Su San Lorenzo, due esaurienti raccolte bibliografiche, con le quali si arriva fino all’anno 2000, sono quelle di Felice da Mareto[1], e di G. Basso.[2] Le prime biografie degne di menzione sono quella di F. Angelo Maria De’ Rossi da Voltaggio, stampata nel 1710 a Roma e ristampata nel 1754 a Venezia[3], quella di P. Bonaventura Bianchi da Coccaglio del 1775,[4] quella di P. Lorenzo da Aosta del 1881[5]. Venendo al Novecento, citiamo, nel 1920 l’opera di P. Benedetto da San Marco in Lamis,[6] nel 1940 quella di P.Bernardino da San Giovanni Rotondo, sulla dottrina laurenziana circa il primato di Cristo[7], e vari contributi di Girolamo Da Fellette.[8] Una delle prime biografie scritte dai cappuccini pugliesi è invece quella contenuta nel Catalogo de’ Soggetti più illustri tra Cappuccini della Provincia d’Otranto, compilata nel 1607 da Francesco da Pulsano, che è compresa nel primo volume dell’opera Provincia d’Otranto 1616-1659, che si trova presso l’Archivio di Stato di Milano[9] ed è riportata da Alfredo di Napoli nel libro Secundum Regulam ex Eleemosinis.[10]
Nel 1946 di San Lorenzo si occupa Benedetto Croce,[11] nel 1949 lo Stano[12], nel 1959 il De Frenza[13]. Nel 1960, citiamo gli studi di Basilio Da Chiale[14], e Adalberto Da Postioma.[15] Anche P. Silvestro da Valsanzibio OFM, studioso di San Gaetano da Thiene, dedica a San Lorenzo molti studi, nel 1956 e 1957[16], e nel 1963[17]. Nel 1960, ancora, da citare gli studi di Da Nembro e Da Venezia[18]. Due accurati contributi di carattere bibliografico e biografico vengono da Stanislao Da Campagnola[19]. Lo Spedalieri gli dedica un articolo nel giornale dei Gesuiti La Civiltà Cattolica[20]. E inoltre San Lorenzo viene inserito nella rassegna Bibliographia Franciscana[21] e nel Lexicon capuccinum[22]. Per quanto riguarda la teologia delle sue opere, uno dei primi ad occuparsi del pensiero teologico di San Lorenzo rispetto alla dottrina Luterana è stato il cardinale Pietro Parente (1891-1986), con uno studio piuttosto approfondito dal titolo: La dottrina teologica di San Lorenzo da Brindisi.[23] Lo studio affronta questi temi: 1. L’uomo di fronte a Dio nella dottrina di Lutero e di S. Lorenzo; 2. L’ecclesiologia antiluterana nella dottrina apologetica del Santo; 3. La questione del peccato originale nella sua evoluzione storica e nel pensiero di S. Lorenzo; 4. La questione della giustificazione; 5. Gli altri punti del dogma; 6. La dottrina circa l’Eucarestia; 7. Giudizio riassuntivo circa la dottrina di S. Lorenzo. Anche il filosofo cappuccino Romualdo Bizzarri ha dato un importante contributo con S. Lorenzo da Brindisi e il protestantesimo.[24]
Ancora, sulla teologia delle opere, è doveroso citare Gabriele M. Roschini,[25] G. Iammarrone[26], Claudio Favero,[27] Lorenzo da Fara – Remigio Battel[28]e Angelo Catarozzolo[29]. Ma non si possono omettere gli interventi di due Papi, e per l’esattezza: Giovanni XXIII nella Lettera apostolica Celsitudo ex humilitate, del 19 marzo 1959[30], e Benedetto XV con la Catechesi del 23 marzo 2011.[31] Da citare anche La Lettera del Generale dei Cappuccini fra’ Clemente da Milwaukee, del 16 aprile 1959, in seguito alla concessione del dottorato.[32]
Sulla formazione di San Lorenzo, dettagliatamente, Arturo M. Da Carmignano di Brenta[33], ed anche F. Iglesias[34].
E veniamo all’oggetto del nostro contributo, vale a dire la produzione letteraria di San Lorenzo da Brindisi. L’Opera Omnia è stata pubblicata dalla Provincia cappuccina veneta a Padova tra il 1928 e il 1956. Questo il titolo completo: S. Laurentii a Brundusio, Opera omnia a Patribus Min. Capuccinis prov. venetae e textu originali nunc primum in lucem edita notisque illustrata, Patavii, Ex Officina Typographica Seminarii, 1928-1956, con la seguente progressione: I. Mariale,1928 (XXIII-649 pp.); II/1-3. Lutheranismi Hypotyposis, 1930-1933(XLV-524, XVIII-534, XIV436 pp.); III. Explanatio in Genesim, 1935 (XXVI-596 pp.); IV. Quadragesimale primum, 1936 (XXIV-585 pp.); V/1-3. Quadragesimale secundum, 1938-1940 (VII-605, 492, XIII-541 pp.); VI. Quadragesimale tertium,1941(XIV-779 pp.); VII. Adventus, 1942(XIV-582 pp.); VIII. Dominicalia, 1943(XIII-757 pp.); IX. Sanctorale, 1944 (XIV-675 pp.); X/1. Quadragesimale quartum, 1954 (XIII-713 pp.); X/2. Sermones de tempore adiectis opusculis: 1. De rebus Austriae et Bohemiae, 2. De numeris amorosis, 1956(XI-528 pp.). L’opera dunque è costituita da 15 tomi in 4°, per un totale di 9451 pagine.
I quindici volumi dell’Opera Omnia del santo brindisino ne mettono in luce la dottrina mariologica, teologica e biblica. L’opera si può dividere in Sermoni, fra i quali spicca il Mariale, Controversie, con i tre volumi del Lutheranismi Hypotyposis e Opuscoli. Ma per essere più precisi, si potrebbero individuare quattro suddivisioni: opere finalizzate alla predicazione; opere esegetiche, fra le quali la Explanatio in Genesim, e il De numeris amorosis; opere di controversia religiosa; scritti di carattere personale e autobiografico, come il De rebus Austriae et Bohemiae.
La maggior parte dei tomi dell’Opera Omnia, undici su quindici, è destinata ai testi (perlopiù in latino) che costituiscono il supporto della sua predicazione. Lorenzo infatti, come già detto, venne applicato alla formazione di frati candidati al sacerdozio con l’incarico di lettore, in cui erano riunite le incombenze di formatore, docente e padre spirituale. Le svolse dal 1583 al 1586. Ordinariamente si tenevano due lezioni al mattino e due al pomeriggio, con periodiche ripetizioni e dispute a scopo d’esercitazione. Risalgono a questo periodo le opere di carattere esegetico. Dal 1586 al 1589 fu maestro dei novizi. Dal 1590 incominciarono gli incarichi di autorità, che comprendevano in varie circoscrizioni quello di ministro provinciale, fino a quello di ministro generale (dal 1602 al 1605). Nel 1599 egli giunse a Praga, dove lo scontro col protestantesimo culminò nella controversia con il riformato Policarpo Laiser (1552-1610) e si tradusse nella Lutheranismi Hypotyposis, stesa tra il 1607 e il 1609. Sappiamo che nessuna delle opere di San Lorenzo ha visto la pubblicazione durante la vita dell’autore, non per mancanza di volontà da parte di San Lorenzo, ma perché gliene mancarono il tempo e l’opportunità, oberato come era dai tanti impegni. Oppure la pubblicazione già pronta non venne data alle stampe, come nel caso dell’Hypotyposis, a seguito della morte dell’antagonista Policarpo Laiser.
Sull’Opera Omnia, un caposaldo resta l’opera pubblicata da Arturo M. Da Carmignano di Brenta: San Lorenzo da Brindisi, dottore della chiesa universale (1559-1619)[35]. Ma al Da Carmignano Di Brenta, uno dei più accreditati studiosi di San Lorenzo da Brindisi, si devono svariati contributi, pietre miliari nella bibliografia laurenziana[36].
Sulle vicende editoriali dell’Opera Omnia, preziose guide sono il già citato Arturo M. Da Carmignano Di Brenta[37]e Costanzo Cargnoni[38]. L’esigenza di raccogliere insieme in una pubblicazione le opere del santo, si era manifestata già nella seconda metà dell’Ottocento, rafforzandosi dopo la canonizzazione del frate avvenuta nel 1881 con la bolla di Leone XIII Infelices mundi. Tuttavia una commissione a ciò destinata dall’ordine si rivelò fallimentare anche e soprattutto per via della mole smisurata degli scritti di Lorenzo e per la difficoltà di decrittarne il testo che era allo stato di manoscritti. I religiosi francescani capitolari il 20 maggio 1884 avevano indirizzato al nuovo ministro generale P. Bernardo d’Andermatt una petizione per l’edizione delle opere laurenziane[39]. Ma il Generale D’Andermatt, troppo preso dai problemi interni dell’ordine, non ebbe modo di interessarsi di questa richiesta. Giungiamo così al Novecento. In piena Prima Guerra Mondiale, il Provinciale di Venezia, P. Serafino da Udine, affidò il lavoro di trascrizione dei codici di San Lorenzo al prof. Giuseppe Lodovico Perugi, della Biblioteca Estense di Modena, che il 20 novembre 1917 firmò il contratto di lavoro per l’esosa somma di 6000 lire. Inizia così una serie di peripezie, anche molto gustose e divertenti a leggersi, per quanto gravi, nella distesa narrazione che ne fa Cargnoni, il quale riporta una fitta corrispondenza[40] fra i padri cappuccini ed il furfante Perugi; quest’ultimo infatti, impossessatosi dei manoscritti con la malcelata intenzione di impadronirsene, fa perdere le tracce di sé, senza avere dopo tre anni prodotto alcun risultato. Per somma disperazione, allora, il segretario provinciale, P. Venceslao da S. Martino, nel 1920, si vede costretto ad adire le vie legali per potere recuperare i preziosi codici. Cargnoni riporta tutta la documentazione conservata sia presso l’Archivio Generale che nell’Archivio della Provincia veneta. È P.Serafino Di Lazzaro da Udine, secondo definitore generale, che si mette sulle tracce del professore, e dalla corrispondenza riportata si evince come il compito di riavere i manoscritti del Santo sia difficilissimo, se non a costo di inseguimenti, sotterfugi e stratagemmi degni del miglior film giallo. Finalmente nel marzo 1921, P. Venceslao riesce a recuperare 14 volumi e poi ancora altri dieci volumi.[41] “Ricuperati i volumi (le parziali trascrizioni che il professore aveva fatto risultarono piuttosto lacunose), il ministro provinciale di Venezia P. Vigilio da Valstagna si diede totalmente all’edizione delle opere di S. Lorenzo e segnalò alla Provincia questo impegno come un punto programmatico del suo governo”[42]. Così iniziano i lavori sotto la direzione di P. Edoardo d’Alençon, poi sostituito da P.Crispino da Appenzell, e P. Ilarino da Lucerna. Il comitato di redazione era composto da: P.Vigilio, padri Geminiano da Castagna, Natale da Rosà, Vincenzo da Magredis e Giangrisostomo da Cittadella, Callisto da Mortegliano, Apollonio da Moniego, Angelico da Enego, Aurelio da Fellette, Nicola da Villa e Cherubino da Lonigo[43]. Venne stipulato il contratto con la Tipografia del Seminario di Padova che si assunse la direzione della parte letteraria, con l’impegno di editare 12 volumi in folio, ed una finale “critica disquisitio”. La prima opera è il Mariale che viene dedicato al Papa Pio XI nel 1928. P. Vigilio da Valstagna scrive il 29 ottobre 1926 da Genova al P. Generale di avere consegnato alla tipografia del Seminario di Padova 20 fascicoli completati del Mariale e di avere pronti gli altri 20 e buona parte del primo volume contro Laisero e Lutero.[44] “I primi fascicoli stampati del Mariale, visionati anche dal p. Generale, fecero grande impressione e p. Ilarino Felder scriveva a p. Vigilio: «Quando [il p. Generale] li ha veduti, ne è rimasto così entusiasmato che ha detto che la nostra edizione farà scuola» e si pensò di dedicare l’opera al S. Padre Pio XI, che ben volentieri approvò e benedisse il lavoro iniziato, gradendo che l’opera fosse a Lui dedicata. Il 16 marzo 1928 p. Vigilio segnalava al p. Generale che «ieri sera fu stampato l’ultimo fascicolo definitivo del Mariale. Il primo volume dunque delle opere di San Lorenzo è compiuto. Deo gratias!»”.[45] Il secondo volume, scrive P.Virgilio, sarebbe stato Dissertationes adversus Lutherum con la collaborazione del Dr. Paulus Nikolaus di Monaco per la revisione delle numerosissime citazioni. E poi, ancora, in un’atra lettera: “Il 4° volume sarà consegnato alla tipografia verso i primi di maggio e completerà l’Hypotyposis Lutheranismi. Dopo cominceremo le Opere esegetiche: il Commentarius in Genesim”.[46] Il Card. Maglione dalla Segreteria di Stato in data 16 febbraio 1940 riferiva al Predicatore Apostolico P. Vigilio da Valstagna “che il Papa aveva ricevuto la «devota istanza con la quale chiedeva di poter dedicare alla Sua augusta Persona gli ultimi quattro volumi dell’Opera Omnia di S. Lorenzo da Brindisi. Egli accettava questa dedica impartendo la benedizione apostolica»”[47]. Si passò così a stampare le Prediche. Un nuovo volume scoperto a Vienna, vale a dire il De rebus Austriae et Bohemiae, venne stampato fra il 1954 e il 1956 in due tomi, e curato, nella traduzione in italiano e per le note storiche da P.Edoardo d’Alencon. Quest’opera è comunemente conosciuta come Commentariolum, e si tratta di una sorta di poscritto al Lutheranismi Hypotyposis Martini Lutheri [48] che “è un manoscritto avventuratamente trovato, lacero, nell’anno 1770 da fra’ Giovanni Maria da Bergamo (1705-1773), Cappuccino, Segretario del Reverendissimo Padre Francesco Maria da Bergamo, Predicatore del Sacro Palazzo Apostolico”, come spiega Gianluigi Pasquale[49], che cita a suffragio dell’autenticità dell’opera laurenziana Bonaventura da Coccaglio.[50]
Così la grande opera tipografica, S.Laurenntii a Brundisio, Opera Omnia, era terminata, fatta salva poi l’aggiunta nel 1959 e nel 1964 di due tomi di Appendici.
“I cultori dunque delle scienze, non solamente sacre ma anche profane, saranno grati all’inclito Ordine per aver portato a loro conoscenza, nel giro di pochi anni e in tempi così tristi, un’opera di vasta mole e di eccezionale importanza, che dai più era ignorata”: così scrive Fr.Spedalieri in S. Lorenzo da Brindisi e la prima edizione delle sue opere[51]. Il primo libro dunque è il più volte citato Mariale. Su di esso, importante il contributo dato da Fr. Bernardino de Armellada, al secolo Agostino García Perez, studioso del francescanesimo, ritenuto il più grande conoscitore della teologia di San Lorenzo da Brindisi. Egli è stato esegeta attento e puntuale del santo brindisino[52]. “Gli editori, non potendo seguire l’ordine cronologico, che quasi sempre è impossibile determinare sia pure approssimativamente, hanno preferito distribuire e raggruppare gli scritti secondo l’argomento trattato. Ε nel primo volume ci danno, oltre a due esordi staccati, ben 84 discorsi, riguardanti la Santa Vergine e presi non solo dalla raccolta originale, che porta la scritta « Mariale », ma eziandio da altri codici descritti nella prefazione premessa al volume. Notiamo però, subito come per maggior esattezza scientifica sarebbe stato desiderabile che fosse indicato anche da quali codici i singoli sermoni sono stati trascritti. In questi discorsi il Santo con mirabili accenti esalta le varie prerogative della Vergine, ne precisa l’alta portata con felicissimi richiami a testi biblici e alla tradizione, e ne determina il fondamento teologico. Pensiamo che non si esageri se si afferma che la sua pietà filiale ci ha dato quanto di meglio poteva scriversi sull’immacolato concepimento, sulla pienezza di grazie e sulla mediazione della Vergine.” [53]
La seconda opera è la Lutheranismi Hypotyposis. “Quest’opera”, scrive F.Spedalieri, “viene presentata dagli editori in tre grossi tomi, che costituiscono il secondo volume dell’Opera Omnia. Ε certo, chi spassionatamente studia il periodo burrascoso della pseudo riforma e diligentemente esamina questa Apologia della Religione, scritta con cuore di apostolo, necessariamente constata come accanto a S. Pietro Canisio e a S. Roberto Bellarmino si erige, fulgente di non minore splendore, la nobile figura del nostro Santo”.[54] Il Volumen II: Lutheranismi Hypotyposis
consta di tre tomi , per complessive 1358 pagine di testo. Quest’opera rivela in san Lorenzo uno dei piùnotevoli polemisti del periodo post tridentino, ed è così strutturata: Pars I, Hypotyposis Martini Lutheri, MCMXXX; Pars II, Hypotyposis Ecclesiae et Doctrinae Lutheranae, MCMXXXI; Pars III, Hypotyposis Polycarpi Laiseri, MCMXXXIII. Come già detto, si ritiene che Lorenzo si sia astenuto dal dare questi suoi scritti alle stampe data la sopraggiunta morte di Leyser. È stato spesso sottolineato come l’opera laurenziana, composta tra il 1607 e il 1609, possa essere considerata un manifesto della Chiesa tridentina e sia servita da base per il documento della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione tra la Chiesa Cattolica e la Federazione Luterana Mondiale siglato ad Augusta nel 1999[55]. “La parola hypotyposis è chiaramente un calco dal greco”, scrive Paul Tombeur, “e non si trova nel Thesaurus Linguae Latinae. È già un segnale di erudizione. La parola compare nel nostro Thesaurus formarum totius latinitatis, che riprende la serie di forme attestate da Plauto al Concilio Vaticano II, compresa l’opera completa di san Tommaso d’Aquino. Si deve aspettare l’inserzione dell’opera di Lorenzo nella nostra Library of Latin Texts per vedere apparire la parola in modo più abbondante. Il Lexique de la prose latine de la Renaissance di René Hooven, nella sua edizione del 2006, segnala l’uso della parola in Erasmo, in Laevinus Crucius, morto nel 1555 circa, in Melantone, e sottolinea che il termine ricorre in Quintiliano, ma in greco. Derivato da abbozzare, tratteggiare, significa principalmente «abbozzo, traccia, esposizione sommaria». La sola scelta di questa stessa parola, non di uso corrente, segnala il livello dell’opera laurenziana. Una interrogazione di questa parola nella Library of Latin Texts mostra i quattro impieghi della parola greca in Quintiliano, quelli, ugualmente in greco, di Mario Vittorino e di Eusebio di Cesarea, nella traduzione che ne fa Rufino; poi gli usi, sempre in lingua greca, di San Girolamo e quelli di Isidoro di Siviglia, nel settimo secolo, nelle Etymologiae sive Origines, prima enciclopedia occidentale che si è conservata. Si vede anche comparire nell’ottavo secolo la prima traslitterazione latina. Dopo l’uso della parola nella traduzione latina dello Pseudo Dionigi da parte di Giovanni Saraceno nel 1167, si passa alla traduzione di Ambrogio Traversari nel 1436 e alle dieci attestazioni usate da Tommaso d’Aquino. Calvino utilizza la parola greca e in seguito si trovano gli impieghi di Lorenzo, che rappresentano tutte le attestazioni posteriori a Calvino”[56]. L’opera venne curata da Gregorio da Casteldelpiano fra il 1932 e il 1933.[57]Importante anche la tesi di laurea assegnata da un gesuita olandese, il prof. Sebastiaan Tromp, della Pontificia Università Gregoriana di Roma, nel 1959 al cappuccino Claudio da Solesino, che poi la pubblicò.[58] Nel terzo Volume trova posto l’Explanatio in Genesim, “opera, che per la diligenza, con cui è condotta, ci pare composta, come il Santo stesso sembra accennare nel proemio, durante gli anni d’insegnamento della Sacra Scrittura. Probabilmente essa fu il suo primo lavoro, e risente dell’ardore del giovane professore, che desiderava di comunicare quanto di buono e di meglio aveva appreso nello studio appassionato delle sacre Carte. Così ci spieghiamo più facilmente il perché delle sei dissertazioni, senza dubbio di notevole importanza, ch’egli volle premettere al suo commento”.[59] Le prime tre dissertazioni “ci manifestano l’abile umanista, che già possiede l’arte del dire, e ne comprende e ne dimostra il valore e la necessità anche per l’esegeta. Nella quarta si diffonde nel determinare con precisione e chiarezza i vari sensi della Sacra Scrittura; […]. Nella quinta poi basandosi sulla libertà dell’azione divina, con stringati e convincenti argomenti filosofici ampiamente dimostra contro Aristotele la necessità della creazione del mondo nel tempo; e nella sesta, rimasta incompleta, si dilunga nella ricerca dei principi costitutivi delle cose secondo le cognizioni scientifiche di allora”.[60] “L’Explanatio in Genesim”, scrive Paul Tombeur, “è stata redatta probabilmente negli anni 1584-1590; nel 1584 egli non aveva che venticinque anni e nel 1590 ne aveva trentuno. In questo periodo, egli predicava agli ebrei ed esercitava il ruolo di Lector theologiae et Sacrae Scripturae. Era il tempo in cui la conversione degli ebrei costituiva una chiara preoccupazione. Proprio nel 1584 papa Gregorio XIII contribuì a predisporre in ebraico per i Giudei delle esposizioni sulle Scritture. È da dire che si ritrova nel testo di Lorenzo l’amore per la veritas hebraica, cara a San Girolamo, il cui nome si trova citato nell’opera di Lorenzo non meno di 286 volte, spesso con l’espressione ‘divus Hieronymus’. La ricerca lessicale di rabbin ci fa recuperare nella sua opera 181 attestazioni e 152 per rabbinus, contro le zero attestazioni nel resto della nostra documentazione! Allo stesso modo, ‘Targum’, la traduzione in aramaico della Bibbia ebraica – e il siriaco è un dialetto dell’aramaico orientale –, figura in lui ventiquattro volte, mai altrove secondo lo stato attuale della nostra documentazione.”[61] Alle Dissertazioni fa seguito il Commento. “Esposto il testo della Volgata e dell’originale ebraico, egli ne spiega il senso letterale servendosi all’uopo anche della parafrasi caldaida, del Targum gerosolimitano e della versione del Settanta. Tiene inoltre in grandissimo conto l’interpretazione dei Santi Padri, che frequentemente consulta e adduce; e si studia di corroborare la loro esegesi con un esame più approfondito dell’originale e del senso grammaticale delle parole. A tale scopo cita assai spesso i commentatori ebrei: rabbi Salomon, Aben Ezra, i due Kimchi, Abrabanel, Mosè Maimonide, e altri ancora. Infine solo rarissimamente, e quasi per eccezione, si discosta dall’interpretazione tradizionale; e, quando il sacro testo lo consente, all’esposizione letterale fa seguire la ricerca degli altri sensi, ma sempre secondo i principi e le norme sopra enunziati.”[62] Gli altri volumi, formati da otto tomi, contengono gli scritti omiletici, e per la precisione: il quarto volume contiene il Quaresimale primo; il quinto, in tre tomi, il Quaresimale secondo; il sesto, il Quaresimale terzo; il settimo, l’Adventus; l’ottavo, il Dominicale; il nono, il Sanctorale. Questi sono i testi in cui maggiore è il ricorso alle Sacre Scritture ma anche il riferimento ai più disparati testi pagani. Scrive Tombeur: “Lorenzo non manca mai di esibire la sua immensa erudizione nei diversi sermoni, di moltiplicare le definizioni e le più svariate citazioni, di spiegare tanto i testi sacri, quanto quelli metafisici. Sono presenti in modo frequente sia l’ebraico che il greco, come anche le citazioni di differenti autori classici latini o greci, ad esempio Aristotele. L’erudizione di Lorenzo affiora costantemente. Forse può risultare eccessivo. Così come quel sermone per la prima domenica di Avvento, in cui appaiono citati fin dall’inizio Diogene Laerzio, Plutarco, il Timeo di Platone, Talete di Mileto, Omero, Orfeo, Mercurio Trimegista, le Metamorfosi d’Ovidio, Lucrezio, Aristotele, Ateneo ed altri ancora. Tuttavia, rassicuriamoci. Questo non è che un caso limite. Non si comporta sempre in questo modo. Ciò non toglie che le citazioni siano molteplici. Altrove egli menziona Menandro e i Remedia Amoris di Ovidio, e questo in un sermone sulla resurrezione di Lazzaro per il venerdì della quarta settimana di quaresima. C’è indiscutibilmente un alto livello di erudizione, di sfoggio di molteplici letture. Lorenzo desidera chiaramente assumere un ruolo didattico nei confronti dei suoi uditori.”[63]
Nel 1951, venne pubblicato il volume San Lorenzo da Brindisi:studi, conferenze commemorative[64], che accoglieva le conferenze su S. Lorenzo da Brindisi tenute a Roma per commemorare proprio l’edizione dell’Opera Omnia. Nel libro, scrive Ezio Franceschini, recensendolo su Vita e Pensiero, “P. Ilarino da Milano apre la serie con una ricerca ampia ed esauriente sulla personalità di S. Lorenzo (pp. 7-47), di cui i successivi lavori approfondiscono gli aspetti particolari; P. Gustavo Cantini parla infatti del predicatore (pp. 51-94), P. Gaetano M. Stano del controversista (pp. 95-139), P. Gabriele M. Roschini del mariologo (pp. 141-179), Mons, Pietro Parente del teologo (pp. 193-209) e Mons. Salvatore Garofalo dell’esegeta (pp. 211-229). II volume che, come si legge nella prefazione di P. Clemente da S. Maria, inizia una collezione di studi, Miscellanea Laurentiana, mirante a rivelare gli insospettati orizzonti del vasto e multiforme pensiero del Brindisino, onde possa avere nella cultura cattolica il posto che gli spetta, ha raggiunto pienamente lo scopo assegnato alla iniziativa di cui è il primo documento. La figura di S. Lorenzo esce viva dalle sue pagine, non esaltata in maniera fanatica e acritica, ma vista nella sua giusta luce, anche negli aspetti che possono essere spiegati solo dal rovente tempo della Controriforma, di cui Lorenzo stesso è stato parte cospicua.”[65]
Nel corso della pubblicazione dell’Opera Omnia, si creò un clima di riscoperta del Santo da Brindisi ed un rinnovato entusiasmo nei confronti della sua persona e delle sue opere. Soprattutto dopo l’uscita del Mariale, si creò grande fervore nei religiosi di tutta Italia che fecero pervenire alla S. Congregazione dei Riti una serie di lettere che ne chiedevano l’attribuzione del dottorato. La cronologia delle lettere postulatorie per il dottorato di San Lorenzo, riportata da Costanzo Cargnoni[66], ci permette di osservare come già dal 1937 iniziarono a giungere le richieste da parte di cardinali, vescovi e arcivescovi affinché fosse avviata la procedura. Una congregazione di vescovi tedeschi scrisse nel 1941 al Papa Pio XII, e così il clero regolare e secolare veneto nel 1946 radunato a Padova per una Settimana mariana sacerdotale; fra le richieste, quella di Agostino Gemelli del 17 gennaio 1938 e anche del Congresso mariano di S. Maria di Leuca che si tenne nel 1949. Lettere postulatorie venivano da associazioni religiose, università italiane e straniere, comitati spontanei di fedeli. La Congregazione dei Riti nel 1949 designò come ponente della causa il Card. Clemente Micara, ma non accadde nulla. Dopo svariati anni, per l’intercessione del Ministro generale P. Benigno da S. Ilario Milanese, il Card. Gaetano Cicognani, prefetto della Congregazione, esattamente nel 1958, avviò l’iter che si concluse il 28 settembre di quell’anno con il decreto Christus Dominus che conferiva a San Lorenzo il titolo di “Doctor Apostolicus”. P.Bernardino da Siena fu il Postulatore generale[67]. Il decreto della Congregazione venne confermato autorevolmente dalla lettera apostolica di Papa Giovanni XXIII Celsitudo ex humilitate, del 19 marzo 1959[68].
In occasione del dottorato, insieme alla ravvivata fede da parte della comunità cristiana, vi fu un profluvio di pubblicazioni, quasi tutte attribuibili a studiosi interni all’ordine.[69]
Oltre alla sua importanza per gli aspetti editoriali dell’Opera Omnia di San Lorenzo, il lavoro di Arturo Maria Da Carmignano di Brenta costituisce una vera miniera dal punto di vista bibliografico. Infatti lo studioso pubblica, nel Volume IV/1-2, svariate fonti d’archivio sulla vita e le opere del santo brindisino fra cui moltissime lettere del frate. Molte fonti sono anche riportate nell’opera di Salvatore da Valenzano, I Cappuccini nelle Puglie[70]e nell’opera di R.A.Savoia, La provincia dei frati minori cappuccini di Puglia, 5 secoli di storia.[71] Ma non possiamo concludere questa ricostruzione delle vicende editoriali dell’Opera Omnia senza citare l’importante lavoro di informatizzazione svolto con i due volumi Thesaurus Laurentii a Brundusio, editi nella prestigiosa collana Thesaurus Patrum Latinorum dell’Editrice Brepols di Tounhout (Belgio).[72] Il principale curatore dell’opera è Paul Tombeur, al quale si deve la pubblicazione dei due volumi del Thesaurus nel 2005 e nel 2007 e il loro inserimento nella piattaforma informatica Library of Latin Texts. “Questo lavoro di informatizzazione dei testi è iniziato ai tempi in cui dirigevo il Cetedoc all’Università Cattolica di Louvain (Lovanio) a Louvainla-Neuve; dal 2001 tale opera è stata portata avanti nell’ambito del CTLO, Centro «Traditio Litterarum Occidentalium», situato presso la Brepols a Turnhout, in Belgio” scrive lo stesso curatore[73], che precisa: “Se, come ha sottolineato Costanzo Cargnoni in Collectanea Franciscana, «il Thesaurus intende offrire un approccio linguistico agli scritti del ‘doctor apostolicus’, secondo le forme e le strutture del linguaggio, prevalentemente latino, usato dal santo», la prospettiva dell’intero lavoro – il Thesaurus, quale database di testo e di dizionari – resta più ampia e presenta sotto diverse forme i verba allo scopo di percepirne i significati e il senso d’insieme. L’opera di San Lorenzo non è solamente quella di un Dottore della Chiesa Cattolica Romana: essa è anche quella di un uomo di erudizione straordinaria e direi anche sfolgorante. Le sue capacità linguistiche erano tali da poter dire di lui che avesse ricevuto il dono della glossolalia – il dono di parlare numerose lingue – ed è proprio questo che colpisce quando si attraversa il complesso dell’opera. È innegabile che si abbia a che fare con un erudito di alto livello”.[74]
Un cenno alle più recenti
iniziative editoriali che hanno interessato il frate brindisino. Nel 2016 viene
pubblicato il libro di Alfredo Di Napoli, La
storia si fa preghiera. Litania pro serenissimo rege Maximiliano II contra
Turcas (1566)[75],
presentato lo stesso anno nel XX Colloquio Laurenziano organizzato dalla
Cattedra Laurenziana dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni e dalla Società di
Storia Patria per la Puglia-Sezione di Brindisi. Il libro riporta il testo di
una Litania, recitata da Massimiliano II d’Asburgo in occasione della guerra
contro i Turchi del 1566 e dedicata a San Lorenzo, che come sappiamo era
cappellano militare in Ungheria nel 1601; il testo originale si trova presso
l’Archivio di Stato di Vienna.
Nel
2017, citiamo, di Alfredo di Napoli, Secundum
Regulam ex Eleemosinis, con Prefazione di Mons. Benigno L.Papa. Molta parte
del libro è dedicata a San Lorenzo da Brindisi[76].L’autore riporta una ponderosa
cronologia di fonti bibliografiche edite ed inedite sulla vita e le opere del
santo. In particolare modo, sulla partecipazione di Lorenzo alla battaglia di
Albareale del 1601, di Napoli pubblica una memoria inedita, contenuta nella Relazione degli avvenimenti occorsi al santo
nei paesi transalpini dal 1599 al 1612, ovvero Commentario manuscritto originale fatto per obbedienza dal venerabile
servo di Dio il p.Lorenzo da Brindisi, il cui originale autografo è
conservato in Archivio Provinciale Cappuccini Milano. Ms.338. Di Napoli si
sofferma sui processi diocesani e di canonizzazione di San Lorenzo, iniziati
all’indomani della sua morte, vale a dire i processi diocesani del 1624 di
Monaco di Baviera, di Napoli, di Genova, di Venezia, del 1625 di Vicenza e di
Bassano del Grappa, poi i processi apostolici di canonizzazione di Milano e di
Rivolta d’Adda del 1626, il processo di Brindisi e quello di Villafranca del
Bierzo in Spagna del 1630. Di alcuni di questi, riporta diversi estratti, tutti
comunque presenti in A.M Carmignano del Brenta, nel Volume IV/2 della già
citata opera. Segue poi le travagliate vicende della beatificazione e della
canonizzazione del santo lungo i secoli Settecento e Ottocento, fino ad
arrivare alla proclamazione di Dottore della Chiesa universale del 1959. Nel
libro viene anche riportata la già citata Litania pro serenissimo rege Maximiliano II contra Turcas di
Massimiliano II d’Asburgo, nella doppia versione latina e italiana. Inoltre, un
documento, anch’esso inedito, delle monache clarisse del Convento cappuccino di
Alessano che dedicano a San Lorenzo da Brindisi la Cronaca della loro fondazione[77].
Sempre nel 2017, presso la Biblioteca
Provinciale dei Cappuccini di Puglia di Bari, si è tenuto il Convegno “Colloquium Charitativum”, sia per
celebrare l’anno luterano (2016-2017) che in vista delle commemorazioni per il
IV Centenario della morte di San Lorenzo (2019). Nel 2018 è stato pubblicato
il volume “Colloquium Charitativum”:
San Lorenzo Da Brindisi in dialogo con i Luterani, che ne riporta gli Atti.[78]Nel volume, dopo il Discorso inaugurale
di Alfredo Marchello,[79]
l’Indirizzo di saluto di Ruggiero Doronzo[80],
e l’Introduzione di Alfredo di Napoli[81],
sono presenti contributi di:Francesco
Neri,[82]
Gianluigi Pasquale OFM,[83]
Paolo Cocco OFM[84],
Angelo Romita[85],
Alfredo di Napoli[86],
Mechthild Lattorf,[87] e
Conclusioni di Mario Spedicato[88]. Inoltre
viene pubblicato, nella sezione Documenti, il Carteggio sulla disputa teologica
a Praga del 1607 tra Leyser e san Lorenzo da Brindisi[89],
già edito nell’opera di Arturo M. da Carmignano di Brenta. La rassegna qui
proposta non può essere esaustiva: molti altri studi si sono svolti negli
ultimi anni e anche convegni, i cui atti si sono raccolti e sono in via di
pubblicazione, per essere offerti all’interesse erudito della
comunità scientifica e alla maggior devozione della comunità dei fedeli.
[1] FELICE DA MARETO, Bibliographia Laurentiana opera complectens an. 1611-1961 edita de sancto Laurentio a Brindisi doctore apostolico, Romae, Institutum Historicum, 1962.
[2] G. BASSO, «Bibliografia laurenziana (1961-1999) », in Laurentianum, 41, 2000, 207-222.
[3] Vita del venerabile servo di Dio p. Lorenzo da Brindesi, generale de’ frati minori Capuccini di san Francesco. Descritta da f. Angelo Maria De’ Rossi da Voltaggio definitore, ed ex-provinciale dell’ordine istesso nella provincia di Roma, dedicata alla sua Serafica Religione, Venezia, Giovanni Tevernin, 1754.
[4] P. BONAVENTURA BIANCHI DA COCCAGLIO, Vita del venerabile Lorenzo da Brindisi generale dell’ordine de’ Cappuccini estratta nuovamente da’ processi apostolici formati per la sua beatificazione, Roma, 1775 (2ª ed. 1783).
[5] Vita di S. Lorenzo da Brindisi, Ministro Generale dell’ordine de ‘Minori Cappuccini di S. Francesco: scritta dal p. Lorenzo d’Aosta e tradotta liberamente dal francese da un padre dello stesso Ordine della provincia veneta, Roma, Tip. Poliglotta, 1881. Fra le primissime fonti a stampa, La vie du Venerable Serviteur De Dieu Le pere Laurent de Brindisi Genèral del l’Ordre des Capucìn Tirèe du proces de la Beatification d’un Auteur Italien Par le P.Paul de Noyers Capucin, stampata ad Avignone con l’imprimatur del Collegio dei Gesuiti, 1737; e anche Abrégé historique des vies du vénérable serviteur de Dieu P. Laurent de Brindisi, général de l’ordre des capucins et du vertueux frère de F. Bernard de Corléon, extrait des procès de leur béatification, et de quelpques Auteurs contemporains Par le Pere Jean-Chrysostome De Bethune, Capucin, stampata a Parigi nel 1752.
[6] P.BENEDETTO DA SAN MARCO IN LAMIS, S. Lorenzo da Brindisi: il serafico, l’apostolo, il grande, Campobasso,1920.
[7] P.BERNARDINO DA SAN GIOVANNI ROTONDO, S. Laurentius a Brundusio et immaculata conceptio, Isola Del Liri, 1940; IDEM, «Theses Franciscanae de motivo primario Incamationis. Expositio cum respectu speciali ad doctrinam S. Laurentii a Brundusio», in Collectanea Franciscana 4/4, Assisi-Roma,1934, 546-563.
[8] fra questi: GIROLAMO DA FELLETTE,«San Lorenzo da Brindisi e la sua opera contro l’eresiadell’articolo», in Collectanea Franciscana 6, Assisi-Roma,1936,178-182.
[9] Asmi, Fondo Religione 6502, tomo 1.
[10] ALFREDO DI NAPOLI, Secundum Regulam ex Eleemosinis. Il Salento e i suoi frati cappuccini (secoli XVI-XVII), Bari, L’Aurora Serafica, 2017, 239-328.
[11] BENEDETTO CROCE, «Vite di Servi di Dio di Beati e di Santi Napoletani», in Quaderni della Critica diretti da B. Croce, agosto 1946, n. 5, 1946, 91-93.
[12] GAETANO M.STANO, «S. Lorenzo da Brindisi controversista», in Miscellanea Laurentiana, I: S. Lorenzo da Brindisi. Studi, Roma/Padova, 1949, 129.
[13] G. DE FRENZA, San Lorenzo da Brindisi dottore della Chiesa, Bari, Edizioni Paoline, 1959.
[14] BASILIO DA CHIALE, San Lorenzo da Brindisi, Bari, 1960.
[15] ADALBERTO DA POSTIOMA, «La biografia critica di S. Lorenzo da Brindisi», in Studia Patavina 7, 1960, 319-323.
[16] P.SILVESTRO DA VALSANBIZIO, «Filosofia e predicazione di S. Lorenzo da Brindisi», in Miscellanea Franciscana 56,1956, 103-178; IDEM, «La ragion di Stato in S. Lorenzo da Brindisi«, in Studia Patavina 3, 1956, 421-467 e 4,1957,33-81.
[17] IDEM, Una nuova opera di san Lorenzo da Brindisi: il commento sulla ‘Sacra filosofia della natura’ di Mose, Roma, 1963. Importante anche un contributo del 1954 in merito al pensiero di S. Lorenzo sull’aristotelismo: IDEM, «Aristotele e l’aristotelismo nel giudizio di S. Lorenzo da Brindisi», in Sophia 22, 1954,82-103.
[18] METODIO DA NEMBRO, «Teologia e Missioni in S. Lorenzo da Brindisi», in Miscellanea Laurenziana 8, Roma/Padova, 1960; PIERLUIGI DA VENEZIA, «Il metodo polemico nei controversisti del sec. XVI e in S. Lorenzo da Brindisi», in La Scuola Cattolica, 88, 1960, 202-216. Si segnala anche ILARIO DA TEANO, San Lorenzo da Brindisi: biografia, Teano, Tipografia d’Amico, 1953.
[19] STANISLAO DA CAMPAGNOLA, «Bibliografia di San Lorenzo da Brindisi, Dottore della Chiesa», in Laurentianum 4, 1963, 132-137; IDEM, «S. Lorenzo da Brindisi (1559-1619) e il rinnovamento cattolico postridentino. A proposito di una recente biografia», in Laurentianum 5, 1964, 403-420.
[20] F. SPEDALIERI, S.I., «Un grande apostolo al tempo della riforma cattolica », in La Civiltà Cattolica, 112/I, 1961,609-613. Ma già, F. SPEDALIERI S.I., «S. Lorenzo da Brindisi e la prima edizione delle sue opere», in Gregorianum 29, 1948, 307.
[21] Bibliographia Franciscana, XIII (1964-1973), fasc. 4, 646–649.
[22] Lexicon capuccinum, Roma 1950, 925-930.
[23] PIETRO PARENTE, «La dottrina teologica di San Lorenzo da Brindisi», in G. MICARA – A.G. PIAZZA – I. DA MILANO (Ed.), San Lorenzo da Brindisi. Studi. Conferenze commemorative dell’edizione «Opera omnia», Roma 8-15 Maggio 1949, Padova, Gregoriana Editrice, Miscellanea Laurenziana 1, 1951,193-211.
[24] ROMUALDO BIZZARRI, «S. Lorenzo da Brindisi e il protestantesimo», in L’Aurora Serafica 6, 1933, 3.
[25] GABRIELE M. ROSCHINI, La mariologia di san Lorenzo da Brindisi, Roma, Gregoriana Libreria Editrice, 1951.
[26] G. IAMMARRONE, «Il primato di Gesù Cristo nell’insegnamento di san Lorenzo da Brindisi», in IDEM, La cristologia francescana. Impulsi per il presente, Padova, Edizioni Messaggero, 1997, 302-306.
[27] CLAUDIO FAVERO, «Le Note nella Vera Chiesa nella Lutheranismi Hypotyposis» di San Lorenzo Da Brindisi», in Laurentianum 41, 2000, Fasc. 1-2, 171-206.
[28] LORENZO DA FARA – REMIGIO BATTEL (Ed), Breviario Laurenziano. Meditazioni quotidiane dagli scritti di San Lorenzo da Brindisi, Padova, 1999.
[29] ANGELO CATAROZZOLO, Padre Brindisi. Apostolo senza frontiere: riflessioni sulla spiritualità di Giulio Cesare Russo, Galatina, 2005.
[30] Acta Apostolicae Sedis 51/1, 1959, pp.456-461; AOFMCap. 75 (1959) 49-54
[31] AOFMCap. 127 (2011) 11-13.
[32] AOFMCap. 75 (1959) 79-86. CLEMENTE DA MILWAUKEE, Lettera circolare, S. Lorenzo da Brindisi, dottore della chiesa universale, traduzione a cura dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di S. Carlo in Lombardia,Milano, Tipografia «Lux de Cruce», 1959. Un lungo estratto della lettera è riportato da COSTANZO CARGNONI, «Il significato storico, teologico e spirituale del titolo “doctor apostolicus” conferito a San Lorenzo da Brindisi, nel cinquantesimo anniversario (1959-2009)», pubblicato in Italia Francescana 85, 2010, 276-278. Su questo, si veda anche LEONARDO LOTTI, San Lorenzo da Brindisi. Dottore della Chiesa, Terlizzi, Edizioni Insieme, 2005.
[33] ARTURO M. DA CARMIGNANO DI BRENTA, San Lorenzo, I, 129- 178; 521-533.
[34] F. IGLESIAS, Alcune istanze formative nei documenti e nelle testimonianze del primo secolo cappuccino, Roma, Conferenza Italiana Superiori provinciali Cappuccini, 1990.
[35] ARTURO M. DA CARMIGNANO DI BRENTA, San Lorenzo da Brindisi, dottore della chiesa universale (1559-1619), I-IV/2, Venezia, Curia provinciale dei Frati Minori Cappuccini, 1960-1963.
[36] Fra questi, citiamo: ARTURO MARIA DA CARMIGNANO DI BRENTA, San Lorenzo da Brindisi: profilo biografico, Roma, 1959; IDEM, Missione diplomatica di Lorenzo da Brindisi alla corte di Spagna in favore della Lega cattolica tedesca (1609), Padova 1964; IDEM, voce Lorenzo da Brindisi, in Bibliotheca Sanctorum, VIII, Roma 1967,161–180; IDEM, Lorenzo da Brindisi 1559-1619: Dottore Apostolico, in: Santi e santità nell’Ordine cappuccino, I, Il Cinquecento e il Seicento, a cura di MARIANO D’ALATRI, Roma, Postulazione generale dei Cappuccini, Roma,1980,121-152(con bibliografia); IDEM, «Alcuni idee di San Lorenzo da Brindisi sulla donna», in Familiare 1982. Studi per le nozze d’argento Jurlaro-Ditonno, Brindisi, 1982, 107–204.
[37] Sull’opera di Da Carmignano di Brenta si veda: STANISLAO DA CAMPAGNOLA, «S. Lorenzo da Brindisi (1559-1619) e il rinnovamento cattolico postridentino. A proposito di una recente biografia», in Laurentianum 5, 1964, 403-420.
[38] COSTANZO CARGNONI, «Il significato storico, teologico e spirituale del titolo “doctor apostolicus” conferito a San Lorenzo da Brindisi, nel cinquantesimo anniversario (1959-2009)», pubblicato in Italia Francescana 85, 2010, 257-302. Fra le opere di Cargnoni su San Lorenzo, va almeno citata: COSTANZO CARGNONI (Ed), I frati cappuccini. Documenti e testimonianze del primo secolo, Voll. I.-IV, Perugia, 1988-1933, al Terzo Volume, passim.
[39] COSTANZO CARGNONI, Il significato storico, 258, e ARTURO M. DA CARMIGNANO DI BRENTA, San Lorenzo da Brindisi, IV: Documenti. Parte seconda, Venezia-Mestre 1963, 462s (doc. n. 1210).
[40] che “si trova a Roma, nell’Archivio Generale dei Cappuccini (AGC), cart. G 142/9: Editio Operum Omnium S. Laurentii Brundusini. I fogli non sono numerati per cui non possiamo dare una segnatura precisa ai singoli documenti.” COSTANZO CARGNONI, op.cit., 259.
[41] “AGC, G 142/9: documenti che riguardano la Editio Operum Omnium S. Laurentii Brundusini. Molti altri particolari sulla vicenda dell’infelice iniziativa di affidare al Perugi il lavoro di trascrizione e poi sul ricupero dei manoscritti si leggono in ARTURO M. DA CARMIGNANO DI BRENTA, San Lorenzo da Brindisi, III, Venezia-Mestre 1962, 753-756 con citazioni di lettere e documenti dell’Archivio Provinciale dei Cappuccini di Venezia.” Ivi, 262.
[42] Ivi, 262.
[43] Ivi, 265.
[44] Ibidem.
[45] Ivi,265-266.
[46] Ivi, 267.
[47] Ivi, 268.
[48] S. Laurentii Brundisini, De rebus Austriae et Bohemiae 1599-1612. Commentariolum autographum. Primum evulgavit notisque ac multis monumentis ineditis illustravit p. Eduardus Alenconiensis ejusdem Ordinis Archivo Praefectus, Romae, Apud Curiam Generalitiam, 1910.
[49] GIANLUIGI PASQUALE OFM,«La Teologia della Storia nella dottrina di san Lorenzo da Brindisi. In un margine di confronto con Martin Lutero» inALFREDO DI NAPOLI (Ed.), “Colloquium Charitativum”: San Lorenzo Da Brindisi in dialogo con i Luterani Atti del I Convegno di studi storico-ecumenici Bari, 29 aprile 2017, Bari, L’aurora Serafica, 2018,21-66. Sul Commentariolorum, si veda anche A.J.G. DRENAS, «Lorenzo da Brindisi’s ‘Commentariolum de rebus Austriae et Bohemiae’: an introduction to, and translation of, the Document in English», in Collectanea Franciscana, 85/3-4, Assisi-Roma, 2015, 595-629.
[50] BONAVENTURA DA COCCAGLIO, Ristretto istorico della vita, virtù e miracoli del B. Lorenzo da Brindisi, Generale dell’Ordine de’ Cappuccini, Venezia, Ed. Simone Occhi, 1783.
[51] F. SPEDALIERI, «S. Lorenzo da Brindisi e la prima edizione delle sue opere», in Gregorianum, Vol. 29, n. 2, 1948, 304-312. Una accurata descrizione e analisi bibliografica sui manoscritti viene fatta da P. ZILIO, «I manoscritti di S. Lorenzo da Brindisi. Primo approccio», in Laurentianum 41, 2000, 23-90 e da S. PELUSI, «Descrizione dei manoscritti laurenziani conservati presso l’Archivio Provinciale dei Cappuccini veneti di Venezia-Mestre», in Laurentianum 41, 2000, 91-110.
[52]Fra le varie sue opere, BERNARDINO DE ARMELLADA, «L’Eucaristia nella vita e nella dottrina di san Lorenzo da Brindisi», in G.FIORINI (Ed.), L’unico Salvatore. Teologia e grazia, Viterbo, Arti Grafiche Tofani, 1998, 167-181; IDEM,«La spiritualità di san Lorenzo da Brindisi dottore apostolico della Chiesa», in Laurentianum 41, 2000,111-149; IDEM, «San Francesco d’Assisi visto da san Lorenzo da Brindisi», in Italia Francescana 85, 2010, 321-335. IDEM, San Lorenzo da Brindisi, in Maria corredentrice. Storia e teologia.II: Scuola Francescana (Bibliotheca Corredemptionis B.V. Mariae. Studi e ricerche, 2), Frigento, Casa Mariana Editrice, 1999, 153-168; e dello stesso studioso l’edizione e traduzione spagnola del Mariale: SAN LORENZO DE BRINDISI (Doctor Apostolicus), Marial. Mar de Nazaret, «Virgen de la Plenitud». Traducción del Latín por Agustín Guzmán Sancho y Bernardino de Armellada. Introducción, notas y revisión por B. de Armellada, Biblioteca de Autores Cristianos, Madrid, 2004.
[53] F. SPEDALIERI, op.cit., 304-305.
[54] Ivi, 307.
[55] ALFREDO DI NAPOLI, «Introduzione La proposta del ‘Colloquium Charitativum’ nell’Anno Luterano (2017)», in ALFREDO DI NAPOLI (Ed.), “Colloquium Charitativum”: San Lorenzo Da Brindisi in dialogo con i Luterani Atti del I Convegno di studi storico-ecumenici Bari, 29 aprile 2017, Bari, L’aurora Serafica, 2018, 24.
[56] PAUL TOMBEUR, «L’opera teologica e pastorale di san Lorenzo da Brindisi e la sua informatizzazione. Significato per il nostro tempo», in Italia Francescana 85, 2010, 309-310.
[57] Lutheranismi Hypotyposis: Lorenzo da Brindisi, Lutero, I-III, a cura di Gregorio da Casteldelpiano, Siena, Cantagalli, 1932-1933.
[58] CLAUDIO DA SOLESINO, L’Apologetica di s. Lorenzo da Brindisi. Originalità. Studio storico-critico, Roma, Postulazione Generale dei Cappuccini, 1959.
[59] F.SPEDALIERI, op.cit., 309.
[60] Ivi,309-310.
[61] PAUL TOMBEUR, op.cit., 314.
[62] F.SPEDALIERI, op.cit.,310.
[63] PAUL TOMBEUR, op.cit.,315.
[64] CLEMENTE DI SANTA MARIA (Ed.), San Lorenzo da Brindisi: studi, conferenze commemorative dell’edizione Opera omnia, Roma 8-15 maggio 1949, Miscellanea Laurentiana, 1, Padova, Gregoriana, 1951.
[65] EZIO FRANCESCHINI, «S. Lorenzo da Brindisi – Studi, un vol. di p. XIII-261, Padova, 1951», in Vita e Pensiero, A.26 Fasc.1, gennaio-febbraio 1952, 91-92.
[66] COSTANZO CARGNONI, «Il significato storico, teologico e spirituale del titolo “doctor apostolicus” conferito a San Lorenzo da Brindisi, nel cinquantesimo anniversario (1959-2009) », in Italia Francescana 85, 2010, 257-302.
[67] IDEM, 272. Il testo è riportato in Analecta O.F.M.Cap. 75, 1959, 73-75 e da ARTURO M. DA CARMIGNANO DI BRENTA, San Lorenzo da Brindisi, IV: Documenti. Parte seconda, 468-470, doc. 1218.
[68] ARTURO M. DA CARMIGNANO DI BRENTA, San Lorenzo da Brindisi, IV: Documenti. Parte seconda, 470-472, doc. 1219. Il testo della lettera in Acta Apostolicae Sedis 51/1, 1959, 456-461.
[69] Riporta Cargnoni: “P. Bernardino da Cittadella preparò vari articoli per diverse riviste e scriveva da Conegliano il 21 marzo 1959 al Postulatore generale p. Bernardino da Siena: «Finalmente ho terminato sei articoli su S. Lorenzo da Brindisi Dottore della Chiesa. 1.Uno per la Rivista del Clero Italiano (Milano) o per la Palestra del Clero (Rovigo). 2. Uno per la Settimana del Clero (Roma). 3. Uno per L’Osservatore Romano della domenica (Per L’Osservatore Romano mi si dice che ha preparato un dotto e brillante articolo p. Ilarino da Milano dell’Università di Roma). 4. Uno per i quotidiani cattolici L’Avvenire d’Italia, di Bologna, Il quotidiano di Roma, L’Italia di Milano ecc. 5. Uno per altri giornali quali Il Gazzettino di Venezia, Il Popolo di Roma ecc. 6. Uno per i settimanali cattolici del Veneto che potrebbe essere utile per tutti i settimanali cattolici d’Italia» […] La stampa del volume di p. Claudio da Solesin, L’apologetica di S. Lorenzo da Brindisi. Originalità nei primi giorni di aprile 1959 era ultimata. A sua volta p. Agostino da Triggiano aveva preparato una biografia divulgativa del Santo e il Ministro generale Clemente da Milwaukee in data 4 maggio 1959 volle che fosse inviata alla sua revisione prima che venisse divulgata. Anche l’Istituto Storico preparò un volume in onore del Santo che – scrive p. Melchiorre da Pobladura – «uscirà verso il 15 del prossimo luglio». Queste edizioni erano pronte e si stava aspettando la pubblicazione ufficiale del Decreto del dottorato del Santo. Ecco altri titoli apparsi in quell’occasione: C. DE VITO, St. Lawrence of Brindisi, the apostolic doctor, 1559-1619, The Catholic truth society of India, Tiruchirappalli 1959; DAVID A BALLYVOURNEY, St. Laurence of Brindisi, OFM Cap., doctor of the Church, Dublin 1959; G. DEFRENZA, San Lorenzo da Brindisi, dottore della chiesa. (Gens sancta), Bari 1959; San Lorenzo da Brindisi: omaggio della Provincia dei Cappuccini di Genova al “suo” Provinciale (1613-1616), proclamato Dottore della Chiesa, Curia Provinciale dei Minori Cappuccini, Genova 1959; BERNARDINO DA CITTADELLA, Eminenza di santità, di dottrina e di apostolato in S. Lorenzo da Brindisi, nuovo dottore della chiesa, L’Italia Francescana, Roma 1959; S. Lorenzo da Brindisi, Cappuccino, dottore della S. Chiesa: Chiesa dei Cappuccini, festeggiamenti solenni, S. Francesco a Montughi, Firenze, 12-18 ottobre 1959, Tipografia S.T.E.D., Firenze 1959; San Lorenzo da Brindisi, Doctor Apostolicus, nella proclamazione a Dottore della Chiesa, e nel IV centenario della nascita, 1559-1619, Palestra di cultura degli studenti cappuccini, Venezia 1960 (Ex: Unione serafica, anno 24, n.1); LUCA DA CARRÉ, San Lorenzo da Brindisi dottore apostolico, L’Italia Francescana, Roma 1960 (da L’Italia Francescana, 35, 1960); AMEDEO DA VARAZZE, San Lorenzo da Brindisi, dottore della Chiesa, Curia provinciale dei FF. MM. Cappuccini, Genova 1960; San Lorenzo da Brindisi: solenni celebrazioni per il IV centenario della nascita e per la proclamazione a dottore della Chiesa: Bari, 16-22 maggio 1960, Curia Provinciale dei Frati Minori Cappuccini di Puglia, Bari 1960; DOMINICUS AB HERNDON, Saint Lawrence of Brindisi, doctor of the Church and the primary principle of Mariology, Istituto Storico dei Frati Minori Cappuccini, Roma 1961 (da Collectanea Franciscana, 31, 1961); CONANUS MCCREARY A MONACA, Christ the savior, accordig to st. Lawrence of Brindisi, o.f.m.cap., doctor of the universal Church (Collegium S. Laurentii a Brundisio, Roma – Diss. Theol.), [Pontificia Universitas Gregoriana] Roma 1964.” COSTANZO CARGNONI, op.cit., 278-279.
[70] SALVATORE DA VALENZANO, I Cappuccini nelle Puglie. Memorie storiche (1530-1626), Bari, 1926
[71] R.A.SAVOIA, La provincia dei frati minori cappuccini di Puglia, 5 secoli di storia. Primo Centenario della rifondazione della Provincia (1908-2008), Atti del Convegno storico Lecce 18 ottobre 2008-Bari 3 novembre 2008, Lecce, 2010.
[72] Thesaurus Laurentii a Brundusio, I. Opera theologica et exegetica: enumeratio formarum, index formarum a tergo ordinatarum […]; II. Sermones, curantibus P. Tombeur – et al., Turnhout 2005-2007 (Corpus Christianorum. Thesaurus Patrum Latinorum. Series A, Formae TPLTA).
[73] PAUL TOMBEUR, L’opera teologica e pastorale di san Lorenzo da Brindisi e la sua informatizzazione. Significato per il nostro tempo», in Italia Francescana 85, 2010, 303. Il contributo del Prof. Paul Tombeur, Ordinario emerito dell’Università cattolica di Lovanio, riprende la relazione tenuta dallo stesso a Padova, il 15 Ottobre 2009, nel Santuario di San Leopoldo Mandic, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2009-2010 dello Studio Teologico affiliato «Laurentianum» dei Cappuccini di Venezia e del 50° anniversario della proclamazione di San Lorenzo “Dottore della Chiesa”.
[74] PAUL TOMBEUR, op.cit., 308.
[75] ALFREDO DI NAPOLI, La storia si fa preghiera. Litania pro serenissimo rege Maximiliano II contra Turcas (1566), Bari, L’Aurora Serafica, 2016.
[76] ALFREDO DI NAPOLI, Secundum Regulam ex Eleemosinis. Il Salento e i suoi frati cappuccini (secoli XVI-XVII), Bari, L’Aurora Serafica, 2017, 239-328.
[77] Si veda anche VINCENZO CRISCUOLO, «San Lorenzo da Brindisi e i due monasteri brindisini delle cappuccine “Santa Chiara” e “Santa Maria degli Angeli”», in Collectanea Franciscana 79/1-2, Assisi-Roma, 2009, 149-179.
[78]ALFREDO DI NAPOLI (Ed.), “Colloquium Charitativum”: San Lorenzo Da Brindisi in dialogo con i Luterani Atti del I Convegno di studi storico-ecumenici Bari, 29 aprile 2017, Bari, L’aurora Serafica, 2018.
[79] ALFREDO MARCHELLO, «Lorenzo da Brindisi: uomo del passato, santo del nostro tempo » in ALFREDO DI NAPOLI (Ed.), Colloquium Charitativum”: San Lorenzo Da Brindisi in dialogo con i Luterani, XV-XVII.
[80] RUGGIERO DORONZO, «La Biblioteca Provinciale dei Cappuccini di Puglia e il Colloquium Charitativum»,Ivi, XIX-XX.
[81] ALFREDO DI NAPOLI, «La proposta del ‘Colloquium Charitativum’ nell’Anno Luterano (2017) »,Ivi, XXI-XXV.
[82] FRANCESCO NERI OFM, «San Lorenzo da Brindisi “Doctor Apostolicus”. La teologia al servizio dell’evangelizzazione», Ivi, 1-19, già pubblicato in L.LOTTI (ed.), Solus amor hic me tenet. Scritti in onore di Salvatore Palese, Monopoli (BA), Edizioni Viverein, 2013,319- 335. Dello stesso autore, «San Lorenzo da Brindisi “Doctor Apostolicus”. La teologia al servizio dell’evangelizzazione», in Italia Francescana 85, 2010, 126-141.
[83] GIANLUIGI PASQUALE OFM,«La Teologia della Storia nella dottrina di san Lorenzo da Brindisi. In un margine di confronto con Martin Lutero», Ivi, 21-66. Di Gianluigi Pasquale, si segnala anche «La parola dalla Scrittura: l’attualità della teologia in San Lorenzo da Brindisi Dottore della Chiesa», in Italia Francescana 85, 2010, 249-255.
[84]PAOLO COCCO OFM, «Lorenzo da Brindisi e Martin Luther. Dal conflitto alla comunione? », Ivi, 67-75.
[85] ANGELO ROMITA,«Papa Francesco e i risultati di Lund. La Dichiarazione congiunta cattolico-luterana (31.X.2016) », Ivi, 77-83.
[86] ALFREDO DI NAPOLI, «Dal Conflitto tra san Lorenzo da Brindisi e P. Leyser al Consenso cattolico-luterano (1607-1999)», Ivi,101-134. Contributo già pubblicato in Parola e Storia, Rivista dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Lorenzo da Brindisi” dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni (Facoltà Teologica Pugliese), 21, a. XI/1, 2017, 39-66.
[87] MECHTHILD LATTORF, «Predigt zum 500. Gedenktag der Reformation Bari 2017»,Ivi, 135.143.
[88] MARIO SPEDICATO, «Conclusioni», Ivi, 145-148.
[89] «Documenti», Ivi,149-181.