Manco p’a capa 92. Charles Darwin e la teoria dell’evoluzione

di Ferdinando Boero

Nel 1882, 140 anni fa, oggi, moriva Charles Darwin, il più grande scienziato di tutti i tempi, nato nel 1808, quando Lamarck, con il trasformismo enunciato nel suo Trattato di Filosofia Zoologica, scopre l’evoluzione; Darwin, nel 1859, ne spiega il meccanismo “ultimo” ne l’Origine delle Specie: la selezione naturale attraverso la lotta per l’esistenza. Il meccanismo “prossimo”, quello genetico, non lo conosceva e, per questo, il merito va a Mendel. La selezione naturale e la lotta per l’esistenza sono meccanismi ecologici e Darwin, prima di tutto, fonda la teoria dell’ecologia (https://facultyopinions.com/prime/reports/b/7/49/), che lui chiama “l’economia della natura”. In seguito la teoria dell’evoluzione è stata affinata da generazioni di biologi e naturalisti ed è la più solida teoria scientifica attualmente disponibile. Con l’Origine dell’Uomo Darwin fonda la moderna antropologia e risponde alla domanda cosmica: da dove veniamo? Siamo una delle tante specie che abitano il pianeta, alle quali siamo legati da discendenza da un antenato comune: la prima specie, formatasi con l’origine della vita. Nello stesso libro Darwin sviluppa la selezione sessuale e, poi, approfondisce i rapporti tra individui della stessa specie ne l’Espressione delle Emozioni negli Animali e nell’Uomo. Emozioni, sesso… nasce la psicologia. Darwin spiega l’importanza dei lombrichi nel rendere fertile il terreno, e chiarisce l’origine degli atolli. Si interessa di impollinazione e di piante rampicanti, di selezione artificiale. Osserva il mondo attraverso la lente della storia naturale, elabora ipotesi e, quando possibile, conduce esperimenti. Non usa la matematica, le sue teorie non sono esprimibili con formule. Le idee sono elegantemente semplici ma, messe assieme, diventano una costruzione intellettuale che ci collega al resto della natura. Nessuno mai è arrivato a tanto.

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