di Giuseppe Virgilio
L’opera che racchiude l’ininterrotta meditazione di Croce sul problema della comprensione storica è Teoria e storia della storiografia la cui prima edizione appare nel 1917. Fulcro dell’opera è il principio della contemporaneità della storia, le cui fonti sono il documento e la critica, i due momenti della sintesi storica che stanno entro la storia medesima e non fuori di essa; perciò, secondo Croce, è impossibile una storia universale o enciclopedica, che presupporrebbe il principio della totalità e dell’inquadramento nel tempo.
Abbassata la cronaca al suo ufficio pratico e mnemonico e sollevata la storia alla conoscenza dell’eterno presente, questa si presenta in modo affatto unitario con la filosofia, che è anch’essa il pensiero dell’eterno presente, in quanto il filosofo indirizza gli uomini a trovare nella storia le leggi medesime della storia e della vita.
Questi concetti sono stati adeguatamente assimilati da Gobetti e hanno in lui particolare rilevanza in quanto la sua formazione intellettuale si svolge nella città di Torino dove un editore tedesco, Ermanno Loescher, ha fornito senza dilettantismo giornali storici, repertori d’erudizione e commenti filologici scrupolosissimi, in collaborazione con maestri che hanno costituito la prima generazione della scuola storica, la migliore forse che vi sia stata in Italia, paragonabile a quella degli studiosi della società medievale da Salvemini a Luzzato. Bartoli, D’Ancona, Comparetti, Del Lungo, Villari hanno educato i giovani del primo decennio del secolo per mezzo del “Giornale storico della lettteratura italiana”, a fare un’edizione critica, a leggere i codici, a scegliere le varianti, a lavorare in biblioteca e a orientarsi nella bibliografia.