di Francesco Frisullo e Paolo Vincenti
Nel 2020 ricorreva il quarto centenario della morte di Sabatino de Ursis (1575-1620), gesuita di origini salentine, “uomo di grande scienza” prima ancora che missionario nella Cina dei Ming. L’anniversario ha spinto la Società di Storia Patria per la Puglia, sezione di Lecce, presieduta dal prof. Mario Spedicato, a dedicare al gesuita salentino il primo volume monografico, dopo l’enorme mole di documenti disponibili sulla sua figura[1].
Sabatino De Ursis [熊 三 拔 Xiong Sanba; Hsiung San-pa; Yu-kang] nasce in provincia di Lecce nel 1575. Il Barrella parla di Ruffano come luogo di nascita e in effetti a Ruffano esiste una piccola strada a lui intitolata, così come a Lecce. Padre Barrella, oltre a dare per certa l’origine ruffanese del Nostro[2], alla nota 4 di pag. 85 dice: «per la patria del De Ursis – che tutti gli scrittori dicono leccese – Cf ND5», ma non specifica quale sia questa documentazione[3]. Anche Giuseppe Ruotolo dà per certa l’origine ruffanese[4], così anche de Bernart, Cazzato, Inguscio[5], e il De Simone[6]. Anche Spagnolo parla di Ruffano[7]. Di Sabatino de Ursis, forse «il più importante missionario gesuita leccese», parla anche Iappelli, che riporta quanto già aveva scritto Barrella, ma non indica Ruffano come luogo di nascita, ma più genericamente Lecce[8]. In effetti, fino ad ora nessun documento permetteva di confermare questa origine. Occorre dire che da una consultazione dei registri dei battezzati della Parrocchia di Torrepaduli (Ruffano) dal 1573 al 1609 non risulta il cognome “de Ursis” o “De Ursis”, nemmeno “D’urso” ed equivalenti, mentre dal 1597 ricorre il nome Sabbatino con doppia b[9]. Il cognome “de Urso” e varianti compare invece già nel primo registro dei battezzati della chiesa matrice di Ruffano[10]. Oggi possiamo invece far luce sulle origini del padre de Ursis grazie ad una lettera che il 25 gennaio 1605 da Macao Sabatino de Ursis invia a Lecce, il cui destinatario è P. Bernardino Realino, il santo che aveva fondato la comunità dei Gesuiti leccesi nel 1574, un anno prima della nascita di de Ursis[11]. È lo stesso Sabatino che nella missiva riferisce: «Io scrissi l’anno passato che era della terra de Ruffano, dove Haveva mio Padre, un fratello et altri Parenti»[12]. Da questa lettera possiamo anche ricavare alcune informazioni sul tempo precedente all’ingresso nella Compagnia. De Ursis dichiara: «ancorché non la conoschi de vista»[13], il che ci permette di escludere che Sabatino abbia frequentato i gesuiti di Lecce, diversamente dal correligionario, «ch’era mio paesano»[14],Padre Scipione Mogavero (1551/54-1602/1604)[15].