di Pietro Giannini
Avvenimenti recenti quali la pandemia e, più da vicino, l’elezione del Presidente della Repubblica offrono occasione di riflettere, su un piano puramente culturale, su alcuni problemi che riguardano il giornalismo televisivo. Se ne possono trarre le osservazioni seguenti.
1. Evento e notizia
L’evento è: “Avvenimento, caso, fatto che è avvenuto o che potrà avvenire” (Treccani on line). Anche tenendo conto della eventualità che riguarda il futuro, possiamo dire che un evento è un fatto considerato nella sua interezza. Pertanto la notizia che lo riguarda è una ‘informazione’ relativa all’evento nel suo complesso. Prova ne sia il fatto che tale informazione è espressa con verbi al passato, prossimo o remoto, che lo collocano in una dimensione precisa. Ma si constata sempre più spesso che vi è nelle Televisioni una tendenza spasmodica a raccontare gli eventi non nella loro dimensione passata (anche se a breve o brevissima distanza) ma, possiamo dire, ‘nel corso’ del loro accadimento. Vogliono raccontare non l’evento, ma, se si può dire, l’’eveniente’. Sono frequenti i casi in cui si interrompe il racconto di un evento per dare voce a qualcuno degli attori in azione per dichiarazioni o opinioni che riguardano il fatto o anche per registrare un momento particolarissimo del fatto, quale il passaggio per strada di un personaggio o il suo ingresso o l’uscita da un luogo qualsiasi. Sembra quasi che il giornalista impegnato voglia non tanto registrare l’evento, ma quasi anticiparlo.