; inoltre la loro fornitura è stata graduata progressivamente non secondo l’esigenza di ‘aiutare’ l’Ucraina, ma secondo la finalità di ‘far perdere’ Putin o almeno di costringerlo alla trattativa; 

2) sanzioni economiche: l’esclusione dal sistema Swift di molte banche; l’embargo su molti prodotti; congelamento delle riserve di valuta depositate presso banche estere (con minaccia di sequestro). Quest’ultimo provvedimento è da considerarsi eccezionale giacché è escluso dal diritto internazionale in tempi normali. Inoltre, l’irrogazione delle sanzioni è stata fatta non in base ad una norma precisa, che disciplini in maniera preventiva le misure possibili, ma in modo progressivo (in cinque riprese) con l’obiettivo dichiarato di “mettere in ginocchio” l’economia russa;

3) sanzioni civili: congelamento dei patrimoni posseduti all’estero dai cosiddetti ‘oligarchi’, rei di essere politicamente vicini a Putin, senza peraltro un fondamento politico ufficiale; sanzioni verso i parenti di Putin. A ciò si aggiungano provvedimenti presi contro membri della Duma, “politicamente vicini” a Putin, e minacciati nei confronti del Patriarca Kirill. Anche queste decisioni sono di dubbia legittimità perché anche le rivalse verso i privati sono escluse dal diritto internazionale in tempi normali;

4) sanzioni sportive: gli atleti russi sono stati esclusi da diverse competizioni internazionali. La misura è stata estesa anche ad atleti della Bielorussia, che non è formalmente coinvolta nel conflitto;

5) sanzioni ‘artistiche’: direttori di orchestra ed artisti russi in genere hanno visto annullati contratti o partecipazioni a manifestazioni pubbliche; si è tentato persino di coinvolgere la letteratura (Dostoevskij) in questa caccia alle streghe;

6) sanzioni internazionali: la Russia è stata esclusa dal Consiglio dei diritti umani prima che i crimini di guerra di cui è accusata siano stati giudizialmente accertati.

In definitiva non si sa quali altri strumenti potevano essere usati contro la Russia.

L’adozione di una simile deterrenza, pur in mancanza di norme applicative precise (ad esempio, la titolarità dell’ONU del diritto di applicarle) può essere salutata con soddisfazione rispetto all’intento di salvaguardare la pace come bene essenziale dell’umanità. E si spera che essa sia applicata tassativamente in tutte le occasioni future.

Peccato (per la pace, si intende) che questa applicazione non sia avvenuta in passato, in tutte le guerre di aggressione verificatesi dopo il 1945 (data di entrata in vigore del divieto di guerra sancito dall’ONU) e che hanno visto come protagonista anche gli Stati Uniti: guerre del Vietnam, dell’Iraq e dell’Afghanistan.

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