di Simone Giorgino
Singula enumerare e omnia circumspicere: così Gian Carlo Roscioni sintetizzava le caratteristiche fondamentali della progettualità e della scrittura di Carlo Emilio Gadda, e tali principi sono rispettati anche nelle proposte di lettura avanzate in Un meraviglioso ordegno, volume che raccoglie gli Atti del Convegno internazionale di studi sul Pasticciaccio svoltosi a Basilea dal 9 all’11 maggio 2012. Si tratta, infatti, di contributi che, partendo dall’analisi di alcuni aspetti particolari del capolavoro del «Gran Lombardo», possono rivelarsi dirimenti ai fini di un’esegesi complessiva.
È quel che avviene, per esempio, nei tre studi incentrati sulla strategia intertestuale di Gadda che, per quanto scrittore facente scuola a sé e dalla cultura letteraria «nobilmente liceale» (la definizione è di Contini), non esita a rapportarsi, con richiami più o meno espliciti, alla migliore tradizione europea e americana, imbastendo una fitta rete di rimandi da cui si evince «un’interlocuzione coltivata, originale, vivace, con realtà letterarie che possono talvolta risultare sorprendenti», p. 54. Manuela Bertone analizza le influenze esercitate da autori come Balzac e Hawthorne, dimostrando come alcune loro opere siano assimilate non solo in superficie, ad esempio nella scelta di atmosfere e situazioni narrative e nei tratti distintivi di alcuni personaggi importanti, ma anche nella determinazione e nello sviluppo di elementi basilari della struttura narrativa: dal confronto col Cugino Pons di Balzac, per esempio, emerge la singolare coincidenza della teoria delle concause, particolarmente evidente in un passo dello scrittore francese che, se confrontato con un analogo episodio del romanzo, permette di rilevare corrispondenze non solo tematiche ma perfino lessicali. La lettura del Fauno di marmo diHawthorne, inoltre, si rivela un antecedente prezioso da recuperare per la rappresentazione di una Roma tentacolare e soprattutto per il condiviso paradigma del non-finito intenzionale che lascia irrisolte le trame di una storia solo apparentemente presentata come indagine poliziesca ispirata a fatti di cronaca nera, ma che si risolve nella dolorosa presa d’atto dell’irriducibile complessità del reale.