Gli autori dello studio avvertono che il divario potrebbe ulteriormente aumentare in ragione del fatto che le regole in vigore dal 2020 legano ancora di più la capacità di assumere da parte degli Enti locali alla loro situazione di bilancio. In questo scenario non sorprende che i comuni meridionali abbiano avuto maggiore difficoltà nell’assumere dipendenti con elevata qualifica e dotati di un titolo di studio almeno universitario. Da qui l’allarme di Banca d’Italia in merito al fatto che le competenze disponibili nelle pubbliche amministrazioni meridionali “risultano meno adeguate rispetto al resto del Paese per fronteggiare le sfide poste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Ne segue maggiore difficoltà nella realizzazione delle opere, dal momento che “la scarsa capacità progettuale di molte stazioni appaltanti incide significativamente sui tempi di realizzazione”. Si registra una correlazione positiva fra dotazione di capitale umano negli Enti locali ed efficienza progettuale.
La questione non può non essere nota al Governo che, con il “decreto reclutamento” di metà 2021 ha previsto 24mila assunzioni finalizzate proprio a irrobustire la dotazione di capitale umano nella pubblica amministrazione. Ma la situazione di partenza perpetua gli svantaggi nel Mezzogiorno, come testimoniano le difficoltà incontrate, nel febbraio 2022, a partecipare proficuamente a bandi PNRR per gli asili nido.
Si tratta di un bando da 2.4 miliardi, dove le richieste dal Mezzogiorno, a marzo 2022, sono arrivate appena a metà degli investimenti programmati dal Governo. Oltre a essere un primo fondamentale momento di socializzazione per i bambini, gli asili nido hanno ricadute macroeconomiche positive, dal momento che la loro presenza tende ad associarsi a un aumento dell’occupazione femminile.
Si osservi infine, e non da ultimo, che il Mezzogiorno avrebbe bisogno in via prioritaria di maggiore spesa pubblica finalizzata al sostegno contestuale della domanda interna (da qui, anche maggiori assunzioni nel pubblico impiego) e dell’offerta, attraverso il potenziamento delle imprese innovative già esistenti e di un più incisivo intervento dello Stato nell’ambito dell’innovazione tecnologica.
[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, 31 marzo 2022]