di Ferdinando Boero
Mi rendo conto di essere un disco rotto, che ripete sempre la stessa musica. Ho scritto mille volte che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in cui la maggior parte delle risorse va alla transizione ecologica, mancano seri riferimenti a biodiversità ed ecosistemi, come invece chiedono le linee guida europee. Ho scritto che il Decreto semplificazioni concede risorse per assumere altri burocrati ma non per assumere esperti di valutazione di impatto ambientale (https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/06/24/transizione-green-e-se-per-il-decreto-semplificazioni-lostacolo-fosse-lecologia/6237661/). Il disco rotto, però, mi pare quello governativo. Oggi vedo uno spot in TV. Si cercano 500 laureati per la realizzazione del PNRR. Oh finalmente. Vedo i profili richiesti e mi dico: ma ci deve essere un errore! Così cerco in rete e trovo il comunicato: http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/ministro/13-09-2021/pa-e-professionisti-500-nuove-assunzioni-l%E2%80%99attuazione-del-pnrr dove sono elencati i profili. Eccoli: Le assunzioni sono così suddivise: 198 unità per il profilo economico; 125 unità per il profilo giuridico; 73 unità per il profilo statistico-matematico; 104 unità per il profilo informatico, ingegneristico, ingegneristico gestionale. Queste sono le professionalità necessarie per attuare la transizione ecologica? Concordo che siano necessarie, ma certamente non sono sufficienti. Dove sono gli esperti di ambiente? La transizione ecologica dovrebbe richiedere anche laureati in scienze ambientali, scienze naturali, scienze biologiche, scienze agrarie e forestali. E le competenze dovrebbero derivare da specifici indirizzi sviluppati in lauree magistrali e dottorati. Bastano economisti, giuristi, statistici e ingegneri per attuare la transizione ecologica? Ho scritto anche su questo https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/15/per-la-transizione-ecologica-ora-si-recluti-un-esercito-di-competenti/6101848/. Se il ministero della transizione ecologica è stato affidato a un fisico con forte tendenza verso le tecnologie e scarse competenze in ecologia e se mancano esperti di ambiente nell’intera compagine governativa, è chiaro che non si senta la necessità di reclutare profili professionali che esulino dalle proprie competenze.