di Ferdinando Boero
Il Collettivo Natura e Lavoro ha iniziato la sua attività con un inserto speciale de Il Manifesto intitolato “Attenti ai Dinosauri”: i dinosauri sono stati spazzati via dall’evoluzione, ma la vita non è finita, anzi. Il titolo mette in guardia da concezioni superate dall’evoluzione (dinosauri) che, però, si rifiutano di morire. Abbiamo chiamato il collettivo con due nomi che raramente sono andati assieme: la natura e il lavoro attirano attenzioni di platee molto differenti. Chi pensa al lavoro ha spesso considerato solo il capitale economico, ignorando il capitale naturale. Lavoro significa che l’uomo si industria per ricavare risorse dalla natura, trasformandola con le proprie attività. Prima con l’agricoltura, poi con l’industria e il terziario. Chiunque sia a controllare i sistemi di produzione, questi di solito hanno eroso la natura.
Altri si sono preoccupati della natura: i movimenti ambientalisti e i partiti verdi hanno acquisito peso politico ed hanno imposto nuove visioni. La transizione ecologica, il pensare alle nuove generazioni, e a quelle future, sono diventate l’asse portante della politica europea, con l’investimento di risorse faraoniche, di cui il nostro paese è il primo fruitore.
Ma i dinosauri resistono. Nel suo discorso di inaugurazione, il Presidente Mattarella cita la biodiversità e gli ecosistemi (il focus della transizione ecologica) e parla delle prossime generazioni. Il messaggio è chiaro. Ma lo è stato anche dai discorsi di tutti i grandi del mondo, riuniti a Glasgow per parlare del futuro, e delle nostre responsabilità nel determinarlo. Se continuiamo così… non sarà un buon futuro. La transizione ecologica è ineludibile.