di Antonio Prete
Eri quel punto quasi inapparente,
tra le voci spiumate della riva
e la luna che solcava paziente
il cielo, col mio cuore nella stiva.
.
Ma in quel punto le tue gambe, i tuoi seni,
la gloria del tuo passo: spina e fuoco
ai miei pensieri. Se nel libro veni,
leggevo, sponsa de Libano, il roco
.
recitar della mente la ferita
apriva, dolce fingendo oltre il porto
l’irta navigazione della vita.
Ma qui solo il tuo nome ora mi porto.
.
Le sillabe, sottratte foglie al senso,
volteggiano lontane dal tuo viso.
E tra le nuvole ha nascosto il denso
rombo del tempo il lampo del tuo riso.