Carte d’amore

Un libro sull’amore è un libro sul desiderio. Perché l’alfabeto che compone la lingua dell’amore è il desiderio: ogni lettera di quell’alfabeto ha una sua pronuncia, e un suo tono. Raccontare il desiderio è dire delle sue avventure, del suo scacco, e soprattutto del suo fantasma: perché la mancanza è l’energia stessa del desiderio. Come l’illimitato ne è l’orizzonte. Insomma, dicendo dell’amore, così come la letteratura lo rappresenta, si mostrerà soltanto la tessitura – ora favolosa, ora intricata, ora splendente, ora oscura – del desiderio. Dunque del rapporto con la presenza o con l’assenza dell’altro, e di quel che è al di là dell’altro, sua ombra, sua parvenza. Ma anche di quel che l’altro porta con sé quando si fa, in un corpo, ritmo del pensare, attesa, memoria, velo del dire e dell’agire. Oppure miraggio. Raccontare il desiderio è sostare nel paese sconfinato dell’altro.

Nella lingua dell’amore il tu è il pronome dominante: dire l’amore è narrare il cammino verso il tu, inteso come sorgente del riconoscimento di sé, fondamento di colui che dice io. Presenza, cioè volto: principio della gioia, e del godimento che della gioia è corporea declinazione. Ma il tu è anche finestra che permette all’amore di affacciarsi, di là dalla singolarità irripetibile dell’uno, su ogni altro vivente.

Poesia e narrazione hanno accompagnato, lungo il tempo, lo stesso sorgere dell’amore. Lingua che presta al desiderio la sua forma. Così il bacio di Paolo e Francesca, nei versi dell’Inferno dantesco, si sovrappone al bacio di Lancillotto e Ginevra, una passione riconoscendosi in un’altra fantasticata. Dialogando con Mercuzio se sia cosa tenera l’amore oppure cruda e aspra, Romeo varca la soglia della sala dove sta per rivelarsi il corpo leggero e danzante della fanciulla dei Capuleti, Giulietta. Werther e Lotte, nel romanzo di Goethe, riconoscono la loro passione, danno ad essa nome e reciprocità, interrompendo nel pianto e con l’abbraccio la lettura di Ossian. Ed Emma Bovary cerca invano di scorgere nei suoi clandestini incontri qualche riflesso di quell’azzurro dell’amore che adolescente, in collegio, aveva contemplato nei romanzi. Un sapere dell’amore che, come i libri di cavalleria per Don Chisciotte, si fa respiro dei personaggi: a loro volta momenti di una rappresentazione poetica o romanzesca dell’amore.

E ancora, nel dire dell’amore può accadere che velatura alla riflessione sia un fluttuare inatteso di immagini: simulacri e pensieri che salgono dalla propria esperienza dell’amore. Velatura, nel caso di questo libro, presto dissipata dal coro di voci – «versi d’amore e prose di romanzi » – che chiedono di prendere la scena.

Questo saggio, dando forma raccolta a motivi affidati lungo gli anni a lezioni, o a seminari, è per gran parte una meditazione su quelle figure che di una lingua dell’amore sono come un abecedario essenziale, seppur provvisorio: schegge di una configurazione al cui formarsi ogni lettore può contribuire con un dettaglio, attingendo alle risorse delle proprie letture e delle proprie esperienze. Un libro sull’amore, per sua natura, non può che ospitare nei suoi margini pensieri d’amore, considerazioni sull’amore. O esempi di amore.

Alle pagine dedicate alle figure d’amore segue un intrattenimento descrittivo intorno al paesaggio dell’amore. Tra le due parti, un intermezzo: la lettura del Simposio di Platone, luogo fondativo, insieme al Cantico dei Cantici, del discorso occidentale sull’amore. Ognuno dei tre momenti del libro ha, al margine, alcune considerazioni su noti esempi di iconografia.

Transitando per queste regioni si può osservare che l’amore, nel pieno della sua luce, non solo è riconoscimento del tu come principio che vivifica il sé, ma proprio nell’incontro con l’altro può farsi passione del mondo, considerazione delle sue ferite, del suo tumultuante accadere.

«L’amor che move il sole e l’altre stelle»: l’ultimo verso della Commedia, dentro e al di là della sua lettura teologica, ci dice dell’amore come principio e movimento dell’universo. L’esperienza d’amore dei singoli e delle specie viventi è una particella di quel principio: battito di un’armonia forse solo sognata. Un sogno che la scrittura, forma anch’essa del desiderio, non cessa di raccontare.

[Per gentile concessione dell’autore, pubblichiamo la Premessa a Carte d’amore, Bollati Boringhieri, Torino 2022, pp. 9-12. Da oggi in libreria.]

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