di Guglielmo Forges Davanzati
Nei manuali di Economia si legge che il prezzo dei beni è determinato dall’incontro fra domanda e offerta. Gli studenti, già dal primo anno, sono quindi predisposti a ritenere che qualsiasi intervento esterno al mercato sia distorsivo. In particolare, se lo Stato interviene calmierando i prezzi questo determina un eccesso di offerta degli stessi, che si traduce nel fatto che le imprese non trovano consumatori disposti ad acquistarli. La guerra in Ucraina sta manifestando all’opinione pubblica, e anche ai nostri studenti, che le cose non stanno così.
Il Ministro Cingolani ha parlato di aumenti dei prezzi ingiustificati, di vere e proprie “truffe”. Di cosa si tratta? Ed è possibile far riferimento a truffe nel descrivere il funzionamento di un’economia di mercato? La risposta va cercata nel ruolo dell’intermediazione. Si tratta sostanzialmente di questo. Il prezzo dei beni agricoli venduti e acquistati su scala globale è deciso in alcuni “mercati” nei quali si danno quotazioni degli stessi e nei quali si hanno, come in borsa, attività speculative (si vende quando il prezzo è alto, si acquista quando il prezzo è basso). Questi mercati funzionano anche indipendentemente da ciò che accade nelle economie “reali”, cioè anche indipendentemente da fenomeni di scarsità o eccesso di offerta del prodotto venduto e acquistato. Non ha senso, tecnicamente, parlare di truffe, ma ha senso far riferimento a dinamiche speculative che si autoalimentano in regime di guerra e che accrescono le diseguaglianze: la speculazione accresce i profitti degli intermediari e riduce i redditi reali dei percettori di redditi bassi e fissi. Il prezzo sul mercato reale non è che una piccola parte del prezzo finale del gas. Su questo incide non da poco appunto la speculazione finanziaria fatta da fondi di hedge, banche e altri operatori che di fatto scommettono sul prezzo stabilito dall’hub di Amsterdam e su altri listini. Si calcola che sono esposti a un simile fenomeno ben 218 soggetti finanziari e 164 sono apertamente speculativi a fronte del fatto che i soggetti commerciali, quelli che realmente commerciano gas, sono solo 134.