La Carta Archeologica di Ugento

Tra questi antichi insediamenti spicca Ugento, una delle capitali della Messapia, celebre per la statua di Zeus e per la Tomba dell’Atleta, dove ancora si conservano chilometri di mura a grandi blocchi, ancora tutte da valorizzare. Lo scorso anno Michele Vitolo pubblicava un volume dedicato agli scavi che, tanti anni fa, avevano messo in evidenza il ruolo, sino dal IV sec. a.C., di Torre San Giovanni, l’antico porto di Ugento. E l’altro giorno ho avuto la gioia di ricevere dalle mani del suo autore, Giuseppe Scardozzi (ISPC), il volume dedicato alla Carta archeologica di Ugento; sapevo che ci stava lavorando da tempo ed attendevo con ansia che uscisse, considerando l’importanza che può avere un’opera di questo tipo per la conoscenza della realtà archeologica, come fattore di crescita culturale ma anche come strumento per attivare dinamiche più sagge nella programmazione urbanistica e territoriale. Infatti lo studio sulle fortificazioni messapiche, dello stesso autore, portò, qualche anno fa, il Comune, guidato dal sindaco Eugenio Ozza, ad accogliere nel Piano Regolatore la Carta con l’esatta ubicazione delle strutture antiche, ponendo il vincolo di inedificabilità sulle aree di interesse archeologico. Un intervento quanto mai provvidenziale, specie se si guardino alcune foto pubblicate nel volume ultimo: nel 1956 un tratto delle mura sbancato per la costruzione di un oratorio e del campo sportivo, nel 1967, lo sbancamento delle mura proprio in via Mura Ugentine, dove il titolo della strada sembra quasi una beffa.

Il volume è pubblicato nella serie prestigiosa della Carta Archeologica d’Italia, diretta da Giuseppe Ceraudo, e contiene una lettura di sintesi sull’abitato di Ugento, in cui sono raccolte, con un solido metodo scientifico, tutte le informazioni che prima erano sparse in una miriade di note, articoli brevi, notiziari di scavo, difficilmente utilizzabili. La consultazione è anche gradevole per la qualità delle immagini a colori sia dei contesti di scavo che degli oggetti tra i quali risaltano le trozzelle, rinvenute all’interno delle tombe di donne messapiche di rango, con forme attribuibili ad officine locali di grande qualità. In questi vasi di grande eleganza, quasi un marchio della cultura salentina delle origini, le “trozze” superiori presentano il diametro doppio rispetto a quelle inferiori, “motivo firma”, che distingue le trozzelle di Ugento da tutte le altre create dagli artigiani messapici.

Alla presentazione di Massimo Lecci, il Sindaco che ha sviluppato negli anni del suo mandato un’azione davvero incisiva sui Beni Culturali di Ugento, seguono le pagine di Giuseppe Scardozzi con una lettura integrata dell’insediamento nelle varie fasi della sua storia e nel contesto ambientale e paesaggistico, che si conclude con la schedatura dei vari rinvenimenti, numerati e riferiti alla Carta, basata sulla restituzione aerofotogrammetrica; un capolavoro per chiarezza e facilità di lettura, a testimonianza della ricchezza di un’area archeologica di ben 145 ettari, racchiusa da fortificazioni che corrono per un tracciato di quasi cinque chilometri.

Al corpo centrale del volume si aggiungono poi i contributi sulle restituzioni dalle foto aeree e dalle immagini da satellite (V. Ferrari, I. Ditaranto, I. Miccoli, P. Merola), sulle indagini geofisiche (L. De Giorgi, G. Leucci) sino ai temi dell’archeologia preventiva (F. Fortinguerra). La celebre tomba dell’Atleta è stata oggetto di un restauro virtuale di M. Limoncelli, che permette di ricostruire lo straordinario apparato pittorico presente sulle lastre della camera sepolcrale, mentre T. Ismaelli propone una lettura dei materiali architettonici, punta dell’iceberg costituito dagli edifici pubblici e funerari antichi, in gran parte distrutti dalle sovrapposizioni edilizie di età medievale e moderna. L.Masiello, R. Maruccia e S. Strafella presentano infine i risultati di scavi di emergenza, che hanno restituito corredi di vasi dalle tombe e nuovi tratti delle fortificazioni.

Una bellissima impresa di ricerca, caratterizzata dall’alto livello delle competenze appartenenti a varie discipline e dalla capacità di collaborare, tra persone ed Istituzioni: formula vincente per ottenere risultati a tutto vantaggio della comunità.

[“Nuovo Quotidiano di Puglia” del 9 dicembre 2021]

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