di Antonio Errico
Tutto quello che esiste è generato da una memoria. Tutte le narrazioni, tutte le scienze, tutta la storia, le arti di ogni tempo, ogni esperienza, ogni parola, provengono senza nessuna eccezione da una memoria, e memoria diventano. La memoria mette a disposizione conoscenze e strumenti di acquisizione delle conoscenze che consentono di orientarsi nella complessità dei sistemi sociali, tra la pluralità delle identità e delle espressioni culturali, nell’intreccio delle storie che corrono per il mondo.
Vengono tempi in cui il bisogno di memoria diventa più forte. Quando cambiano rapidamente e radicalmente i codici che adottiamo per comprendere e interpretare le forme con cui si esprime il mondo, quando si oscurano o comunque diventano confusi i punti di riferimento, quando i significati sociali e culturali si presentano con forme che non riconosciamo, allora il bisogno di memoria diventa più forte. Se non altro perché soltanto la memoria può costituire testimonianza che le trasformazioni sono sempre avvenute, che i punti di riferimento sono sempre cambiati, che i significati si sono trasformati, rielaborati, rigenerati. Soltanto la memoria può dimostrare che tutto quello che accade è una diversa versione di qualcosa che è accaduto un’altra volta.