di Gigi Montonato
Tra le iniziative culturali più importanti del secondo ‘900 salentino, ricco di tanta cultura e soprattutto di riviste, secondo tradizione, a partire da “L’Albero” comiano e via via “Sallentum”, “Contributi” e i vari bollettini delle sezioni di Società di Storia Patria per la Puglia, “Apulia”, la rivista della Banca Popolare Pugliese, ha un suo profilo particolare, che la rende per alcuni aspetti esterna alla Puglia, al Salento e alla cultura letteraria, ma per altri decisamente “nostra”. Non solo e non tanto perché nasce e si pubblica nell’ambito delle attività collaterali di una banca, che più salentina non poteva essere – l’originaria Banca Agricola di Matino – quanto perché si propone fin dall’inizio, col suo primo numero, gennaio 1975, con due linee programmatiche, ravvisabili nei due saggi, di Mario Praz sulla Puglia e di Guglielmo Petroni su Girolamo Comi. Nel primo caso: “capacità di osservare questa regione con uno sguardo profondo ed esterno”; nel secondo: “rintracciare storie in parte dimenticate di un Salento assolutamente impegnato grazie a pensatori illuminati che hanno saputo, nonostante la condizione geografica periferica, di interloquire, a volte attivamente, in uno spazio aperto di confronto ben oltre i propri confini”. Questo indirizzo la rivista ha saputo mantenerlo, sotto la direzione di Aldo Bello, per tutti i suoi trentasei anni di vita. Cessò nel dicembre del 2011 con la morte di chi l’aveva diretta dall’inizio alla fine. La mission di tirar fuori dal “dimenticatoio” non si è limitata a uomini e fatti del passato ma anche e soprattutto per il corrente, dando visibilità e valorizzazione a letterati ed artisti giovani e meno giovani, come Antonio Verri e Antonio Errico, Antonio Lucio Giannone e Gino Pisanò, Vincenzo Ciardo e Lionello Mandorino, Ezechiele Leandro e Edoardo De Candia, oltre a studiosi già affermati nel mondo accademico come Mario Marti e Donato Valli. È quanto dice Lorenzo Madaro, curatore di Apulia. Antologia di scritti di letteratura ed arte, uscita nel 2020 per l’editore barese Mario Adda, in un elegante catalogo di 282 pagine, nel suo articolo di presentazione: “Per un’antologia di Apulia. Storia e storie di una «stupenda generazione»”, che riprende in parte il titolo di un articolo di Antonio Verri del dicembre 1988 in chiusura di un’inchiesta sugli autori salentini voluta dalla rivista, all’epoca “Sudpuglia”.