Manco p’a capa 69. La decrescita infelice

L’altro modello è quello logistico, e riguarda singole specie. All’inizio la popolazione è di piccole dimensioni e ha la possibilità di crescere. Arrivata ad una dimensione ottimale, in equilibrio con la disponibilità di risorse, la popolazione rimane stabile: ha raggiunto la capacità portante: il numero massimo di individui di una specie che l’ecosistema è in grado di sostenere. Lo sviluppo è completo e la crescita si arresta. I due modelli, in natura, coesistono. In nessun modello la popolazione (e il suo consumo) crescono all’infinito. Anche se questa è l’aspettativa degli economisti mainstream. Nella nostra specie, inoltre, gli individui non consumano in modo uniforme. Alcuni consumano moltissime risorse naturali (e noi siamo tra quelli) mentre altri ne consumano molto meno. Indipendentemente dal numero di umani (ora non voglio parlare di demografia, l’ho fatto in un altro post), è ovvio che il consumo, e quindi l’economia, non può crescere all’infinito. E cosa si aspetta, invece, la nostra economia? La crescita! Tutti predicano la crescita del capitale economico, e dei consumi (prima di tutto energetici). Pensare di consumare meno è una bestemmia. Significherebbe la decrescita, la recessione. Per chi predica la crescita infinita non è pensabile parlare di “equilibrio” (sarebbe stagnazione dei mercati). E quindi eccoci alle crisi ricorrenti del capitalismo (e anche del comunismo), secondo il modello di Lotka-Volterra. La crescita fa parte del gioco della natura, ma ci sono limiti. O impostiamo il nostro vivere secondo il modello che vede l’equilibrio tra economia e natura, oppure andremo incontro alle crisi ricorrenti predette dal modello di Lotka e Volterra. La nostra specie ha continuato ad aumentare perché abbiamo sempre espanso le “aree di colonizzazione e sfruttamento”, ma con la globalizzazione siamo arrivati al limite della tollerabilità del nostro impatto. L’economia globalizzata ha come  risultato il cambiamento globale. Fa parte del gioco della natura: la specie che cresce troppo altera i sistemi che la sostengono e li rende ostili, erodendo risorse per lei vitali, lasciando spazio per altre specie, adattate alle nuove condizioni. La storia della vita sul pianeta ha visto diverse estinzioni di massa, le maggiori sono cinque. Ma questo non ha portato alla scomparsa dei sistemi naturali. Altre specie si sono evolute, occupando lo spazio lasciato libero dalle specie estinte a causa del loro stesso successo o per catastrofi tipo l’impatto di asteroidi. Il new green deal e la transizione ecologica dovrebbero spingerci verso un modello che vede l’equilibrio tra noi e il resto della natura. Se non cambieremo, prevarrà il modello di Lotka e Volterra. Ma forse gli economisti troveranno un modo per crescere all’infinito. Anche se le probabilità che ci riescano sono talmente scarse che non credo valga la pena di prenderle in considerazione. E invece…

[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 10 settembre 2021]

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11 risposte a Manco p’a capa 69. La decrescita infelice

  1. Diego scrive:

    Sono d’accordo con Boero perché il capitale umano e il capitale economico non possono prosperare se distruggiamo il capitale naturale. Il nostro benessere dipende dalla natura, e dobbiamo adattare l’economia e la società alle sue regole.

  2. Michela scrive:

    Sono d’accordo con quello che Ferdinando Boero dice nel suo articolo. Secondo me, egli coglie a pieno le problematiche della sostenibilità ecologica dicendo che il nostro benessere dipende dalla natura e non viceversa. Questi concetti fanno capire quanto sia importante cambiare le nostre abitudini a livello economico e sociale in modo da salvaguardare e tutelare l’ambiente ed evitare di far prevalere il modello Lotka-Volterra basato su prede e predatori, che porta alla diminuzione delle risorse naturali.

  3. Ludovico scrive:

    La popolazione va ad aumentare sempre di più e le risorse vanno sempre di più a mancare e soprattutto ci sarà un grande danno a livello naturale un fattore che potrà poi favorire una decrescita generale

  4. Ludovico scrive:

    La popolazione è in continua crescita e la terra non potrà mai sopportare la continua crescita della popolazione essendo un pianeta uno spazio limitato, questo porterà alla mancanza di risorse e alla distruzione del capitale naturale

  5. nicole scrive:

    Sono d’accordo con quello che dice Ferdinando Boero perché secondo me dobbiamo mettere il nostro capitale naturale al primo posto, e non la sostenibilità economica.
    Secondo gli economisti molti problemi sono causati dalla natura e non dai loro sistemi e dalle loro regole.

  6. Sara Hajib scrive:

    La penso proprio come l’autore Ferdinando Boero, il capitale umano e il capitale economico non possono svilupparsi senza il capitale naturale; e la nostra salute dipende dalla natura e dobbiamo trasformare la società seguendo le sue regole

  7. Giulia Secli scrive:

    Sono d’accordo con Boero, sul fatto del capitale; l’economia e la società devono essere adattate alla natura perché da essa dipende la nostra prosperità.

  8. Marina scrive:

    Concordo con Boero quando dice che la sostenibilità economica e sociale viene dopo la sostenibilità ecologica.
    È anche vero, come dicono gli economisti mainstream, che non si può vivere bene senza i sistemi economici attuali, ma proprio essi stanno cedendo per le conseguenze ambientali che causano.

  9. erika scrive:

    Sono d’accordo con Boero, un giusto equilibrio tra l’interesse della natura e quello dell’economia potrebbero evitare numerose crisi che affliggono i sistemi di produzione e consumo.
    Inoltre potrebbe garantire alla natura, definita da boero come la nostra preda, un picco positivo.

  10. Asia scrive:

    Sono d’accordo con l’autore Ferdinando Boero, perché il capitale umano è il capitale economico non possono crescere se distruggiamo il capitale naturale. Tutto il nostro benessere dipende solo dalla natura e dobbiamo rispettare le regole per la società e per l’economia.

  11. Arianna scrive:

    L’articolo di Ferdinando Boero ci fa riflettere sugli attuali sistemi economici e il loro impatto sul capitale naturale, senza il quale quello economico e umano non potrebbero progredire. Ci dimostra quanto sia importante la sostenibilità ecologica, sulla quale bisogna adattare l’economia e la società. Il modello di Lotka-Volterra, basato sul concetto di preda e predatori, porterà solo alla decrescita più infelice. Sono d’accordo su tutto ciò che ha detto Boero, perché l’unica soluzione è quella che garantisce un equilibrio tra noi e la natura.

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