Le piccole storie di Lina Iannuzzi

di Gianluca Virgilio

C’è la grande storia, quella degli avvenimenti importanti, che hanno segnato un’epoca e si possono leggere nei manuali scolastici, e c’è la piccola storia, quelle dei fatti occorsi alle persone comuni nel medesimo tempo storico in cui andavano compiendosi i grandi eventi e che sarebbero destinati a perdersi nell’ignoranza dei posteri, se i narratori non si prendessero la briga di raccontarli, ognuno dalla sua particolare specola.

Lina Iannuzzi, Microstorie del secolo breve, Agave Ibiskos Ulivieri, Empoli 2010, p. 130, senza perdere di vista l’una e l’altra storia, ripercorre il secolo breve attraverso il racconto di diciotto microstorie che corrispondono ad altrettanti capitoli in cui è suddiviso il libro. “Secolo breve” è, come si sa, espressione mutuata da Eric J. Hobsbawm, che nel suo celebre libro racchiude il XX secolo tra due date: il 1914 e il 1991; per Iannuzzi il “secolo breve” si restringe a un quarantennio: dal 1942 (il fascismo e la guerra) agli anni del terrorismo (all’incirca la fine degli anni settanta, i primi anni ottanta), passando attraverso gli anni del dopoguerra, il boom economico, la rivolta studentesca del ‘68, ecc., salvo qualche flashback che ci riconduce al secolo più amato dalla narratrice, l’Ottocento.

Iannuzzi si avvale della memoria personale, che presta alla sua penna personaggi e situazioni coi quali l’autrice compone quadri di vita vissuta, ognuno dei quali serve a delineare un certo torno di anni; sicché si capisce la scelta di dividere il libro in capitoli, come fossero le diverse sequenze di un romanzo ordinato cronologicamente. I luoghi in cui si svolge l’azione dei racconti variano dalla Firenze dei giochi artistici e sportivi durante il fascismo alla nativa (dell’autrice) Pescia in Valdinievole, e poi la Calabria, il Salento, Milano, Pisa, ecc., fino a Miami Beach dell’ultimo racconto.

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