di Paolo Vincenti
L’8 aprile del 1583 dal porto di Lisbona partono cinque navi alla volta di Goa, in India. A bordo vi sono molti membri della Compagnia di Gesù. Fra questi, il salentino Scipione Mogavero, alias Francesco Perez, che dopo aver studiato a Napoli e a Roma, nel 1581 si è trasferito a Lisbona, in Portogallo, per continuare i suoi studi di filosofia e teologia[1] Fra i suoi compagni di viaggio, ci sono anche Silvestro Pacifico, originario di Bari, e Fulvio De Gregorio, da Perugia. Nel 1583 Scipione ha 31 anni, se datiamo la sua nascita al 1551, come attestano alcune fonti[2], oppure 28, se nato nel 1554, come attestano altre[3]. Le fonti concordano invece sul luogo di nascita, ovvero Ruffano, in provincia di Lecce, che gli ha intitolato due strade. Nel 1578, entra nella Compagnia di Gesù, a Napoli, e qui cambia il suo nome, da Scipione in Francesco, come riferisce Francesco Schinosi S.I.[4], probabilmente per la venerazione nei confronti di San Francesco Saverio, il grande Apostolo delle Indie, fra i fondatori dell’ordine dei Gesuiti. A Ruffano, paese natale di Scipione, doveva essere sentita la venerazione nei confronti della Compagnia di Gesù, come conferma l’altare dell’“Immacolata seu S.Maria delle Grazie”, situato già nella vecchia parrocchiale del paese e ricostruito nella nuova[5]. Inoltre, Ruffano vantava nello stesso periodo un altro appartenente all’ordine gesuitico, vale a dire Sabatino de Ursis, scienziato, missionario in Cina e probabilmente imparentato col Mogavero, anche se non disponiamo di notizie in merito[6]. Attraverso la Compagnia di Gesù, una antica famiglia di medici salentini unisce i due paesi di Ruffano ed Alessano, nella venerazione per San Bernardino Realino, fondatore dell’ordine gesuitico in provincia di Lecce[7]. La famiglia è quella dei Grassi (o Grasso) e la fonte per la storia di questa famiglia si trova nel volume Alessano tra storia e storiografia, a cura di Mario Spedicato[8]. In questo libro, al Secondo Tomo, viene pubblicato un documento, a cura di Antonio Caloro, vale a dire la “Breve Istoria della Famiglia delli Grassi di Martano, cittadini di Alessano (dal tardo medioevo al sec. XVIII)”[9], di cui è autore nel Settecento il padre gesuita Antonio Grassi, che sulla base di “antichissime memorie esistenti nella casa dei Signori Grassi”, traccia un articolato ritratto di questa famiglia che annovera, nella sua lunghissima storia, a detta dell’autore, letterati, ambasciatori, combattenti, cardinali, re e santi[10]. “E alla Compagnia di Gesù”, scrive Aldo de Bernart, “i Grassi erano molto vicini per via anche di un loro congiunto che quell’abito talare aveva scelto, tanto che Giuseppe Grassi nel 1713 fece erigere nella nuova chiesa parrocchiale di Ruffano, edificata il 1712, un altare gentilizio […] sul cui fastigio […] si legge: Virgini Deiparae / Primaevae Labis Experti / Joseph Grassus / 1713”[11].