di Gianluca Virgilio
Scrivere una recensione significa passare dalla lettura alla scrittura, dall’ascolto di una voce che ci ha parlato nel tempo lungo della lettura, alla propria voce, che risuona dentro di noi come una risposta. Così una recensione acquista il tono di un dialogo amichevole e silenzioso, a distanza, a cui è chiamato a partecipare il lettore, nel segno di una civile conversazione, dalla quale nessuno è escluso.
Terminata la lettura dell’ultimo lavoro di Antonio Prete, Carte d’amore, Bollati Boringhieri, Torino 2022, mi accorgo di non aver preso nessun appunto, come di solito mi accade di fare quando leggo, di non aver trascritto neppure una frase da questo gran libro dell’amore, come se ora il darne conto non abbisognasse di esempi, di citazioni, di rimandi testuali, come se questi, in definitiva, finissero col diminuirlo nel suo compatto valore ideale. Potrebbe esistere la letteratura ovvero un mondo intero di idee, storie, leggende, miti, parole, versi e prose, personaggi, gesti, emozioni, potrebbe esistere senza il discorso amoroso? L’intero immaginario umano che vi deriva sarebbe ancora tale una volta privato del lessico e della sintassi d’amore? Sussisterebbe ancora tra gli uomini la semplice idea di che cosa comporta l’apparizione della persona amata, il turbamento che essa determina in noi, la fascinazione, il senso del segreto, del silenzio, della confidenza che è proprio dell’amare, l’attesa, oggi forse inusuale, d’una lettera d’amore, e poi il tormento prodotto dall’infedeltà, la gelosia, oppure la tenerezza, la seduzione; sapremmo noi cosa significa davvero desiderare e piangere per amore, sapremmo distinguere tra amore ed amicizia, riconosceremmo il paesaggio tutto umano che l’amore ha creato per noi? Davvero qualcuno può immaginare un essere umano incapace di sperimentare o che semplicemente smetta di sentire tutto questo? Sono le figure d’amore che Antonio Prete passa in rassegna nella sua trattazione, ognuna delle quali la letteratura ha svelato all’uomo nel corso della storia.
Merci Gianluca pour ta belle et fine recension de “Carte d’amore”, qui laisse si bien voir l’étendue et la profondeur du travail accompli par Antonio Prete.
“sorta di risarcimento del tempo tragico” dis-tu en écho à l’auteur lui-même qui, constatant la coïncidence entre l’achèvement de son travail et le contexte de la pandémie de covid, s’interroge sur une éventuelle stratégie de “difesa contro il tempo tragico”.
Me vient pourtant la pensée que l’amour, et sa forme d’expression littéraire et artistique, plutôt que “divertissement”, est une partie intégrante, fondamentale, du tragique de la destinée humaine, dans la mesure où nous en est donnée une perception des plus vives, des plus douloureuses.
Amitiés. Annie Gamet