di Emilio Filieri
Abstract. According to Mario Marti in the elite cenacle of the new Florentine poets the initial sodalitas with Guido Cavalcanti delivers the image of a dynamic Dante in the reworking-adaptation to the ‘aristocracy of the heart’ on Guinizelli’s intuitions. The first friendship with Cavalcanti fades irremediably in the season following the prosimeter Vita nova. The critical-cultural awareness towards Guittone pushes Dante to a higher degree of development also towards Cavalcanti, who is less open to confident forecasts, as he sees himself in «heavy weight» under the irrational blows of Love. With equal and speculative poetic force the ‘other Guido’ is radically opposed to Dante’s thought, but Cavalcant’s ‘matter’ is, after all, the one abandoned by Dante. Dante’s thought is forged in the interventions of life, in the res publica, between clashes and pleasure of encounters: from ‘petrose’ rhymes up to the role of prior and up to the moral compositions Dante’s disposition is less distant compared to his stylnovistic experience, which is crystallized in a moment, but that comes back condensed and distilled in the mature Dante. The figure of Beatrice returns and she comes true to a higher height: she is reworked and intimately repurchased through the confrontation with a larger life. Beatrice is fully realized for Dante, inside and outside Dante, as subsumed from yeast to supreme synthesis.
Riassunto. Fra gli aspetti emergenti dalla riflessione critica di Marti sui due Guidi, il primo riguarda l’iniziale sodalitas di Dante con Guido Cavalcanti nell’elitario cenacolo dei nuovi poeti fiorentini, con il giovane auctor dinamico nel rielaborare temi dell’aristocrazia del cuore generata dalle intuizioni di Guinizelli. Dopo la Vita nova sfuma irrimediabilmente l’amicizia con Cavalcanti: la coscienza critico-culturale rispetto a Guittone spinge Dante a un grado superiore di svolgimento, anche nei confronti dello stesso Cavalcanti, in greve “pesanza” sotto i colpi di Amore. Il secondo aspetto è l’antagonismo sul versante della filosofia e dell’ideologia letteraria comprensiva del senso profondo dell’amore; con pari energia poetico-speculativa l’altro Guido si oppone radicalmente al pensiero dantesco, ma la ‘materia’ cavalcantiana in fin dei conti è proprio quella abbandonata da Dante. Il terzo aspetto considera che il pensiero di Dante si forgia negli interventi della vita e nella res publica, fra scontri e incontri: dalle petrose fino al priorato e alle canzoni morali vi è minore distanza di disposizione di Dante rispetto alla sua esperienza stilnovistica; ma questa, cristallizzata a un momento, rimonta distillata nel Dante maturo. Così la figura di Beatrice si invera a un’altezza superiore e si realizza per Dante, dentro e fuori Dante, sino alla suprema sintesi.