Sugli anni della formazione italiana di de Ursis c’è molta discordanza fra i biografi. Giovanni Barrella, che lo chiama “Sabbatino” e indica per sbaglio come data di nascita il 1572, dice: “lo mosse a domandare l’abito del Loyola l’11 novembre 1598 a 25 anni d’età, entrò nel noviziato della Compagnia in Roma e da questa passò a quella di Napoli il 22 gennaio 1600”. In nota, scrive: «Nel libro MS nel noviz[iato] di Roma, 11.11.98 e del Catal[ogo] di Roma 1598 va notato col nome Sabb. de Ursi[16] d’Aleci e Sabb. D’Urso leccese nel libro MS del nov[iziato] di Napoli, 22.1.1600, col nome Sabb. De Ursis leccese (Arch. S.I.) – pensiamo che il vero nome del n[ostro] apost[olo] sia D’Urso raddolcitogli in Napoli, in De Ursis – il nome De Ursis non è salentino. L’incompletezza dei documenti parrocc[hiali] locali lascia tuttavia insoluto il nostro dubbio»[17].
D’ Elia non fa riferimento all’ingresso a Napoli e dice: «studiata la filosofia entrò nella Compagnia di Gesù in Roma il 12 novembre 1597»[18]. Ugo Baldini dice: «Alcune fonti lo dicono formato in matematica nel Collegio romano. All’inizio del 1600 era a Benevento, e nel marzo 1602 partì per l’India; perciò poté studiare a Roma solo nel 1600 e nel 1601 (anni privi di cataloghi). De Ursis è uno dei più interessanti matematici gesuiti in Asia. Nato a Lecce nel 1575, divenne gesuita nel 1597 a Napoli, dove studiò; partì da Lisbona nel marzo 1602. Dal 1603 a Macao (destinato in Giappone, poi in Cina); dal 1603 al 1606 studiò teologia a Macao», e cita il Catalogo del 1604[19].
Il Menologio di Patrignani dice che fu ammesso nella Compagnia nel 1597, fece i suoi studi nel Collegio Romano, ed entrò in Cina nel 1608[20]. Padre Tacchi Venturi scrive: «il più antico catalogo e manoscritto nel quale m’avvenne di ritrovare il suo nome è quello della Domus Professa Beneventana del 1599, nel quale viene ricordato: aetas: 34 an.[21] Vires: Bonae. Tempus Societatis: 12 novembre 1597. Tempus studiorum: Foris studuit filosophiae. Ministeria: docuit grammaticam». Poi dice che partì per le Indie Orientali nel 1601: «In un catalogo della provincia di Napoli dell’anno 1601, fatto in gennaio 1602, sotto la rubrica: mandati in altre provincie, leggo: nelle Indie: Antonio Albertino, Vincenzo Antoglietta, Sabatino de Ursis, Vincenzo Cafiero. Nel 1604 era studente di teologia in Macao insieme con dieci altri italiani»[22]. Joseph Dehergne dice: «introduit en Chine la pharmacie europèenne et la distillation des essences. Architecte». Inoltre dà l’ingresso a Napoli il 6 novembre 1597. Imbarco da Lisbona, 25 marzo 1602 e arrivo a Macao, 1603; 1606, Nanchang; 1607, Pechino, espulsione da Pechino il 18 marzo 1617 e trasferimento a Cantòn (rif. J-S 161-I, 37)[23]. Il Southwell indica nel 1597 la data di ingresso[24]. Parimenti il Sommervogel[25], Bertuccioli[26] e Baldini[27]. Il Santagata indica il 1598[28] e così anche lo Schutte[29]. A sgomberare il campo da tanti malintesi, il recente saggio di Davor Antonucci che ne indica le fonti prima nel libro dei novizi della Casa di probazione di Napoli, che dice: «Sabatino de Ursis leccese entrò in Roma nella Comp(agni)a a di 11 di 9bre [15]98 e venne in q(uest)o Nov(itia)to di Napoli a di 22 dì Gennaro 1600»[30]; e poi nel registro dei novizi di Roma, che dice: «Nov(emb)re 1598 Sabbatino de Orsi d’Aleci, d’anni 25 venni a St. And(re)a alli XI No. 1598. Portò seco un cappello di feltro. Ferraiolo di burattino. Sottana di mocaiato. Grupponi di zibellotto. Camisciola di rascia. Calzoni di rascia. Calzette di stame nere. Camiscie due. Fazzoletti 3. scarpini duoi paia. Scuffa una con un sciugatoro piccolo. Scarpe di preggio… Io Sabbatino affermo quanto sopra»[31]. Un’altra importante conferma viene portata da Davor Antonucci con la Historia Dom. Prob. SS. Andrea di Roma del anno MDLXIIII parte seconda[32], ovvero la storia della Casa di probazione di S. Andrea al Quirinale di Roma (1565-1625), il cui “codice manoscritto riporta tra i 38 novizi ammessi nel 1598 «Sabbatino d’Urso Leccese a 11 nov. 1598»”[33]. E del resto, la presenza a Napoli viene confermata indirettamente dallo stesso de Ursis nella succitata lettera a Bernardino Realino[34].
Appare così chiaro che Sabatino de Ursis fece il suo ingresso nella Casa di probazione di Sant’Andrea al Quirinale in Roma l’11 novembre del 1598 e successivamente si recò a Napoli.
Ulteriore conferma del suo ingresso a Roma ci viene dalla lettera che Sabatino de Ursis scrive da Macao al Generale della Compagnia Acquaviva il 9 /2/1606: «io sono già de 32 anni, del resto il P. Ludovico Maselli, et il P. Bernardo de Angelis [† 1623], che mi posero nella Comp.a stando nel seminario in Roma daranno relatione di me à V.P.»[35].
Dunque la formazione di de Ursis vede inconfutabilmente come prima tappa Roma e come seconda Napoli. “Ad ulteriore sostegno di questa tesi”, scrive Antonucci, “ci sono le parole del provinciale Fabio de Fabii che nel giudizio dato su de Ursis ricorda che «ha finito poco fa il novitiato et fatti i voti»[36]. Poiché il giudizio è in calce ad una richiesta di aiuto di Sabatino del gennaio del 1601, i due anni di noviziato ci riportano al 1598”[37].
Quanto all’ingresso a Roma nel 1598, oltre al già citato libro dei Novizi di Sant’Andrea al Quirinale[38], un’ulteriore conferma della sua permanenza a Roma ci viene da una lettera di Sabatino del 9 febbraio 1606 da Macao, in cui rivolge un saluto a Ludovico Maselli[39] e a Bernardo De Angelis[40], «che mi posero nella Comp[agni]a […] nel seminario di Roma»[41].
Come riporta Prosperi, all’ingresso a Sant’Andrea al Quirinale i candidati ricevevano un questionario di ventidue domande, l’età minima per la richiesta era di quattordici anni e non vi doveva essere alcun impedimento per motivi di salute[42]. Noi sappiamo che de Ursis non godeva di ottima salute, già prima del suo ingresso in Compagnia, come riporta Trigault nel 1621[43]. Risulta dunque strano che egli sia comunque stato ammesso. Al Collegio di Roma, Sabatino ha per maestro anche Fabio de Fabii (1543-1615)[44]. Antonucci riporta una «lettera conservata nel Fondo Gesuitico (FG 733, f. 116r) che, sebbene non sia una lettera destinata al generale della Compagnia, al tempo Claudio Acquaviva (generale dal 1543 al 1615), è indirizzata verosimilmente a Fabio de Fabii»[45] ,e questa lettera è importante anche perché da una postilla di de Fabii, “«..ha finito poco fa il novitiato et fatti i voti»[46], veniamo a conoscenza che de Ursis pronuncia i voti semplici durante il periodo di permanenza nella Provincia napoletana tra la fine del 1600 e l’inizio del 1601, probabilmente a Benevento o a Salerno”[47]. Da una lettera di Matteo Ricci a questi, Pechino 23 agosto 1608, apprendiamo: «Qua parlo di Lei, anco fra quei che non la conoscono; ma l’anno passato, venne a questa residentia a star meco il P. Sabbatino de Ursis, devotissimo di V. R., e così ne parliamo anco più alla distesa»[48]. Sabatino de Ursis è probabilmente allievo dell’astronomo Christoforo Grienberger (1564-1636)[49]. Studia retorica, filosofia e teologia ma, proprio come era stato per Ricci, le scienze dovevano attirare la sua attenzione. E come Cristoforo Clavio fu un mentore per Ricci, così Griemberger fu per de Ursis fonte di grande ispirazione. De Ursis venne sicuramente rapito dalle osservazioni astronomiche e dovette essere entusiasta nell’utilizzare gli strumenti tecnologici che il Collegio Romano metteva a disposizione, come quadranti, globi, sfere armillari, ecc.
Oltre alla permanenza di Sabatino in una data imprecisata a Benevento citata da Tacchi Venturi[50], dal Catalogo del Collegio di Salerno, riportato da Antonucci, risulta una sua permanenza in quella città[51]. Sono gli anni in cui è presente nel collegio salernitano padre Michele Ruggeri[52], una presenza che non va sottovalutata come determinante nella scelta del missionario de Ursis per l’Oriente
Tornò poi a Napoli da dove partì poi “per le Indie”, nel 1601, come informa il già citato Tacchi Venturi[53].
Dal 1601 de Ursis risulta associato alla provincia lusitana[54]. Da varie relazioni sappiamo che i gesuiti italiani diretti in Portogallo si imbarcavano a Livorno e da qui raggiungevano Genova, quindi, sempre via mare, Marsiglia, per poi proseguire via terra per la Spagna e giungere infine a Lisbona[55].
Non disponiamo delle indipetae di de Ursis, non possiamo escludere che l’invio in missione fosse dovuto ad un ordine superiore, sebbene Sabatino faccia un indiretto riferimento ad essenella lettera del 9/02/1606 da Macao al Generale Acquaviva: «Domandai a V.P. che me mandasse al Giappone»[56]. Come possiamo notare, la prima scelta di de Ursis non era la Cina ma il Giappone. Antonucci e Russel hanno ricostruito il complesso processo attraverso cui è stata operata l’accettazione della candidatura alle missioni del gesuita ruffanese[57].
Nel 1602 egli frequenta ancora il Collegio di Coimbra, in Portogallo. Ce lo dice lui stesso nella lettera del 20 aprile 1611 che da Pechino invia ad Antonio Mascarenhas, Assistente del Portogallo: «Obbligo grande che ho verso V.R., per amor di carità che mi dimostrò al tempo in cui stavo nel Collegio di Coimbra, nell’attesa di imbarcarmi per l’India»[58]. Seppure breve, molto intensa dovette essere la formazione portoghese per Sabatino de Ursis. Il 25 marzo 1602, egli si imbarca da Lisbona, per raggiungere Macao. Della sua partenza da Lisbona abbiamo una dettagliata descrizione ad opera di un compagno di corso e di traversata, il beato Giovanni Battista Zola (1593-1625), grazie alla cui testimonianza possiamo ricavare molte informazioni anche sul salentino. Nella spedizione del 1602, sulle sei navi della Carreira da India erano presenti 60 gesuiti, fra i quali, oltre a Zola e de Ursis, anche Camillo Costanzo (1571-1622)[59]. Lasciata Coimbra il 13 marzo, dopo aver recitato le litanie in una Chiesa dedicata alla Madonna e dopo «gli ultimi abbracciamenti e scambievoli vale»[60], dopo quattro giorni raggiunsero Lisbona, per essere accolti nel Collegio di Sant’Antonio prima della partenza. I missionari, «come si faceva a quel tempo»[61], furono ricevuti dal viceré del Portogallo[62], e l’indomani mattina, come riporta Wiki[63], de Ursis s’imbarcò insieme ad altri 11gesuiti sulla Nossa Senhora da Bigonha, un galeone che operava sulla rotta transoceanica[64]; ma la piccola flotta, a causa dei malversi venti, poté prendere il largo solo il 25 marzo, festa dell’Annunciazione: «con grande speranza c’ingolfammo nell’immenso nel tempestoso Oceano»,dice Zola[65]. Anche Henrique Leitão, in The contents and context of Manuel Dias’ Tianwenlüe, indica la nave con cui è partito de Ursis, rifacendosi a Wicky: «Although they both left Lisbon on March 25, 1602, Rubino sailed in the Nossa Senhora da Paz, and Ursis in the Nossa Senhora da Bigonha. Wicki, Liste der Jesuiten-Indienfahrer, 1541-1758»[66].
Dopo sette mesi, il 14 settembre, l’arrivo a Goa. Il 19 dicembre da Goa, informa sempre Zola, «con quasi manifesto miracolo siamo tutti […] arrivati a questo porto»[67]. Nella città di Goa de Ursis si ferma per sette mesi, nel collegio di San Paolo[68]. Riprende poi il mare e, dopo una breva sosta a Malacca, l’arrivo a Macao nell’estate del 1603.
Della sua permanenza Macao, scrive de Ursis a Ludovico Maselli ( 20/01/1625): «Io me ritrovo in questo Collegio de Macao, quale è un’ Collegio dove stanno più di Cinquanta de nostri, fù fondato dal P. Valignano, et lui lo sostenta senza intranta [sic], et senza speranza de haverla per star questa Città in mezzo del mare in una Isola; hà in questo Collegio tutte le classe [193r] Inferiori, un corso de philosophia, et due lettioni de Theologia, et una de casi di conscienza, et è come un seminario de n.ri per stare nell’intrata della China, et Giappone; hò finito quest’anno la Theologia»[69]. Non va sottovalutato il fatto che sulla via delle missioni indiane de Ursis sia stato preceduto dal suo conterraneo, P. Francesco Perez al secolo Scipione /Francesco Mogavero, già menzionato, e ancor prima, sempre proveniente dal Salento, per la precisione da Montesardo, Francesco Riccio (1543-1608), missionario in India[70].
Diamo ora una rapida carrellata delle opere e della sua permanenza in Cina.
Lasciata Macao nel 1606 insieme a Lazzaro Cattaneo, de Ursis fa il suo ingresso in Cina, dove raggiunge nel 1607 Pechino. Dalla Cina, Matteo Ricci, ripetutamente, aveva fatto richiesta dell’invio di padri conoscitori della matematica, ritenendo che, grazie alle conoscenze scientifiche, sarebbe stato possibile arrivare alla conversione al cattolicesimo della nazione sinnica.
De Ursis, a Pechino, lavora con Ricci, insieme al mandarino convertito Xu Guangqi, il “dotto Paolo” o “Paolo Xu” (1562-1633)[71], alla redazione di un atlante occidentale, opera che verrà ultimata e pubblicata nel 1623 dal gesuita Giulio Aleni (1582-1649) dal titolo Geografia dei paesi stranieri alla Cina – Zhifang Waiji. ( 職方外紀 )[72]. Lavora, inoltre, alla traduzione dell’“Euclide” di Cristoforo Clavio. Il secondo volume dell’opera, lasciato incompiuto da Ricci, viene revisionato radicalmente da Xu Guangqi, de Ursis e Diego Pantoja, come il mandarino cinese riporta nella prefazione dell’opera[73]. Il 20 aprile 1611, Sabatino scrive una lettera a P. Antonio Mascerenhas, Assistente del Portogallo e già suo maestro al tempo della breve permanenza al collegio di Coimbra, nella quale riporta le informazioni biografiche su Ricci[74]. Lo scritto verrà pubblicato nel 1910 da Padre Pietro Tacchi Venturi con il titolo P.Matheus Ricci S.J. Relaçao escripta pelo seu companheiro P. Sabatino De Ursis S.J.[75] e rappresenta la fonte principale di Nicola Trigaut (1577-1628) per la sua opera biografica su Matteo Ricci: De Christiana expeditione[76]. De Ursis è stato il primo astronomo gesuita che introdusse la meccanica occidentale in Cina[77]. Nell’autunno 1611 pubblica Chien-p’ing-i-shuo o Jian ping yi shuo [Saggio sulla sfera armillare], con una prefazione scritta da Xu Guangqi[78]. Egli previde l’eclisse solare del 15 dicembre 1610 e ricalcolò le coordinate di Pechino. Per questo, nel 1611, insieme al compagno spagnolo Diego Pantoja (1571-1618) riceve l’incarico dall’imperatore Wanli di collaborare alla riforma del calendario cinese. Nel 1612 detta a Xu Guangqi che la trascrive in cinese, L’idraulica Occidentale /(Trattato sulle pompe idrauliche)”Tai xi shui fa ( 泰西水), un’opera in 6 volumi su carta di bamboo, che introduce per la prima volta elementi della tecnologia idraulica occidentale in Cina[79]. La fonte a cui fa riferimento de Ursis è il testo di A. Ramelli Le Diverse et artificiose machine del capitano Agostino Ramelli (Parigi, 1588). L’ Idraulica verrà inserita – insieme a scritti di Ricci e di altri gesuiti – nel Tianxue chu han (天 學 初 函 La prima raccolta di scienze celesti ) compilata nel 1626 da Li Zhizao e ripubblicata nel1640 in Nongzheng quanshu (農政全書) ), poi ristampata a Shanghai nel 1843[80]. Nel 1614 de Ursis scrive il Biao du shuo ( 表度說 ) (Saggio sul quadrante geometrico) / De Gnonomica[81], un trattato illustrato di astronomia dove il gesuita dimostra la sfericità della terra; la prefazione è scritta da Xing Mingyu, futuro Ministro della guerra. I tre scritti di Padre Sabatino verranno inseriti nella grande raccolta enciclopedia cinese del Siku Quanshu (La Totalità dei Volumi dei Quattro Magazzini) pubblicata nel 1773 e nelle successive edizioni[82].
Nel febbraio 1616, i Gesuiti vennero banditi dalla Cina, ma prima di essere cacciati da Pechino, de Ursis e Pantoja presentarono all’imperatore il Jujie (具揭), un’ apologia del cristianesimo. Dopo una breve permanenza a Canton, lasciarono il paese per rientrare nel 1617 a Macao, dove de Ursis ricopre il ruolo di “Mestre dos livros sinicos que vejo da China”, come riporta il catalogo del giugno 1618[83]. Nel 1618, de Ursis scrive il De cognitione Veri Dei apud Litteratos, opera smarrita ma le cui argomentazione saranno riprese nella stesura del Traitè sur quelques points de la religion des chinois diNicolò Lombardo (1565-1654). Il trattato affronta la questione della traduzione del termine “dio” in cinese, della compatibilità con il cattolicesimo dei riti confuciani tributati ai defunti e in definitiva del rapporto tra Cattolicesimo e Confucianesimo. Le opinioni su tali argomenti erano radicalmente divergenti, anche tra gli stessi gesuiti, tanto da creare una frattura profonda con tutti gli altri ordini religiosi. Il Trattato, secondo quanto riporta Intorcetta, per mano del gesuita Vallat, venne in possesso di Antonio de Santa María Caballero che lo tradusse anche in spagnolo[84]. La copia di cui parla Intorcetta, riferendo la testimonianza dei padri Francesco de Ferrari e Adam Shall, è l’unica salvatasi dalle fiamme ordinate dai due superiori nel 1649: «igne combusti anno 1649»[85]. Come precisa Criveller, si tratta del rapporto di Nicolò Lombardo bocciato dai confratelli nel gennaio 1628 in occasione della conferenza di Hángzhōu, che si presumeva distrutto, secondo la pratica di cancellare, quando vi fossero, le evidenze di disaccordi[86]. Il trattato di Lombardo, pertanto, non verrà pubblicato dalla Compagnia di Gesù ma dal grande filosofo Leibniz, nel 1701[87]. La cosiddetta “Controversia dei Riti Cinesi” interesserà il mondo intellettuale del XVII- XVIII secolo. La posizione ultima assunta dalla Compagnia è a favore della compatibilità del confucianesimo con il cattolicesimo, ma verrà rigettata dalla dottrina cattolica ufficialmente nel 1742 per essere poi riammessa solo nel 1939[88].
Sabatino de Ursis muore di morbum ignotuma Macao il 3 maggio 1620[89]. Il padre Terentius (Johannes Schreck), già linceo e amico di Galileo, esegue l’autopsia sul corpo di de Ursis e documenta il tutto[90]. Infine, nel luglio 2016, il prof. Antonio Vasconcelos de Saldanha (Università di Macao) ha scoperto, nella Biblioteca Ajuda di Lisbona, un manoscritto di de Ursis, che non è ancora stato pubblicato[91]. Questo testo potrebbe gettare nuova luce su come la scienza occidentale sia stata introdotta in Cina.
Ci fermiamo qui, con l’auspicio che questo
modesto contributo abbia potuto destare l’interesse dei dotti lettori sulla
figura del missionario salentino.
[1] F. Frisullo, P. Vincenti, L’apostolato scientifico dei gesuiti nella Cina dei Ming. Il missionario salentino Sabatino de Ursis, Società Storia Patria Puglia, sezione di Lecce, Prefazione di Mario Spedicato, Castiglione, Giorgiani Editore, 2020. Alla figura del gesuita salentino è stato poi dedicato anche un numero della rivista accademica «L’Idomeneo»: La via dei libri. Sabatino de Ursis [熊 三 拔] e le contaminazioni culturali tra Salento e Cina nei secc. XVI-XVII, a cura di Francesco Frisullo e Paolo Vincenti, «L’Idomeneo», n.30, 2020, Prefazione di Mario Spedicato, Università del Salento, Lecce, 2020.
[2] G. Barrella, La Compagnia di Gesù nelle Puglie 1574-1767. 1835-1940, a cura dell’Istituto Argento, Lecce, Tip. Editrice Salentina, 1941, p. 81.
[3] Ivi, p. 85.
[4] G. Ruotolo, Ugento Leuca Alessano. Cenni storici e attualità, Siena, Cantagalli, 1952, p. 7. Ma con un evidente refuso lo dice morto a Monaco invece che a Macao.
[5] A. De Bernart, M. Cazzato, E. Inguscio, Nelle terre di Maria d’Enghien. Torrepaduli e S. Rocco, Galatina, Congedo, 1995, p. 45.
[6] L. G. De Simone, Lecce e i suoi monumenti, v. I, Lecce, Gaetano Campanella, 1874, p. 56. Una fonte molto antica è: N. Toppi, Biblioteca napoletana et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli, e del regno, delle famiglie, terre, città e religioni, che sono nello stesso regno dalle loro origini per tutto l’anno 1678, che invece dice “Sabbatino de Ursis da Lecce”, ap. 274.
[7] G. Spagnolo, Xion Sanba. Sabatino de Ursis, un gesuita salentino alla corte di Pechino, in «Il Bardo», a. XX, n. 1, dicembre 2010, p. 4.
[8] F. Iappelli, Gesuiti a Lecce:1574-1767, in «Societas», n. 3, Napoli, 1992, p. 112.
[9] Archivio Parrocchiale Parrocchia Maria SS. Immacolata Torrepaduli (Ruffano), Registro dei Battezzati,n. 1, 1573.
[10] Un Pomponio de Urso, il 20 ottobre 1570, è citato tra le parti in Decreta S.R.C. in favorem Vniversitatis Ruffani. Contra baronem dictae terrae, extracta in anno 1596, Lycii, apud haeredes Petri Michaelis, p. 33.
[11] Arsi, Jap-Sin, 14 II, ff. 192rv-193r. Su San Bernardino Realino (1530-1616), esiste una vasta bibliografia. Fra le fonti più antiche: Menologio di pie memorie di alcuni Religiosi della Compagnia di Gesù, raccolte dal P. Giuseppe Antonio Patrignani della medesima Compagnia e distribuite per quei giorni dell’anno ne’ quali morirono, dall’anno 1538 fino all’anno 1728, v. III, Venezia, Tip. Nicolò Pezzana, 1730, passim; V. Dente, Un santo educatore e letterato gesuita, in «La civiltà cattolica»,n. LXXXII, 1931, pp. 21-36 e 209-225; G. Germier S.J., San Bernardino Realino, Firenze, Libreria editrice Fiorentina 1942, p. 408; P. Tacchi Venturi, M. Scaduto, Storia della Compagnia di Gesù in Italia, v. III, L’epoca di Giacomo Laínez, il governo (1556-1565), Roma, 1964, p. 293. Fra le fonti più recenti, Defensor Civitatis Modernità di padre Bernardino Realino Magistrato, Gesuita e Santo. Atti del Convegno Internazionale di Studi a quattrocento anni dalla morte (1616-2016), Lecce, 13-15 ottobre 2016, a cura di Luisa Cosi e Mario Spedicato, Società Storia Patria-Sezione di Lecce, Lecce, Grifo Editore, 2017.
[12] Arsi, Jap-Sin, 14 II, f. 193v.
[13] Arsi, Jap-Sin, 14 II, f. 192r.
[14] Ibidem.La trascrizione della lettera in A. di Napoli, Con grande fervore de convertire il mondo tutto. Sabatino de Ursis e gli inizi della missione cinese (1605-1610), in La via dei libri. Sabatino de Ursis [熊 三 拔] e le contaminazioni culturali tra Salento e Cina nei secc. XVI-XVII, a cura di Francesco Frisullo e Paolo Vincenti, «L’Idomeneo», n.30, cit., p. 13.
[15] Su Francesco Mogavero si vedano: P. Vincenti, Scipione Mogavero da Ruffano: un gesuita nell’Impero del Sol Levante, in «Rassegna storica del Mezzogiorno», Società Storica di Terra d’Otranto, Lecce, n. 3, Alezio, Cmyk, 2019, pp. 61-88; F. Frisullo, P. Vincenti, Ragguagli“dello stato del Giappone e della China”: testimonianze dei missionari gesuiti salentini Francesco Perez Mogavero e Sabatino de Ursis, in La via dei libri. Sabatino de Ursis [熊 三 拔] e le contaminazioni culturali tra Salento e Cina nei secc. XVI-XVII, a cura di Francesco Frisullo e Paolo Vincenti, «L’Idomeneo», n.30, cit., pp. 93-122; S. Palese, Una famiglia amica e devota di San Bernardino Realino: i Grassi di Ruffano, in La Compagnia della Storia. Omaggio a Mario Spedicato, tomo I, Istituzioni ecclesiastiche e poteri tra centri e periferie dell’Europa mediterranea, a cura di Francesco Dandolo, Alberto Marcos Martín, Gaetano Sabatini, Società Storia Patria Puglia, Sezione di Lecce, Lecce, Grifo Editore, 2019, pp. 151-160.
[16] Invece a noi risulta che il nome, riportato per intero, sia Sabbatino de Orsi.
[17] G. Barrella, I Gesuiti nel Salento. Appunti di storia religiosa da documenti editi ed inediti pubblicati in occasione del III Centenario dalla morte del B. Bernardino Realino apostolo e compatrono di Lecce (1616-1916), parte I, Lecce, Tipografia Giurdignano, 1918, pp. 71-72. Il Barrella lamenta il fatto che gli storici locali non si siano interessati di lui. Nelle tavole del libro, viene riportata un’immagine erroneamente attribuita a Sabatino, che in realtà dovrebbe essere quella di Matteo Ricci. Il documento citato da Barrella è: Arsi, Neap. 178, 32v.
[18] P. M. D’Elia, Storia dell’introduzione del Cristianesimo in Cina scritta da Matteo Ricci S.I. nuovamente edita e ampiamente commentata col sussidio di molte fonti inedite e delle fonti cinesi da Pasquale M. D’Elia S.I.,parte II, libri IV-V, Da Nancian a Pechino (1597-1610-1611), Roma, La Libreria dello Stato, 1949, p. 387, nota 3.
[19] U. Baldini, Saggi sulla cultura della Compagnia di Gesù (secoli XVI-XVIII), Padova, Cleup Editrice, 2000, p. 94, alla nota 98.
[20] Menologio di pie memorie d’alcuni religiosi della Compagnia di Gesù raccolte dal Padre Giuseppe Antonio Patrignani della medesima Compagnia e distribuite per quei giorni dell’anno, ne’ quali morirono. Dall’anno 1538. Fino al 1728. Tomo I, che contiene gennajo febbrajo, e marzo, Venezia, Niccolò Pezzana, 1730, pp. 51-52. Un’altra fonte sul Nostro è: L. Pfister, Notices Biographiques et Bibliographiques sur les Jésuites de l’Ancienne Mission de Chine, Xangai, 1932-1934, passim, che gli dedica una scheda alle pp. 103-105 e indica sempre nel 1597 la data del suo ingresso in Compagnia. Ancora, fra le fonti a stampa, citiamo:Historica narratio, De initio et progressu missionis Societatis Jesu apud Chinenses, ac praesertim in regia Pequinensi, ex litteris R.P. Joannis Adami Schall ex eadem Societate, Supremi ac Regi Mathematum Tribunalis Ibidem Praesidis. Collecta Viennae Austriae anno 1665, p. 5; F. Buonanni, Ordinum religiosorum in ecclesia militanti catalogus eorumque indumenta in iconibus expressa, & oblata Clementi 11. pont. max. a p. Philippo Bonanni Societatis Jesu. Pars prima …tertia! Romae: typis Georgii Plachi, caelaturam profintensis, & characterum fusoriam, apud S. Marcum, 1722, p. 134.
[21] Si tratta di un errore di calcolo, perché nel 1599 de Ursis aveva 24 anni, essendo nato nel 1575, come tutte le fonti concordemente affermano.
[22] Opere storiche del P. Matteo Ricci S.I., a cura di Pietro Tacchi Venturi, Macerata, Tipografia F. Giorgetti, 1913, vol. II, p. 58.
[23] J. Dehergne S.J.,Répertoire des Jésuites de Chine, de 1542 à 1800, Biblioteca I.H.S.I., v. n. 37, Roma, 1973, p. 75.
[24] N. Southwell, Bibliotheca scriptorum Societatis Iesu, opus inchoatum a R.P. Petro Ribadeneira anno salutis 1602; continuatum a R.P. Philippo Alegambe usque ad annum 1642; recognitum, & productum ad annum Iubilaei MDCLXXV, a Nathanaele Sotuello S.J., Romae: ex typographia Iacobi Antonij de Lazzaris Varesij, 1676, p. 731.
[25] Bibliothèque de la Compagnie de Jésus Premiere Partie: Bibliographie par les Peres Augustin et Alojs De Backer Seconde Partie: Histoire par le Pere Auguste Carayon Nouvelle Èdition Par Carlos Sommervogel, SJ, Strasbourgeois, pubbliée par la Province de Belgique Bibliographie Tome VIII Thor –Zype Supplèment Aage-Casaletti, Bruxelles – Paris, 1898 (ristampa anastatica del 1960), vol. 8, col. 351.
[26] Sabatino De Ursis, a cura di Giuliano Bertuccioli, in Dizionario biografico degli Italiani, Roma,Treccani, 1991, p. 498.
[27] U. Baldini, Saggi sulla cultura della Compagnia di Gesù: secoli XVI – XVIII, cit., p. 94.
[28] S. Santagata, Istoria della Compagnia di Gesù appartenente al Regno di Napoli, descritta dal P. Saverio Santagata della medesima Compagnia dedicata a sua Eminenza Il Signor Cardinale Antonino Sersale, Arcivescovo di Napoli, Parte Terza, Napoli, Stamperia Vincenzo Mazzola, 1757, p. 178.
[29] J. F. Schutte, Monumenta Missionum Societatis Iesu, v. XXXIV, Missiones Orientales, Monumenta Historica Japoniae I, Textus Catalogorum Japoniae 1549-1654, Roma, 1975, p. 1316.
[30] Arsi, Neap. 178, f. 32v. cit. in D. Antonucci, Prolegomeni alla biografia di Sabatino de Ursis, in «L’Idomeneo», n.30, cit., pp. 11-40.
[31] Registro dei novizi di Sant’Andrea al Quirinale (Codex Novitiorum), Arsi, Rom. 172, f. 28v., Ivi, p. 18.
[32] Arsi, Historia Dom. Prob. SS. Andrea di Roma del anno MDLXIIII parte seconda, f. 77v.
[33] D. Antonucci, Prolegomeni alla biografia di Sabatino de Ursis, in «L’Idomeneo», n.30, cit., p. 18.
[34] Arsi, Jap-Sin, 14 II, ff. 192rv-193r.
[35] Arsi, Jap-Sin, 14 II, f. 235v. La trascrizione della lettera in A. di Napoli, Con grande fervore de convertire il mondo tutto. Sabatino de Ursis e gli inizi della missione cinese (1605-1610), in «L’Idomeneo», n.30, cit., p. 142.
[36] Arsi, Fondo Gesuitico 733, f. 116r,
[37] D. Antonucci, Prolegomeni alla biografia di Sabatino de Ursis, in «L’Idomeneo», n.30, cit., p. 23.
[38] Arsi, Libro dei Novizi Sant’Andrea al Quirinale, Ingressus noviziorum, 172, f. 28v. Sabatino è il n. 168.
[39] Ai tempi dell’ingresso a Roma, il casertano Ludovico Maselli (1539-1604), destinatario di una delle due lettere che de Ursis scrive da Macao il 25 gennaio 1605 (Jap- Sin 14, II, f. 190rv), ricopre il ruolo di Assistente d’Italia; in precedenza era stato provinciale a Napoli, nel 1581 Rettore del Collegio Romano. Su di lui si vedano almeno: Napoli l’Europa e la Compagnia di Gesù. Nella «cronica» di Giovan Francesco Araldo, a cura di Francesco Divenuto, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane,1998, p. 32; L. Testa, Fondazione e primo sviluppo del Seminario Romano (1565-1608), Roma, Editrice Università Gregoriana, 2002, p. 76, nota 149; F. Schinosi, Istoria della Compagnia di Gesù appartenente al Regno di Napoli descritta da Francesco Schinosi della medesima Compagnia, Parte Prima, libro Quarto, Napoli, Stamperia Michele Luigi Mutio, 1706, pp. 118-119.
[40] Bernardo de Angelis (1561- 1623), anch’egli salentino, al secolo Cesare, fu Rettore del seminario romano dal settembre 1596 al dicembre 1599, quando venne nominato Segretario Generale della Compagnia fino alla morte di Acquaviva nel 1615. Su di lui, si vedano: L. Testa, Fondazione e primo sviluppo del Seminario Romano cit.,p. 79; Menologio di pie memorie d’alcuni religiosi della Compagnia di Gesù raccolte dal Padre Giuseppe Antonio Patrignani della medesima Compagnia e distribuite per quei giorni dell’anno, ne’ quali morirono. Dall’anno 1538. Fino al 1728. Tomo III, che contiene luglio agosto e settembre,Venezia, Niccolò Pezzana, 1730, pp. 225- 226; F. Schinosi, Istoria della Compagnia di Gesù,cit., Parte Prima, Libro secondo, p. 199 ss, e Ivi, Parte Prima, Libro Quinto, pp. 419-427.
[41] Arsi, Jap-Sin, 14 II, f. 235r.
[42] A. Prosperi, La vocazione: storie di gesuiti tra Cinquecento e Seicento, Torino, Einaudi, 2016, p. 33.
[43] Relatione delle cose piu notabili scritte ne gli anni 1619, 1620 & 1621. dalla Cina al molto Rev. in Christo P. Mutio Vitelleschi Preposito Generale della Compagnia di Giesu, Roma, Zanetti, 1624, p. 241.
[44] D. Antonucci, Prolegomeni alla biografia di Sabatino de Ursis, in «L’Idomeneo», n.30, cit., p. 19.
[45] Ivi, p. 22.
[46] Arsi, Fondo Gesuitico 733, f. 116r.
[47] D. Antonucci, Prolegomeni alla biografia di Sabatino de Ursis, in «L’Idomeneo», n.30, cit., p. 30.
[48] M. Ricci, Lettere (1580-1609), Edizione realizzata sotto la direzione di Piero Corradini a cura di Francesco D’Arelli, Prefazione di Filippo Mignini, Con un saggio di Sergio Bozzola, Macerata, Quodlibet, 2001, pp. 499-504. Inoltre, Storia dell’introduzione del Cristianesimo in Cina scritta da Matteo Ricci S.I. nuovamente edita e ampiamente commentata col sussidio di molte fonti inedite e delle fonti cinesi da Pasquale M. D’Elia S.I.,parte II, libri IV-V, Da Nancian a Pechino (1597-1610-1611), Roma, La Libreria dello Stato, 1949, p. 387. Sul Collegio Romano, si vedano: R.G. Villoslada, Storia del Collegio Romano dal suo inizio (1551) alla soppressione della Compagnia di Gesù (1773), in «Analecta Gregoriana», v. LXVI, Roma, 1954, pp. 222 ss.; B. Vetere, A. Ippoliti, Il Collegio Romano: storia della costruzione, Roma, Cangemi, 2003.
[49] Su Christoforo Grienberger si vedano, tra gli altri: Voce, a cura di T. Mulcrone, in Diccionario histórico de la Compañía de Jesús (4 volúmenes) biográfico-temático, a cura di Charles E.O’Neill e Joaquín María Domínguez, Universidad Pontificia Comillas, Madrid, Insititutum Historicum Societatis Iesu, Roma, 2001, p. 3778 (del pdf); R.G. Villoslada, Storia del Collegio Romano, cit., p. 344; M. J. Gorman, Mathematics and Modesty in the Society of Jesus: The Problems of Christoph Grienberger, in M. Feingold, The New Science and Jesuit Science: Seventeenth Century Perspectives, Springer-Science-Business Media, B.V., 2003,pp. 1-120; Idem, The Grounds for Conflict:Grienberger, Grassi, Galileo, and Posterity, in Idem, The New Science and Jesuit Science, cit., pp. 121-157.
[50] Opere storiche del P. Matteo Ricci S.I., a cura di Pietro Tacchi Venturi, Macerata, Tipografia F. Giorgetti, 1913, vol. II, p. 58. È citata anche da Antonucci, che riporta il catalogo breve sotto la Casa di probazione di Benevento in cui è scritto: “Il numero de novitii scolari che sono stati ricevuti dall’anno 1599 per tutto l’anno 1600 è di 17. Il numero de Coad(iuto)ri dal med(esi)mo anno è di 10. Vennero dalla Prov(inci)a di Roma Giov. Batta Renzo, Sabbatino d’Orsi”: Arsi, Neap. 80, f. 177r., in D. Antonucci, Prolegomeni alla biografia di Sabatino de Ursis, in «L’Idomeneo», n.30, cit., p. 28.
[51] Arsi, Neap. 80, f. 176r, in D. Antonucci, Prolegomeni alla biografia di Sabatino de Ursis, in «L’Idomeneo», n.30, cit., p. 29.
[52] Anche su Michele Ruggieri (1543-1607) esiste una vastissima bibliografia. Per l’edizione integrale delle opere di Confucio di Ruggieri si vedano in italiano:Confucio La morale della Cina. Ovvero il Grande Studio, l’invariabile Mezzo e parte dei Dialoghi tradotti nel 1590 dal gesuita Michele Ruggieri per sua Maestà Filippo II, a cura di Eugenio Lo Sardo, Roma, De Luca Editori d’Arte, 2017, e in spagnolo, ma con ampio apparato critico, testo cinese e manoscritto originale: T. Meynard, R. Villasante Meso, La filosofía moral de Confucio, por Michele Ruggieri, S.J., La primera traducción de las obras de Confucio al español en 1590. Bilbao, Mensajero, Ediciones, 2018.
[53] Arsi, Neap. 80, f. 181r, in Opere storiche del P. Matteo Ricci S.I., a cura di Pietro Tacchi Venturi, cit., vol. II, p. 58, riportato anche da D. Antonucci, Prolegomeni alla biografia di Sabatino de Ursis, in «L’Idomeneo», n.30, cit., p. 29.
[54] “Lusitania 39, 1601, f. 36r” Catalogo della provincia portoghese, citato da L. Brockey, Largos caminhos e vastos mares Jesuit Missionaries and the journey to China in the sixteenth and seventeenth centuries, in «Bulletin of Portuguese-Japanese Studies», n. 1, dicembre 2000, Università Nova de Lisboa, Lisbona, 2000, p. 49, nota 12.
[55] F. Guida, Adriano Formoso da Sancesario di Lecce 1601-649 Un gesuita salentino nelle Missioni del Sudamerica, Società di Storia Patria Puglia, Sezione di Lecce, Lecce, Maffei Editore, 2015, p. 43.
[56] Arsi, Jap-Sin, 14 II, f. 234v.
[57] D. Antonucci, Prolegomeni alla biografia di Sabatino de Ursis, in «L’Idomeneo», n.30, cit., pp. 21-40; C. Russell, Japan, India, or China? The Uncertain Steps of Sabatino de Ursis Mission to Asia, in «L’Idomeneo», n.30, cit., pp. 41-58.
[58] Questa lettera è stata pubblicata per la prima volta da Tacchi Venturi: P. Matheus Ricci S.J., Relacao escripta pelo seu companheiro P. Sabatino De Ursis S.J. publicacao commemorativa do Terceiro Centenario da sua morte (II de maio de 1910) mandada fazer pela Missao Portoguesa de Macau, Roma, Tipografia Enrico Voghera, 1910.
[59] S. De Fiores, Il Beato Camillo Costanzo di Bovalino. Con 17 lettere inedite dal Giappone alla Cina, Milano, Jaca Book, 2000, p. 36.
[60] A. Fappani, M. Colpo, Da Brescia a Nagasaki. Il beato Giovanni Battista Zola, Martire (1575-1626), Brescia, Edizioni del Moretto, 1982, p. 60.
[61] P. Matheus Ricci S.J., Relacao escripta pelo seu companheiro P. Sabatino De Ursis,cit., p. 13.
[62] A. Fappani, M. Colpo, Da Brescia a Nagasaki,cit., pp. 60-61.
[63] J. Wicki, Liste der Jesuiten-Indienfahrer:1541–1758, Münster Aschendorff, 1967, pp. 283-284, e come riferisce una fonte settecentesca: Synopsis Annalium Societas Jesu in Lusitania ab Anno 1540 usque ad Annum 1725. Authore R.P. Antonio Franco Societatis ejusdem Sacerdote, Augustae, Martini, Joannis Veith Heredum, 1726 (senza numerazione), in cui Sabatino è chiamato “Fabianus de Ursis Ital 1602“.
[64] B. Gomes de Brito, História Trágico-Marítima compilada por Bernardo Gomes de Brito, Tomo II, Lisbona, 1736, p. 442.
[65] A. Fappani, M. Colpo, Da Brescia a Nagasaki,cit., p. 61.
[66] Henrique Leitão, The contents and context of Manuel Dias’ Tianwenlüe,inThe Jesuits, the Padroado and East Asian Science (1552-1773), a cura diLuís Saraiva e Catherine Jami, Singapore, Hackensack, NJ, World Scientific, 2008, p.108, nota 29. Così anche U. Baldini, The Jesuit College in Macao as a meeting point of the european, chinese and japanese mathematical traditions. Some remarks on the present state of research, mainly concerning sources (16th-17th centuries), inThe Jesuits, the Padroado and East Asian Science,cit.,pp. 33-80. Sulla formazione dei gesuiti, si veda anche: U. Baldini- B. Fernandes, As Assistências ibéricas da Companhia de Jesus e a actividade científica nas missões asiáticas (1578-1640). Alguns aspectos culturais e institucionai, in «Revista Portuguesa de Filosofia», t. 54, fasc. 2, Os Jesuítas e a Ciência (Sécs. XVI-XVIII): Assinalando o 4° centenário do nascimento de Giovanni Battista Riccioli, S.J. (1598-1671), apr.-jun.1998, pp. 195-246.
[67] A. Fappani, M. Colpo, Da Brescia a Nagasaki,cit., p. 62.
[68] Ivi, p. 67.
[69] Arsi, Jap.Sin. 14 II, ff. 192r-193v. Trascizione della lettera in A. di Napoli, Con grande fervore de convertire il mondo tutto. Sabatino de Ursis e gli inizi della missione cinese (1605-1610), in «L’Idomeneo», n.30, cit., p.135.
[70] F. Frisullo, P. Vincenti, Ragguagli “dello stato del Giappone e della China”: testimonianze dei missionari gesuiti salentini Francesco Perez Mogavero e Sabatino de Ursis, in «L’Idomeneo», n.30, cit., p. 97.
[71] Per un’analisi complessiva della figura e dell’operato di Xu si rinvia a: G. Rosignoli, Vite e virtù di D. Paolo Siu Colao della Cina e di D. Candida Hiu Gran dama cinese, raccolte da Carlo Rosignoli della Compagnia di Gesù dedicate a gl’illustrissimi signori il Signor D. Pietro Isimbradi Questore del Magistrato Straordin., e del Cons. segreto di S.M.C., e la Signora D. Silvia Cibo Isimbardi Marchesi della Pieve del Cairo, Gallia, Isola di S. Antonio, e di Santa Giulietta, Milano, Giuseppe Malatesta, 1700 (de Ursis è citato a p. 39);Statecraft and Intellectual Renewal in the Late Ming: The Cross-Cultural Synthesis of Xu Guangqi (1562-1633), a cura di Catherine Jami, Peter Engelfriet, Gregory Blue, Leiden, Brill, 2001, specificamente, in questo volume: A. Dudink, The image of XU Guangqi as author of christian texts (a bibliographical appraisal), a p. 100 cita l’Idraulica e Sabatino de Ursis; E. Giunipero, Xu Guangqi e gli studi celesti. Dialogo di un letterato cristiano dell’epoca Ming con la scienza occidentale, Milano, Guerini e Associati, 2020; Un cristiano
alla corte dei Ming. Xu Guangqi e il dialogo interculturale tra Cina e Occidente, a cura di Elisa Giunipero, Milano, Guerini e Associati, 2013.
[72] G. Aleni, Geografia dei paesi stranieri alla Cina, “Zhifang Waiji”, Introduzione, traduzione e note di Paolo De Troia, Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana, 2009.
[73] P. M. D’Elia, Presentazione della prima traduzione cinese di Euclide, in «Monumenta Serica», v. 15, n. 1, 1956, p. 162, nota 2.
[74] Arsi, Jap. Sin, 113, ff. 121-146v.
[75] P. Matheus Ricci S.J., Relacao escripta pelo seu companheiro P. Sabatino De Ursis S.J. cit.,p. 75. Nel Proemio di Valerio Aleixo Cordeiro, a p. 6, si dice che Sabatino entra nella Compagnia nel 1597 a 22 anni. Una traduzione della Relacao si deve a Ricciardolo: Sabatino De Ursis S.J., Relazione della morte del p. Matteo Ricci: uno dei primi padri della Compagnia di Gesù che entrarono nel Regno della Cina con alcune cose riguardanti la sua vita, prefazione, traduzione dal portoghese, commento e note di Gaetano Ricciardolo, tesi di dottorato, Roma, 2000.
[76] De Christiana expeditione apud sinas suscepta ab Societate Jesu. Ex P. Matthaei Riccii eiusdem Societatis commentariis, Libri V: Ad S.D.N. Paulum V. In Quibus Sinensis Regni mores, leges, atque instituta, & novae illius Ecclesiae difficillima primordia accurate & summa fide describuntur auctore P. Nicolao Trigautio, Belga, ex eadem Societate, Augsburg, 1615. Si veda L. Fezzi, Osservazioni sul De Christiana Expeditione apud Sinas Suscepta ab Societate Iesu di Nicolas Trigault, in «Rivista di Storia e Letteratura Religiosa», Firenze, Olski, 1999, pp. 541-566;
[77] C. Von Collani, Biography of Sabatino de Ursis S.J, China missionary, http: encyclopedia.stochastikon.com
[78] A. Chan, Chinese Books and Documents in the Jesuit Archives in Rome: A Descriptive Catalogue, Japonica Sinica I-IV. Armonk, N.Y.: M.E. Sharpe, 2002, p. 369. Si veda anche G. Truffa, de Ursis, Sabatino, in Biographical Encyclopedia of Astronomers, Springer Science+Business Media, LLC., 2014, pp. 570-571.
[79] P. Couplet,Catalogus Patrum Societatis Jesu,cit., pp. 12-13. M. Cigola, Y. Fang, Preliminary study of the work of Xu Guangqi in the technical knowledge in 17th century: from the perspective of drawing and representation, in IFToMM Workshop on History of Mechanism and Machine Science May 26-28 2015, St. Petersburg, Russia, p. 3; https://www.academia.edu/12604535/Prelimnary_study_of_the_work_of_Xu_Guangqi_in_the_technical_knowledge_in_17th_century_from_ the_perspective_of_drawing and_representation. La monumentale opera è conservata in Arsi, Jap.Sin II, 61, e la copia della Biblioteca Nazionale di Pechino, editata dal dotto Leone, Li Zhizao (1565-1630), porta la prefazione del Censore Cao Zibian (1558-1634) .
[80] Sabatino De Ursis, a cura di Giuliano Bertuccioli, in Dizionario biografico degli Italiani, cit., p. 499. Z. Baichun, M. Tian, Wang Zheng (1571–1644), in Distinguished Figures in Mechanism and Machine Science Their Contributions and Legacies, part 2, a cura di Marco Ceccarelli, Springer Science e Business Media B.V., 2010, pp. 247-260. A p. 254, il libro riporta che l’opera fu pubblicata fra il 1781 e il 1782. Sull’Idraulica si rinvia a:S. Kink, Justifying Collaboration between Chinese Literati an ‘Subjects from Afar’:The Paratexts of the Taixi shuifa 泰西水法 (Hydromethods of the Great West; 1612) in «L’Idomeneo», n.30, cit., pp. 173-208; H. U. Vogel, S. Kink, C. Jin, Sabatino de Ursis’ Preface to the Taixi shuifa 泰西水法 (Hydromethods of the Great West; 1612): The ‘Basic Discourse on Hydromethods’(Shuifa benlun 水法本論), Ivi, pp. 209-218; M. Cigola, Sabatino de Ursis e la diffusione della cultura meccanica europea nella Cina del XVII secolo, Ivi, pp. 219-226.
[81] A. Chan, Chinese Books and Documents,cit., p. 368.
[82] Theobald Ulrich, Voce Siku quanshu 四庫全書; in The Complete Books of the Four Storehouses, in China Knowledge.de An Encyclopaedia on Chinese History, Literature and Art http://www.chinaknowledge.de/Literature/Science/sikuquanshu.html
[83] . F. Schutte, Monumenta Historica Japoniae I, Textus Catalogorum Japoniae, cit., p. 782.
[84] R.P. Prosperi Intorcetta Societatis Jesu. Testimonium de cultu sinensi, datum anno 1668, Parigi, 1700, p. 227.
[85] Ivi, p. 226. Su Intorcetta si veda: Prospero Intorcetta S.J.: un siculus platiensis nella Cina del 17. Secolo, a cura di Antonino Lo Nardo, Vanessa Vittoria Giunta, Giuseppe Portogallo, Piazza
Armerina, Fondazione Prospero Intorcetta Cultura aperta, 2018.
[86] G. Criveller, La controversia dei riti cinesi storia di una lunga incomprensione, in «I quaderni del museo», n. 23, 2012, p. 12.
[87] Per una analisi del ruolo svolto da de Ursis in merito alla questione si rinvia a F. Frisullo, P. Vincenti, L’apostolato scientifico dei gesuiti nella Cina dei Ming. Il missionario salentino Sabatino de Ursis, cit.,pp. 188-207; e più specificamente a F. Frisullo- P.Vincenti, “Andiamo errati, andiamo errati”. Sabatino de Ursis e la questione dei riti cinesi nel nome di Dio (1610-1639), in Pagine d’oro e d’argento Studi in ricordo di Sergio Torsello, a cura di Manuel De Carli e Paolo Vincenti, Società Storia Patria Sezione Lecce, Calimera, Kurumuny Edizioni, 2020, pp. 180-198. E. T. Meynard e D. Canaris, A Brief Response On The Controversies Over Shangdi, Tianshen And Linghun, Palgrave, Macmillan, 2021. Versione italiana Una breve risposta alle controversie su Shangdi, Tianshen e Linghun, a cura di Niccolò Longobardo (1565-1654) (traduttore Antonino Lo Nardo), in «Intorcettiana», Fondazione Prospero Intorcetta Cultura aperta, Piazza Armerina, anno II n.4, 2020, pp. 30-33.
[88] G. Criveller, La controversia dei riti cinesi storia di una lunga incomprensione, cit., pp. 5-39.
[89] Bibliotheca scriptorum Societatis Iesu,cit., esattamente alla p.731, Sottwell sulla morte dice: «Gravissimos dolores e diu morbum ignotum sustinuit», e successivamente: «Macai anno salutis 1620 aetatis suae 46. E ab emissa votorum 4. professione Macai tertio. Scripsit»; a p. 946 riporta: “Index materiarum”, e Sabatino, scritto “Sabbatinus de Ursis”, è nella sezione “Linguae peregrinae”.
[90] Si rimanda a F. Frisullo, P. Vincenti, L’apostolato scientifico dei gesuiti nella Cina dei Ming cit., pp. 208-217.
[91] Oggetto di un primo e approfondito studio è lo scritto Xiangshu lun (Discorso su forma e numero), inedito, attribuito a de Ursis e conservato in ARSI: P. De Troia -S. Zanin, Considerazioni preliminari sull’opera Xiangshu lun di Sabatino de Ursis, in «L’Idomeneo», n.30, cit., pp. 267-282.
[«Intorcettiana», rivista della Fondazione Prospero Intorcetta, n.6, luglio-novembre 2021, Piazza Armerina (Enna), 2021]