Ringrazio tutti gli altri collaboratori, operativi, che ancora guardano a “Presenza” come ad una opportunità editoriale, fra cui mi piace citare a parte il carissimo Vittorio Zacchino, che mi segue dai lontani anni Sessanta. Tutti, tanto i morti quanto i vivi, hanno condiviso con me solo l’aspetto culturale dell’iniziativa, non quello politico, nei confronti del quale – lo devo dire per il rispetto che devo a tutti – c’è stato perfino chi ha tenuto a ribadire le distanze anche per iscritto, come Raffaele Colapietra, lo storico aquilano che neppure il devastante terremoto del 2016 è riuscito a schiodare dalla sua casa.
Il “luogo” d’incontro è stato “Brogliaccio Salentino”, l’inserto cultura presente fin dai primi anni ma cresciuto via via fino a quando, dal 1992, si è formalizzato come testata parallela ed ha arricchito “Presenza” di contenuti culturali sempre più importanti, di autori laici e accademici.
Fra gli attuali collaboratori non posso non ringraziare per presenza e disponibilità Luigi Scorrano, Federico Natali, Luigi Marrella, Carlo Petrachi, Antonio Romano, Fabio D’Astore, Antonio Lucio Giannone, Gino G. Chirizzi, Cosimo Scarcella. Né meno preziosa è stata per “Presenza” la conoscenza di artisti importanti, alcuni anche collaboratori, fra cui il pittore Lionello Mandorino, il pittore-poeta Franco Ventura, il pittore-scultore Nello Sisinni, lo scultore Marcello Gennari, lo scultore Salvatore Spedicato, il poeta Elio Marra, l’intarsiatore Enzo Fasano.
“Presenza” è stata anche occasione per incrociare personalità importanti del mondo della cultura e della politica, fra cui il bizantinista Prof. André Jacob, di cui abbiamo ripreso più volte i lavori; lo storico Mario Spedicato, Presidente della Sezione leccese della Società di Storia Patria per la Puglia, di cui sono socio, il Sen. Giorgio De Giuseppe e l’On. Giacinto Urso, che più volte ci hanno elargito le loro preziose testimonianze di politici di lunghe e importanti esperienze.
Ringrazio gli abbonati, che non cito per ragioni di privacy; e non cito neppure gli inserzionisti, sarebbe superfluo farlo, questi, dato che sono tutti sul giornale, ma li ringrazio parimenti, sia per il contributo prezioso sia – e direi soprattutto – per l’amicizia manifestatami. “Dona con volto amico…” diceva il Manzoni nella Pentecoste.
Un grazie particolare, non foss’altro che per la sua singolarità, lo rivolgo allo studio di consulenza commerciale di Rocco Preite, che fin dall’inizio ha assistito “Presenza” nei suoi rapporti con le istituzioni di settore; e chi sa di queste materie ben si rende conto della preziosità del suo contributo.
Un altro grazie singolare devo al disegnatore Gianfranco Belfiore, che, con le sue illustrazioni umoristiche e caricaturali, negli ultimi quattro anni, ha conferito al giornale una proiezione qualitativa indiscutibilmente salentina alle radici ma nella fattura tecnica e nell’estro artistico di livello nazionale.
Da “Presenza” hanno transitato tutte le migliori risorse locali, voglio dire taurisanesi, da Antonio Pacella, che è stato cofondatore, a Roberto Orlando, da Francesco De Paola a Francesco Paolo Raimondi, da Antonio Santoro ad Enzo Preite, da Ugo Orlando (Mastro Scarpa) a Mario Caroli, da Silvano Caroli a Donato Minonni, a tanti altri del mondo delle professioni, della cultura e dell’arte.
Citazione particolare devo ad Antonio Sanfrancesco, che è sì una risorsa locale ma soprattutto un nome ormai del giornalismo cattolico nazionale, essendo da anni alla “Famiglia Cristiana”.
È grazie a tutte le persone che ho indicato e ad altre che non ho singolarmente nominato, scusandomene per questo, se “Presenza” è durata tanti anni, crescendo sempre più e collocandosi nel panorama salentino e pugliese con un suo profilo editoriale.
“Presenza” non è stata mai un giornale-sacco, da riempire con quanto capitava; ha sempre fatto delle scelte, selezionato i contenuti, guardato con attenzione emulativa ad imprese più importanti. In questo non sono stato sempre capito, benché non abbia mai nascosto che la selezione non si fondava sulle persone ma esclusivamente sulla qualità dei prodotti e sull’opportunità di proporli. Ho comunque molto appreso da tutti.
Non ritengo, per buon gusto, soffermarmi sulle tante incomprensioni soprattutto con le pubbliche amministrazioni locali. La politica è confronto-scontro a tutti i livelli. Dunque, chi ha visto nel giornale uno strumento di lotta politica, che non poteva utilizzare a suo uso e consumo, ha fatto solo il suo “dovere” contrastandolo, nel grado della sua cultura e della sua sensibilità. Da parte mia ho solo fatto diversamente politica. Né vale alcunché, per nobilitarla, ricorrere all’identificativo mezzo di civiltà, qual è un giornale, nei confronti di un ambiente politico nella sua immodificabile e istintiva condizione.
Nelle sue pagine taurisanesi “Presenza” ha offerto a tutti, senza distinzione alcuna, lo spazio richiestole, con le riserve anzidette, talché si può dire che essa sia stata per trentanove anni una sorta di “piazza” dove è rappresentata la vita del paese con le sue asprezze e le sue lepidezze, ma anche con la sua urbanitas.
Anche quest’anno avrei potuto decidere di continuare, nulla essendo mutato nel dare e avere del giornale – più o meno si capisce – ma c’è un motivo che mi induce a smettere, che sarebbe presuntuoso e stupido trascurare: non ho più né la voglia né la forza per svolgere tutti i compiti materiali (ripeto: materiali) che il giornale, soprattutto nel suo progetto esecutivo di impaginazione, allestimento e spedizione, con relativi viaggi, comporta. Certo, è una resa; ma soprattutto è la presa d’atto che nella vita c’è sempre un tempo per iniziare e un tempo per finire. Bisogna sempre sapersi decidere in entrambe le situazioni, per finire specialmente, prima di cadere inevitabilmente in balia del caso o di eventi non più gestibili. Due anni di pandemia, per esempio, sono stati una prova di calvario e un campanello d’allarme.
Nel momento del commiato ritengo opportuno licenziare l’ultimo numero di “Presenza” come se fosse un numero di scorrimento, con tutti i suoi abituali contenuti, con tutte le sue rubriche. Un vezzo, a cui tenevo molto. Ne ha fatto le spese solo “Il trillo”. Ma, per la sua posizione, era destinato.
[“Presenza taurisanese” anno XXXIX – n. 11-12, nov-dic 2021, p. 14]