di Gianluca Virgilio
Strani conti del tempo. In Graham Greene, In viaggio con la zia, in Romanzi II, a cura di Paolo Bertinetti, Mondadori, Milano 2001, p. 905, c’è un personaggio di nome O’Toole, che fa una strana conta: “Non l’ho mai detto a nessuno” disse. “Alla maggior parte delle persone potrà sembrare strano, immagino. La verità è che conto mentalmente i secondi che impiego a orinare e poi me li segno, insieme all’ora. Si rende conto che ogni anno passiamo una giornata intera a pisciare?” Poi il personaggio sciorina i suoi appunti per dimostrare l’assunto. La cosa risulta strana anche a noi, certo, ma se ci si pensa un po’, che cosa significa questa conta se non una riflessione sul corpo individuale, sulle sue funzioni in rapporto al tempo? Il raccontino può dare una risposta alla semplice domanda: di che cosa è fatto, anche, il nostro tempo?
***
Digressione. Scrive Daniello Bartoli, Della vita e dell’Istituto di S. Ignazio fondatore della Compagnia di Gesù, Torino, per Giacinto Marietti, 1825, p. 15, a proposito del suo modus scribendi: “Finalmente, in questa prima opera, io mi farò alcune volte lecito di fare come di sé medesimo S. Gregorio Pontefice disse, a somiglianza de’ fiumi, che ove incontrino alcun basso vuoto a lato delle loro rive, senza arrestare il diritto corso che tengono, si divertono a riempirlo, e passano oltre. Converrammi, dico, ove necessità il richiegga, fare alcuna digressione, senza però tormi di via fuor del suggetto principale che ho per le mani”.
Ottima immagine per descrivere il fluire della scrittura di Bartoli e forse di qualunque scrittura digressiva: un fiume, il cui corso allaga le golene, ma non cessa di seguire la pendenza naturale del terreno. Aveva ragione Giacomo Leopardi di lodare la lingua del padre Bartoli!