Per una storia della poesia visiva in Puglia

Subito dopo la mostra avvenne l’incontro con Eugenio Miccini, il maggior teorico insieme a Pignotti della poesia visiva, il quale lo stimolò a proseguire nella sua ricerca. Egli quindi aderì al Gruppo 70 e nel dicembre 1967 organizzò la sua prima personale che si svolse presso il Circolo Italsider di Taranto. Attivato nel 1963 nell’ambito del grande Centro Siderurgico, inaugurato due anni prima col tubificio, il Circolo inseguiva «la duplice finalità di avvicinare ai fatti dell’arte la nuova forza lavoro costituitasi con la recente industrializzazione, proponendo rassegne di ampio respiro, e di valorizzare le più avanzate esperienze artistiche del territorio»[3].

In coincidenza con questa mostra, Perfetti pubblica …000 + 1. Poesie tecnologico/visive, uno dei primi libri in assoluto di poesia visiva, stampato dalla Tipografia dello Stabilimento tarantino, con le pagine in cartoncino rosa[4].  L’operazione si ripete in occasione della sua seconda mostra personale svoltasi sempre nei locali del Circolo Italsider nell’aprile del 1969, allorché presso la medesima Tipografia esce Frammenti quotidiani. Entrambi i libri contengono “testi” composti da collage di frasi, slogan e immagini prelevati dal mondo della comunicazione di massa (giornali, manifesti pubblicitari, fumetti, fotoromanzi) e accostati tra di loro mediante un montaggio straniato e destrutturante teso a demistificare questi messaggi col polemico obiettivo, come osservò Pignotti, di rinviarli al mittente con significato opposto.

            Nel gennaio del 1968 poi Perfetti con la collaborazione di Gianni Jacovelli organizzò a Massafra, una cittadina in provincia di Taranto, la prima rassegna antologica di questa tendenza in Puglia, dal titolo Comunicazioni visive che vide presenti alcuni degli esponenti più noti in campo nazionale ed esattamente: Achille Bonito Oliva, Emilio Isgrò, Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, Miccini, Giovanni  Battista Nazzaro, Luciano Ori, lo stesso Perfetti, Pignotti, Antonino Russo e Franco Vaccari[5]. A Massafra operava un attivo gruppo di artisti e intellettuali, composto, fra gli altri, da Jacovelli, Cosimo Damiano Fonseca, Nicola Andreace, i quali insieme a critici come Franco Sossi e Pietro Marino, oltre che a Perfetti, attraverso una serie di esposizioni, tentarono in quegli anni  «una coraggiosa esplorazione sistematica fra le tendenze e fra i gruppi di ricerca operanti nel campo dell’arte pugliese e nazionale»[6]. Già l’anno prima, nell’ambito del 18° Premio Massafra, avevano organizzato una mostra di rottura, dal titolo Forme spazio strutture, che intendeva compiere un’indagine nell’ambito dell’“arte programmata”. Anche nel 1968 e nel ’69 si svolsero nella cittadina ionica due importanti rassegne che facevano il punto su altre tendenze dell’arte italiana di quel periodo: Il contesto e l’immagine e Co/incidenze. A queste mostre hanno partecipato, fra gli altri, alcuni degli artisti pugliesi più aperti al nuovo, spesso in rapporto con i poeti visivi, come Giuseppe Delle Foglie, Vittorio Del Piano, Rino Di Coste, Franco Gelli, Pietro Guida, Salvatore Spedicato, Natalino Tondo.

            Nel suo intervento in catalogo, che era introdotto da una poesia “lineare” di Pignotti, Jacovelli, dopo aver messo in rilievo, a giusta ragione, che quella era «la prima “antologia” di poesia visiva nell’Italia Meridionale (eccetto Napoli, forse), e per giunta in provincia», si soffermava a spiegare le caratteristiche e il significato di questa tendenza, che assume «per l’artista come per il fruitore – scriveva – funzione liberatoria»[7].

Perfetti invece, nel suo scritto, scendeva nel merito dell’operazione compiuta dai visivi che, animati da uno spirito di contestazione ideologica, intendevano capovolgere i messaggi consueti della stampa, della televisione, della pubblicità: «Ebbene, contro l’industria dell’immagine e della parola – osservava – […] si scagliano in netta posizione di contestazione e di dissenso gli operatori della superavanguardia, confezionando i loro messaggi visivi con l’avvalersi degli stessi media ma con una carica del tutto opposta, demistificante e dissacratoria»[8].

            Nel giugno dello stesso anno, Jacovelli e Perfetti pubblicarono anche Out. Repertorio di poesia sperimentale (fig. 4), un’originale antologia  che comprendeva poesie “lineari” di diciassette autori, tra poeti visivi veri e propri e “novissimi” o comunque vicini alla neovanguardia  del Gruppo 63[9]. E mentre Jacovelli, nel suo scritto introduttivo, metteva in rilievo la necessità di una rottura con la tradizione culturale pugliese e di apertura «ad ogni esperimento di cultura avanzata in ogni campo»[10], Perfetti si soffermava sulla trasformazione della poesia che «non si lascia agire, ma che agisce, si fa azione e comportamento […] vive nel quotidiano del quotidiano». Da qui «l’ipotesi di verifica fruitiva a tutti i livelli, particolarmente al di fuori del libro» di questa poesia che «si offre decisamente come antimerce», come prodotto «del tutto antitetico al Sistema, di mercificazione/consumo appunto, imperante all’insegna dell’opulenza/benessere»[11]. Lo stesso concetto, di chiara origine sessantottesca, veniva ribadito, nel suo scritto, da Miccini, per il quale «la poesia è un’antimerce e in quanto tale si sottrae ad ogni mercanteggio ideologico. Essa segue solamente regole interne»[12]

Date queste premesse, si capisce che questa pubblicazione non doveva restare fine a se stessa ma era destinata a sfociare in un’operazione di poesia-spettacolo, nel tentativo di portare la poesia fuori dal libro, che non era più ritenuto l’unico strumento di diffusione della cultura. Le composizioni vennero  lette infatti la sera del 29 giugno a Massafra da un gruppo di giovani attori, di cui alcuni del Piccolo Teatro di Bari, con accompagnamento di musiche e di immagini.

Nel settembre del 1969, ancora, in occasione del ventesimo anniversario della Rassegna d’arte contemporanea, si tenne a Massafra un’ampia rassegna, dal titolo Co/incidenze (fig. 5), articolata in ben cinque sezioni: Uno per uno, a cura di Franco Sossi; Confronti, sempre a cura di Sossi; I manifesti dell’Apollinaire, a cura di Cosimo Damiano Fonseca; Massafra in 6’, a cura di Pierluigi Albertoni; La decongestione permanente, a cura di Michele Perfetti. Quest’ultima sezione era dedicata appunto a un panorama delle tendenze nazionali e internazionali nel campo delle ricerche poetico-visuali, uno dei più ampi ed esaustivi tentati fino ad allora in Italia. Si andava infatti dalla poesia visiva vera e propria alla poesia concreta, dalla poesia fonetica a ogni tipo di poesia sperimentale e avanzata. Ben quarantaquattro erano gli operatori presenti, tra i nomi più noti in campo mondiale, provenienti, oltre che dall’Italia, da varie nazioni europee (Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Svizzera, Cecoslovacchia, Spagna, Jugoslavia), ed extraeuropee (Giappone, USA, Uruguay, Argentina)[13]. Sul catalogo, all’inizio della sezione, al posto della consueta presentazione del curatore, vi era una sorta di dichiarazione di poetica, in stile parolibero, di Perfetti che terminava con la seguente significativa affermazione: «arte della scrittura interazione parola immagine guerriglia all’aperto vita all’aperto vita totale»[14].

Nel 1971 ha luogo, sempre presso il Circolo Italsider, la terza mostra personale di Perfetti, anche stavolta accompagnata da un libro, Plastic city, che in quarta di copertina è definito «il primo romanzo visivo», pubblicato sempre a Taranto dalle Edizioni O.M.I. (Operativo metodologie interdisciplinari). Nel «sommario» si sostiene che «di contro alla risibile superpoesia sognata» la sola poesia possibile è la «sottopoesia decorativa», quella cioè che si ispira al mondo dei mass media con intenti demistificatori. Secondo Vincenzo Accame, quest’opera «ha tutto l’aspetto, in pratica, di un giornale sconvolto da un tipografo impazzito, che mette sottosopra ogni pagina, buttando a caso righe di piombo e clichés, sbizzarrendosi nella scelta dei caratteri con la furia di qualcuno che fa pulizia nella scatola. Il discorso è “sensato” solo in quanto appartiene alla realtà, perché è la realtà più banale e quotidiana che fornisce la materia linguistica»[15].

A Plastic city, nel 1973, segue ancora un altro libro, Oggi Jet, apparso sempre a Taranto presso le medesime Edizioni, in cui si nota una più accurata ricerca grafica tesa a conferire maggiore dinamismo al rapporto tra materiali verbali e figurativi. Quello stesso anno Perfetti si trasferisce definitivamente a Ferrara, dove ha proseguito la sua attività fino ad oggi, abbandonando il ruolo svolto fino ad allora nella sua regione ma mantenendo stretti contatti con gli ambienti artistici pugliesi.

Nel 1971, intanto, nasce a Lecce, in collaborazione con il Centro Téchne di Firenze, diretto da Miccini,  uno dei primi periodici italiani di poesia visiva, «Gramma»[16], fondato da tre giovani artisti salentini provenienti dalla pittura, Giovanni Corallo, Bruno Leo e Salvatore Fanciano. Di questo «bollettino trimestrale di cultura contemporanea» (questo è il sottotitolo), in quell’anno, uscirono in tutto quattro fascicoli per complessivi cinque numeri. «Gramma» ricalca fedelmente la prima serie della rivista di Miccini, «Téchne», sia nell’aspetto esterno che nei contenuti. Come quella, infatti, si presenta come un assemblaggio di materiali eterogenei (fogli ciclostilati non numerati, locandine, serigrafie, inserti, collage, depliant), tenuti assieme da alcuni punti metallici e con una copertina di cartoncino bianco.

Stampato con lo strumento, ormai obsoleto, del ciclostile, questo bollettino si caratterizza per la presenza di numerose composizioni visive e concrete. La poesia visiva vera e propria è presente, in «Gramma», con  composizioni del caposcuola Miccini (Rebus ) e di altri operatori, spesso legati all’ambiente fiorentino, come Achille Bonito Oliva, Roberto Malquori, Giusi Coppini, Andrea Granchi e Renato Ranaldi. Ma nelle pagine del periodico non mancano nemmeno alcuni pugliesi (oltre ai tre fondatori, lo stesso Perfetti, Vittorio Balsebre, Beppe Piano, Francesco Pasca, Enzo Miglietta, Sandro Greco e Corrado Lorenzo), nonché esponenti stranieri delle ricerche verbo-visive, come Jean Claude Moineau, Jochen Gerz, Miguel Lorenzo, Timm Ulrichs, Alain Roussel, Jirí Valoch, Clemente Padín, Paul de Vree. Accanto alla poesie visive, comunque, si possono trovare anche quelle puramente verbali, accomunate per lo più da contenuti di tipo ideologico-politico.

            Nel 1972, dopo Taranto, Massafra e Lecce, viene coinvolto in questa vicenda anche il capoluogo pugliese, Bari, grazie all’attività di una galleria, «Centro 6. Arte contemporanea – Nuove situazioni», dove per oltre un decennio sono organizzate mostre, collettive e personali, di poesia visiva. Nella galleria infatti, una delle più aperte alle nuove correnti artistiche, diretta da Franca Maranò e Nicola De Benedictis, nel gennaio di quell’anno, si svolge una mostra, intitolata Poesia visiva, che vede riuniti quattro rappresentanti di questa tendenza, Miccini, Ori, Perfetti e Sarenco, i quali nel catalogo pubblicano brevi dichiarazioni polemiche contro la critica tradizionale.

Nella medesima galleria, sempre quell’anno, si terranno un’altra mostra personale di Perfetti e, a novembre, una esposizione di documenti, a cura di Miccini e Perfetti. Negli anni successivi si svolgeranno ancora una collettiva internazionale di poesia visiva, in collaborazione con lo «Studio Brescia», con la partecipazione di A. Arias Misson, J. F. Bory, H. Damen, P. de Vree, L. Marcucci, E. Miccini/V. Russo, L. Ori, M. Perfetti e Sarenco, i quali avevano dato vita al cosiddetto Gruppo dei Nove (1973) e poi ancora mostre personali di Mirella Bentivoglio (1974), Sarenco (1974), Perfetti (1975, 1978, 1983), Miccini (1975), Vitantonio Russo (1975), Luciano Ori (1979).

            A proposito di gallerie d’arte pugliesi che hanno rivolto l’attenzione alla sperimentazione verbo-visiva, in questo sintetico panorama che stiamo cercando di delineare non si può non accennare anche all’attività della Galleria «Punto Zero» di Taranto, diretta da Filippo Di Lorenzo, dove si sono tenute mostre personali di Miccini (1974), Arrigo Lora Totino, uno degli esponenti italiani più noti della poesia concreta (1974), e ancora dell’attivissimo  Perfetti (1977). Ma accanto all’attività espositiva, questa galleria ne ha svolto anche una di tipo editoriale, con alcune pubblicazioni tra le quali citiamo il libro di Eugenio Miccini, Ipotesi e ricerche di arte contemporanea (1976) e la cartella, contenente sedici tavole serigrafiche, del salentino Franco Gelli, La valigia dell’emigrante (1977).

 Intanto negli anni Settanta e all’inizio degli Ottanta si svolgono mostre di poesia visiva un po’ dappertutto in Puglia: a Grottaglie nel 1972 (Poesia in piazza, a cura di M. Perfetti, in occasione del Festival de l’Unità); a Taranto sempre nel 1972 (Poesia pubblica, sempre a cura di M. Perfetti e sempre in occasione del Festival dell’Unità); a Martina Franca nel 1974 (Arte totale); a Gioia del Colle nel 1977 (Poesia visiva. Performance); a Foggia nel 1981, presso il Laboratorio Arti visive (Poesia visuale/Nuova scrittura, a cura di  Guido Pensato); a Martina Franca nel 1983 (Ab origine).

A Lecce ancora, nel 1977, nasce un’altra testata che si colloca sempre nell’area della più avanzata sperimentazione di quegli anni, anche di tipo verbo-visivo, «Ghen» (fig. 10), giornale a struttura modulare fondato e diretto da Francesco Saverio Dodaro, di cui apparvero tre soli numeri tra il 1977 e il ‘79, ma che trovò una continuazione inaspettata a Genova con i quattro numeri di «Ghen Liguria», diretto da Rolando Mignani, apparsi tra l’81 e l’84. Questo periodico era l’organo ufficiale di un  movimento d’avanguardia sorto a Lecce nel 1976, il Movimento arte genetica, che raggruppava un certo numero di operatori estetici, salentini e non, provenienti dai più svariati settori della ricerca artistica e letteraria e  accomunati dall’ipotesi di profonde implicazioni genetiche all’origine di ogni manifestazione artistica. Tra i collaboratori di «Ghen» che si sono cimentati nella ricerca poetico-visuale, oltre allo stesso Dodaro, che ha figurato spesso in rassegne nazionali di grande rilievo, citiamo Franco Gelli, Antonio Massari, Ilderosa Laudisa, Vittorio Balsebre Armando Marrocco, Enzo Miglietta.

            A Dodaro  si deve anche l’ideazione e la realizzazione di numerose collane d’avanguardia, che vedono la luce tra il 1981 e il 2010[17], nelle quali compaiono spesso alcuni dei nomi più noti della sperimentazione verbo-visiva in campo nazionale e internazionale, quali L. Caruso, U. Carrega, S. M. Martini, G. Fontana, E. Miccini, E. Minarelli, L. Pignotti, Betty Danon, Carla Bertola,  A. Arias Misson, J. Blaine, J. F. Bory, H. Chopin, B. Ferrando, R. Kostelanetz.

Un’altra originale esperienza svoltasi nel Salento è quella di Enzo Miglietta e del suo Laboratorio di poesia di Novoli, diventato nella prima metà degli anni Ottanta uno dei punti di riferimento principale nel campo della sperimentazione poetico-visuale in Italia [18]. Miglietta, dopo aver pubblicato alcune raccolte di versi, dal 1970 si indirizzò verso questo tipo di ricerche alle quali dedicò anche la sua  tesi di laurea. Dal 1980 al 1984 nel Laboratorio di poesia di Novoli si svolsero numerose mostre dei maggiori esponenti di questa corrente, accompagnate da dibattiti, performance, la pubblicazione di cataloghi e di un bollettino ciclostilato[19]. In quegli anni lo stesso Miglietta  attraversò un po’ tutte le tendenze in questo campo, dalla poesia motoria alla poesia visiva alla poesia concreta, fino ad arrivare alla cosiddetta “scrittura” o “nuova scrittura”. Nel 1993 fece  una sorta di consuntivo  del suo lavoro svolto in quasi due decenni in una mostra organizzata nel Castello di Carlo V a Lecce, intitolata Manoscritti e altro. Anche Miglietta, come Dodaro, può vantare la presenza in diverse rassegne prestigiose a livello nazionale e internazionale.

A dimostrazione dell’attenzione con cui l’ambiente letterario e artistico salentino ha seguito queste ricerche, è significativo infine che alcune riviste letterarie pubblicate nel Salento hanno ospitato spesso composizioni verbo-visive[20]. Sulle  riviste dirette da Antonio Verri, come «Pensionante de’ Saraceni» (1982-84) e «Quotidiano dei poeti» (1989),  sono comparse, fra l’altro, opere di L. Caruso, L. Pignotti, R. Mignani, G. Gini, U. Carrega, M. Perfetti. Un’altra rivista salentina, invece, «L’immaginazione», ha dedicato, fra l’altro, due numeri speciali alla sperimentazione verbo-visiva: il n. 10 (ottobre 1985), con una presentazione di chi scrive il presente articolo, dal titolo Una ricognizione poetico-visuale, con vari interventi e la presenza di opere di quarantadue artisti; e il n. 91 (dicembre 1991), con una presentazione di Lamberto Pignotti e quarantaquattro artisti presenti.

[In A. L. Giannone, Scritture meridiane. Letteratura in Puglia nel Novecento e oltre, Lecce, Edizioni Grifo, 2020]


[1] Sulla ricezione del futurismo in Puglia cfr. A. L. Giannone, L’avventura futurista. Pugliesi all’avanguardia (1909-1943), Fasano, Schena, 2002.

[2] Cfr. L. Fiaschi, Intervista a Michele Perfetti, in Parole contro 1963-1968. Il tempo della poesia visiva, Poggibonsi (Siena), Carlo Cambi editore, 2009, pp. 37-45.

[3] G. Marinelli, L’Italsider a Taranto. Gli artisti e la grande industria, 1960-1974, in Kronos. Supplemento 4, Galatina, Congedo, 2008, p. 194.

[4] Cfr. La poesia visiva (1963-1979), a cura di L. Ori, Firenze, Vallecchi, 1980, p. 34.

[5] La mostra, col titolo La poesia nella civiltà delle macchine, venne trasferita a Taranto, presso il Salone del Circolo Italsider, dal 31 gennaio al 7 febbraio 1968.

[6] A. Basile, Tradizione e innovazione nell’arte degli anni Sessanta. Il Premio Massafra “Lucerna d’Argento”, in  “Cenacolo”, n. s., a. XV, 2003, p. 141.  A questo articolo si rimanda per una cronistoria di queste manifestazioni artistiche.

[7] G. Jacovelli, Poesia visiva oggi, in Comunicazioni visive. Rassegna di poesia, cat. della mostra, Massafra, gennaio 1968, senza indicazione di pagine.

[8] M. Perfetti, No alla degradazione, ivi.

[9] I poeti presenti sono: Achille Bonito Oliva, Giuseppina Coppini Alfredo Giuliani, Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, G. Battista Nazzaro, Luciano Ori, Elio Pagliarani, Michele Perfetti, Lamberto Pignotti, Antonino Russo, Edoardo Sanguineti, Gregorio Scalise, Maurizio Spatola, Gianni Toti, Franco Vaccari.

[10] G. Jacovelli, Puglia ’70, in Out. Repertorio di poesia sperimentale, a cura di G. Jacovelli e M. Perfetti, Taranto, Cressati, 1968, p. 3.

[11] M. Perfetti, Fuori!, ivi, p. 5.

[12] E. Miccini, Poesia antimerce, ivi, p. 6.

[13] Ne diamo qui l’elenco: A. Arias-Misson, N. Balestrini, J. Blaine, A. Bonito Oliva, J. F. Bory, U. Carrega, P. de Vree, C. Fernbach-Flarsheim, L. Ferro, J. Finlay Hamilton, I. e P. Garnier, J. Gerz, E. Gomringer, M. Grillandi, E. Isgrò, K. Katue, K. La Rocca, L. Marcucci, E. Miccini, F. Millan, J. C. Moineau, F. Mon, G. B. Nazzaro, L. Novàk, L. Ori, C. Padín, R. Paris, E. Pedrotti, M. Perfetti, L. Pignotti, M. Pogacnik, A. Russo, Sarenco, G. Scalise, A. Spatola, S. Takahashi, B. Tomic-Denegri, F. Vaccari, J. Valoch, S. Vassalli, E. A. Vigo, I. Vroom, F. Zagoricnic.

[14] M. Perfetti, La decongestione permanente, in Co/incidenze, XX Rassegna d’arte contemporanea Città di Massafra, cat. della mostra, Edificio scolastico “G. Pascoli”, 13-28 settembre 1969, senza indicazione di pagine. Anche questa mostra, col titolo La scrittura attiva / Expo internazionale di poesia avanzata, venne trasferita a Taranto, sempre presso il Circolo Italsider, dal 29 novembre al 9 dicembre di quell’anno.

[15] V. Accame, Il segno poetico. Riferimenti a una storia della ricerca poetico-visuale e interdisciplinare, Milano, Munt Press, 1977, p. 81.

[16] Su questa rivista cfr. A. L. Giannone, Due riviste sperimentali degli anni Settanta: «Gramma»  e «Ghen», in Vittorio Balsebre e i Gruppi Gramma e Ghen, cat. della mostra (Matino, 17 dicembre-13 gennaio 2007), a cura di S. Luperto, Lecce, Edizioni del Grifo, 2006, pp. 25-34.

[17] Ne diamo qui  l’elenco: «Ghen arte» (1978), «Violazioni estetiche» (1981); «Scritture» (1989), «Spagine. Scritture infinite» (1991); «Compact Type. Nuova narrativa» (1990), «Diapoesitive. Scritture per gli schermi» (1990); «Mail Fiction» (1991); «Mail Poetry» (1991), «Wall Word»(1992), «International mail stories» (1993), «Internet poetry» (1995), «Walkman fiction. Romanzi da ascoltare» (1995), «E 800. European literature» (2000); «Pieghe narrative» (2001), «Pieghe poetiche» (2001), «Pieghe della memoria» (2001), «Foglie nude» (2003), «Locandine letterarie» (2005), «Romanzi nudi» (2006-07), «Carte letterarie» (2009); «792 Mail theatre» (2009), «New Page. Narrativa in store» (2009), «New Page. Theatre in store» (2010).

[18] Su questo argomento si rinvia a Enzo Miglietta e il Laboratorio di Poesia di Novoli, cat. della mostra (Matino, 18 maggio-15 giugno 2008) a cura di S. Luperto, Lecce, Edizioni del Grifo, 2008.

[19] Vi furono mostre, fra gli altri, di U. Carrega, V. Accame, E. Miccini, A. Spatola, L. Pignotti, C. Finotti, W. Xerra, V. Ferrari, G. Fontana, L. Caruso, M. Perfetti, E. Minarelli. Per una ricostruzione di questa attività espositiva cfr. S. Luperto, Enzo Miglietta e il Laboratorio di Poesia di Novoli, ivi, pp. 19-30.

[20] Per un panorama delle riviste salentine dagli anni Settanta ai primi anni del Duemila cfr. A. L. Giannone, Modernità del Salento. Scrittori, critici e artisti del Novecento e oltre, Galatina, Congedo, pp. 83-94.

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