Immolateci al vostro dio:
Sacrificategli l’Uomo,
Sacrificategli Cerere.
Né sacro né pio,
Noi siamo gli eretici:
Beati fra i mendicanti,
Mai con i cesari.
E ammazzateci tutti!
Né pochi né tanti,
Né angeli né demoni,
Né uomini né santi,
Né rossi né neri…
Noi siamo gli infanti,
Noi siamo seri.
Nati senza camicie,
Quelle che indossiamo
Ce le siamo cucite.
E ora toglieteci di mezzo!
Noi che non faremo mai
Parte del fascio.
Non saliremo sul carro
Né sui balconi:
Dalla parte dei vinti,
Dei fessi,
Mai dei saccheggiatori.
E ammazzateci, allegri!
Noi siamo i pezzenti,
Puttane e barboni,
Noi siamo i negri.
[…]
Ed ora ammazzateci tutti,
Noi siamo i servi,
Noi, i cafoni.
Voi siete gli schiavi:
Voi, i predoni.
Ammazzateci, ammazzateci adesso!
Noi siamo piglianculo, ominicchi
Uomini a metà.
Voi siete gli uomini?
Gli uomini d’onore?
I mammasantissima?
O siete solo dei quaquaraquà[1]?
E ammazzateci,
Ammazzateci tutti!
Noi siamo risorti,
Voi siete aborti.
[1] L. Sciascia, Il Giorno della civetta.