di Simone Giorgino
Questo volume è una sintesi delle linee di ricerca sviluppate dall’autore nel corso della sua lunga e articolata attività, ben rappresentate dalle cinque sezioni in cui il libro è suddiviso. I saggi raccolti nel volume, che risalgono per la maggior parte agli ultimi cinque anni, si possono considerare, inoltre, come lo specimen di una precisa metodologia, che consiste in un’indagine rigorosa attorno a testi e documenti della modernità letteraria, anche inediti o poco noti, ed è sorretta da un principio semplice ma non scontato: la ricerca letteraria è tanto più efficace quanto più riesce a rischiarare quelle zone d’ombra che ancora avvolgono linee, tendenze, temi, autori e opere della contemporaneità, a volte trascurati in nome di un’ortodossia critica, se non di uno sterile conformismo, che tende a privilegiare le vie maestre piuttosto che i Sentieri nascosti (si intitolava così, non a caso, col sottotitolo Studi sulla letteratura italiana dell’Otto-Novecento, il precedente volume pubblicato da Giannone nel 2016 con l’editore Milella).
La sezione d’apertura contiene tre saggi impostati su materiali rinvenuti presso periodici o archivi letterari. Si parte da un intervento finora poco o per niente conosciuto di Giuseppe Ravegnani sul Porto sepolto di Ungaretti, apparso in rivista nel 1918 e mai registrato nella bibliografia critica del poeta, che è molto utile perché permette di ricostruire, quasi in presa diretta – l’articolo esce due anni dopo la prima limitatissima edizione della raccolta – la controversa ricezione del suo esordio, a volte accolto con diffidenza se non con ostilità: lo stesso Ravegnani parla infatti, nel suo pezzo, di «poesia a contagocce», pur riconoscendo al giovane Ungaretti la funzione di caposcuola di un preciso filone della lirica italiana di quel periodo.