La sua lunga collaborazione alla “Carrozza” di Ruggero Vantaggiato ha prodotto negli anni centinaia di caricature di personaggi noti e meno noti della Lecce fra il Novecento e il Duemila, un’autentica galleria. Nella vignetta egli esprimeva il suo humour d’artista di tradizione salentina, irriverente ma sornione e compassato. Il che non significa che in lui non ci fosse una militanza civile. C’era, ed era anche insistita. “Io cerco di scuotere l’acqua stagnante delle idee, troppo spesso sempre uguali e «stantie», elevando quanto c’è di più buono e di intimo nelle persone che vivono intensamente la vita e che ne conoscono le asperità, i sacrifici e le rinunce”. Così in una sua “autopresentazione” di qualche anno fa, confluita in un suo libro. Se la rideva a sua volta di quei personaggi di cui faceva le caricature quando essi si sentivano perfino gratificati dalla sua attenzione, perché non c’era caricatura che non contenesse una denuncia, che spesso sfuggiva all’occhio distratto o compiaciuto del diretto interessato. Si piccava Belfiore di vedere quel che altri non vedevano e lo evidenziava nei suoi disegni, mai banali. C’era in lui l’etica del ruolo, la consapevolezza di dover stare da una parte, perché si può anche ridere di tutti, ma non tutti, pur senza manicheismi, stanno dalla parte giusta, vuoi per vocazione, vuoi per condizione. Ecco, questa sua rivendicazione di parte non l’ha mai esibita con iattanza, ma con chiarezza. Era per lui come mettere le “carte in tavola”. E queste sue “carte” erano la libertà e il coraggio di esercitarla.
Ogni tanto Belfiore si fermava, raccoglieva la sua produzione ultima e faceva come i poeti fanno con le loro raccolte di versi, a cui danno un titolo tematico, o come i cantautori fanno con le loro canzoni. Nel 1976 diede alle stampe “Divagazioni: dal 20 dicembre 1975 al 7 gennaio 1976. Sette disegni in cartella”, nel 2003 pubblicò “Salento. Terra e sapori d’autore” in collaborazione di Rossana Scrimieri e Luciano D’Agostinis, nel 2006 “E’ vero è proprio così”, nel 2011 “La saggezza è servita. Il libro degli aforismi illustrati, nel 2017 “Il filo di un sorriso e il «segno» come parola”.
In “Aforisticamente” voleva riprendere quel < filo > di militanza civile e ordirlo in un discorso unitario, dandogli continuità discorsiva e tenuta filosofica. Dieci i temi trattati, cinque tavole e cinque aforismi a mo’ di didascalia per ognuno. Oltre all’amicizia: l’uomo, la donna, l’amore, la politica, le religioni, il coraggio, il lavoro, la speranza. Un filo che li attraversava e univa in un’unica visione della vita all’insegna della saggezza, di quel particolare tipo che non conosce usura del tempo ma che nel tempo trova la sua ininterrotta conferma.
Egli si muoveva nello spazio filosofico di un epicureismo in cui il piacere di vivere si coniuga con la riflessione partecipata e socializzante, come solo la satira sa essere. Con la sua scomparsa il Salento ha perso uno dei suoi interpreti più importanti e originali.