Come Miša voleva superare la mamma in astuzia

di Evgenij Permjak


Ilya Yefimovich Repin, Ritratto di un ragazzo, 1881.

La mamma di Miša ritornò a casa dal lavoro e in segno di perplessità, alzando di scatto le mani e battendole leggermente, disse: «Ma come hai fatto, Mišen’ka, a staccare la ruota della bicicletta e romperla?»

«Non sono stato io, mamma, si è rotta da sola.»

«E perché hai la camicia strappata?»

«La camicia, mammina, si è strappata da sola.»

«Ma dove è finita la tua seconda scarpa? Dove l’hai persa?»

«Si è persa da sola, mamma, non si sa dove.»

Allora la mamma di Miša disse: «Ma guarda, come sono cattivi! A tutti questi monellacci si deve dare una bella lezione!»

«E come?» – domandò Miša.

«E’ semplice» – rispose la mamma. «Se hanno imparato a rompersi da soli, strapparsi da soli e perdersi da soli, diamo loro del tempo per imparare ad aggiustarsi da soli, a ricucirsi da soli e da soli a ritrovarsi. Invece io e te, Miša, resteremo intanto a casa ad attendere, affinché lo facciano da soli .»

Miša si sedette davanti alla bicicletta rotta, con la camicia strappata, senza una scarpa e s’impensierì fortemente. Questo ragazzino, si vede, aveva davvero molto di che pensare.

[Traduzione dal russo di Tatiana Bogdanova Rossetti]

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