di Antonio Lucio Giannone
Abstract. This paper examines a short essay by Francesco Muscogiuri, entitled Di alcuni caratteri meno popolari della Divina Commedia, published in Florence in 1889. Here the author, who had been a pupil of Francesco De Sanctis at the University of Naples, analyzes three figures from Dante’s poem, Guido da Montefeltro, Belacqua and Piccarda Donati, trying to highlight their “characters”. The essay retraces the main points of this study, which deserves to be remembered in the panorama of Dante’s criticism of the late nineteenth century because it is one of the few who remain faithful to the method and overall interpretation of the Comedy offered by De Sanctis in a period of clear prevalence of the “historical school”, as we try to demonstrate.
Riassunto. Il presente articolo prende in esame un volumetto di Francesco Muscogiuri, dal titolo Di alcuni caratteri meno popolari della Divina Commedia, pubblicato a Firenze nel 1889. Qui l’autore, che era stato allievo di Francesco De Sanctis presso l’Università di Napoli, analizza tre figure del poema dantesco, Guido da Montefeltro, Belacqua e Piccarda Donati, cercando di metterne in evidenza i “caratteri”. Nel saggio si ripercorrono i punti principali di questo studio, che merita di essere ricordato nel panorama della critica dantesca dell’ultimo Ottocento perché è uno dei pochi che si mantengono fedeli al metodo e all’interpretazione complessivo della Commedia offerta dal De Sanctis in un periodo di netta prevalenza della “scuola storica”, come si cerca di dimostrare.
Francesco Muscogiuri è una figura po’ anomala nel panorama della critica letteraria degli ultimi decenni dell’Ottocento. Nato nel 1851 a Mesagne, in provincia di Brindisi, dove morì nel 1919, si laureò in Lettere all’Università di Napoli dove seguì le lezioni di Francesco De Sanctis, che tra il 1871 e il 1876, com’è noto, ricopriva la cattedra di letteratura comparata e tenne quattro corsi dedicati rispettivamente a Manzoni (1871-‘72), alla scuola cattolico-liberale (1872-‘73), a Mazzini e la scuola democratica (1873-‘74), a Leopardi (1875-‘76). Del grande critico irpino divenne presto uno dei discepoli più assidui entrando a far parte del cosiddetto “stato maggiore” della sua scuola, come risulta anche dai ricordi e dalle testimonianze di altri suoi compagni di studio. Francesco Torraca, ad esempio, il più noto tra gli allievi desanctisiani, lo cita più volte nel Libro della scuola, dove egli e lo stesso De Sanctis annotavano i sunti giornalieri delle lezioni e delle esercitazioni[1]. Dopo la laurea, Muscogiuri insegnò nei Licei di varie città italiane (Nicosia, Reggio Calabria, Lecce, Chieti, Napoli, Padova), ma prestò servizio anche, per due periodi (nel 1880 e dal 1907 al 1910), presso il Ministero della Pubblica Istruzione e svolse attività politica, facendo parte della Giunta amministrativa provinciale di Lecce e del Consiglio comunale di Mesagne. Nel 1893 diventò Presidente della Giunta comunale del suo paese e sindaco facente funzione, carica che mantenne fino all’agosto dell’anno seguente.