Manco p’a capa 75. L’onta della storia? Sai che paura!


Comunque ha ragione Draghi: i soldi ci sono, non sono un problema. Dubito che Draghi ne sappia gran che di biodiversità e di barriere coralline, ma di soldi dovrebbe intendersene. Il problema è come utilizzarli, per fare cosa. Che ricadute avranno gli investimenti sulla biodiversità e le barriere coralline? Perché i soldi sono solo un mezzo. Il fine è la salvaguardia della biodiversità e delle barriere coralline, intese come i sistemi ecologici che rendono la biosfera abitabile per noi. Che effetti avranno quegli investimenti su biodiversità ed ecosistemi?
In Italia i partiti verdi non hanno dimensioni significative, anche se l’ambiente è una delle stelle del Movimento 5 Stelle. Conte presenta la squadra dei quadri del Movimento: aziendalisti, industriali, e altre figure di altissimo profilo. Non una che avesse competenze in campo ambientale. Ha parlato di ambiente Paola Taverna, un’aziendalista, ma di sfuggita. Altri hanno detto che la transizione ecologica ha risvolti sociali ed economici, e l’ambiente è stato appena nominato.
Il M5S è il più sensibile ai temi ambientali, figuriamoci gli altri.
Nei programmi di approfondimento politico non ci sono mai autorità scientifiche in campo ambientale, gli omologhi dei virologi se si parla di virus. A volte interviene qualche rappresentante dei movimenti ambientalisti che, pur essendo sensibili ai problemi ambientali non rappresentano la comunità scientifica che si occupa di ambiente. Vanno benissimo, ma non bastano.
Temo che i fondi per la transizione ecologica che la Commissione Europea sta mettendo a disposizione dei vari stati non saranno spesi in modo coordinato: ogni stato farà come crede. Succede lo stesso con le Direttive, tipo la Strategia Marina. Si indicano obiettivi generali, come il raggiungimento del Buono Stato Ambientale in tutte le acque dell’Unione entro il 2020 (ah ah ah), ma ogni stato fa come crede e la Direttiva viene declinata in modi a volte contrastanti. Non possiamo chiedere al mondo intero di agire con coerenza, ma almeno in Europa potremmo elaborare una strategia e non tante tattiche scoordinate.
Tornando a Glasgow, tutti sono oramai d’accordo, tutti riconoscono l’urgenza, tutti si dichiarano responsabili. I negazionismi non trovano spazio, non ci sono più dubbi. Lo dicono i potenti di tutto il mondo, anche se a volte in modi differenti.
Verrebbe da dire: a str..i, allora avevamo ragione noi! E ve ne accorgete ora? Non bisogna attendere l’ardua sentenza dei posteri: chi ha retto le sorti del mondo (voi) è colpevole dello stato in cui lo ha ridotto. Noi, le Cassandre dell’ecologia, oggi gretini, abbiamo solo la magra soddisfazione di dire: ve lo avevamo detto. Il bello è che i soldi per la transizione ecologica continueranno a gestirli “loro”, quelli che hanno causato il problema.

[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 3 novembre 2021]

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