di Antonio Lucio Giannone
Quest’anno [2009] ricorre il centenario del futurismo, fondato, com’è noto, da F. T. Marinetti col famoso Manifesto pubblicato sul quotidiano parigino “Le Figaro” il 20 febbraio 1909, ma anche, come si è scoperto recentemente, su alcuni periodici italiani, in anticipo anzi, di qualche giorno o settimana, rispetto a quella data. In tutto il mondo si celebra questo anniversario con mostre, convegni, libri, manifestazioni di vario genere perché il movimento marinettiano ha avuto una diffusione planetaria che lo distingue da tutti gli altri movimenti d’avanguardia venuti dopo. Esso infatti, come ha dimostrato la memorabile rassegna veneziana del 1986, “Futurismo e Futurismi”, dall’Italia si estese ben presto in altri paesi europei (Francia, Gran Bretagna, Germania, Belgio, Russia, Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria, Svezia) e anche negli Stati Uniti, in Argentina, in Messico, in Giappone. Non a caso ha incominciato le celebrazioni proprio la Francia con la grande mostra “Le Futurisme à Paris. Une avantgarde explosive”, svoltasi al Centre Pompidou da ottobre 2008 al 26 gennaio di quest’anno, che dal 20 febbraio è ospitata presso le Scuderie del Quirinale a Roma e dal 12 giugno sarà trasferita alla Tate Modern Gallery di Londra.
Un’altra peculiarità del futurismo è la sua dimensione totalizzante, in quanto esso non è stato un movimento limitato alla letteratura e alle altre arti tradizionali (la pittura, la scultura, la musica, l’architettura, il teatro), delle quali ha rivoluzionato i canoni espressivi con effetti dirompenti che durano tuttora, ma ha investito anche le arti o i media nati nel secolo ventesimo (la fotografia, il cinema, la radio), altre forme artistiche o artigianali (la danza, la scenografia, la moda, la grafica, la pubblicità, l’arredamento, la ceramica, la comunicazione postale) e ancora la politica, il costume, la morale, la vita quotidiana. Come si sa, esistono manifesti futuristi dedicati persino alla cucina! L’obiettivo principale dei seguaci di Marinetti era infatti “ricostruire” a propria immagine l’universo secondo nuovi principi ispirati alla civiltà moderna e alle sue caratteristiche principali quali la velocità, la macchina, l’industria, le nuove scoperte scientifiche e tecnologiche.
Il futurismo si diffuse rapidamente anche in molti centri della penisola. Un ruolo di primo piano in questa direzione fu svolto dallo stesso Marinetti con un’instancabile attività promozionale a favore del movimento da lui fondato. Molto spesso, ad esempio, egli si recava di persona in varie città italiane ed europee per inaugurare mostre, per tenere conferenze, per partecipare alle burrascose “serate”, per rappresentazioni teatrali. Più d’una volta, per diffondere le proprie idee e fare altri proseliti, egli si è recato anche in una regione periferica come la Puglia, la quale in effetti, come è stato ampiamente dimostrato, non è rimasta per niente estranea all’ “avventura” futurista, come si credeva fino a qualche anno fa, ma anzi ha offerto un significativo contributo sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo (e, a questo proposito, ci sia permesso di rimandare al nostro vol. L’avventura futurista. Pugliesi all’avanguardia (1909-1943), Fasano, Schena, 2002).