di Antonio Prete
È di luce il respiro della terra
che a marzo ha solchi nel verde
e squarci di celeste nelle nubi.
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Verso il tenue bagliore dello specchio
precipita la folaga sazia d’aria.
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Spoglio, l’albero spalanca le dita
perché il vento accarezzi sulla pelle
le prime gemme.
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Ora la notte, in disparte, risvolge
il mantello che coprirà il mondo.
Una stellare inquietudine
precipita lenta dal cielo.