Allora, forse è necessario anche rivedere i concetti di creatività, ricostituendo le loro stratificazioni semantiche, anche rinunciando a certe fascinose figurazioni romantiche. Forse è necessario anche riconsiderare le stesse definizioni di creatività, non per cancellarle ma per riscriverle adeguandole ai tempi e alla temperie culturale. Forse diventa necessario, o quantomeno opportuno, intervenire anche sulle definizioni di pensiero divergente e convergente. Non si può neanche escludere che, se si assume una certa prospettiva, non si possa associare al termine creatività la definizione di pensiero convergente: nel senso di un pensiero collettivo che converge in un punto dal quale si sviluppa una conoscenza nuova.
Ancora: probabilmente risulta necessario anche riconfigurare il profilo della persona creativa fino ad arrivare al punto di considerare che non esiste qualcuno che non lo sia o che non abbia le possibilità per diventarlo, che non abbia le condizioni per maturare un pensiero creativo: forse la sola condizione indispensabile è che abbia qualcuno vicino, che gli faccia capire che si può vedere oltre, pensare diversamente e soprattutto che è indispensabile pensare insieme: non con lo stesso pensiero ma con pensieri diversi che ad un punto si incontrano e producono un pensiero che ne costituisce la sintesi. Pensare insieme: soprattutto quando le situazioni e i problemi sono complessi. Questo è il tempo delle complessità, per definizione. Per cui non si può fare a meno di pensare insieme le possibili soluzioni ai problemi. Forse non esiste più un problema che qualcuno possa risolvere da solo, ad esclusione di quei problemi che sono personalissimi e interiori.
Non si può neppure fare a meno di pensare insieme quelli che sono i criteri, i metodi e gli strumenti di sviluppo e di progresso. Innanzitutto perché non si può prescindere dall’individuare collettivamente gli orizzonti di senso, i modelli da adottare, le direzioni da seguire nei processi di realizzazione delle condizioni di sviluppo e di progresso. Pensare insieme significa determinare equilibri, conciliare gli interessi, integrare le culture, agevolare prossimità, valorizzare differenze, ridurre le disuguaglianze, tessere reciprocità, costruire consapevolezze.
Poi nessuno esclude, nessuno potrà escludere mai, quella condizione della creatività che coincide con il genio, che richiede, che pretende, una solitudine assoluta, un ritrarsi dal mondo, perché solo nella solitudine assoluta si può compiere l’opera, elaborare la formula perfetta.
Ma questo è un discorso completamente diverso.
[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, Domenica 10 ottobre 2021]