Tre poesie da “In quest’adusta terra”

***

Raccolti

Vi rivedo sul filo mai sopito

della mente migrare a fiotti a fiotti

come rondini fuori di stagione,

le scarse carabattole assiepate

su grosse nere macchine stracolme

di braccia di sudore e di speranze.

Via dalla pietraia

avara e sitibonda

verso un raccolto forse meno magro,

a tirar su le verdi grandi foglie

del tabacco odoroso.

E il borgo era più triste.

Ma presto tornavate ai vecchi nidi

come rondini fuori di stagione.

Poi si sciamò in terre più lontane

dove spirava fùmido

un vento di memorie.

E si cercò un pane

nelle viscere nere della terra:

non so dire se fu un buon raccolto,

ma qualcuno non fece più ritorno.

***

Ininterrottamente cerchi

Ininterrottamente cerchi

nei suoi precordi arcani e palpitanti

in quel delirio di luce che è accecante

barbaglio della mente,

e credi di vederlo

nella sua essenza vera,

pensi di penetrarlo

fin nelle viscere atre ed abissali,

nella ricorrente illusione

che per ventura astrale

ti appaia una cometa

o una parola sgorghi

densa della sostanza pura

a dire l’ineffabile

che eterno e immutabile,

infaticabilmente

sempre diviene e sempre si trasforma.

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