di Evgenij Permjak
La mamma di Miša ritornò a casa dal lavoro e in segno di perplessità, alzando di scatto le mani e battendole leggermente, disse: «Ma come hai fatto, Mišen’ka, a staccare la ruota della bicicletta e romperla?»
«Non sono stato io, mamma, si è rotta da sola.»
«E perché hai la camicia strappata?»
«La camicia, mammina, si è strappata da sola.»
«Ma dove è finita la tua seconda scarpa? Dove l’hai persa?»
«Si è persa da sola, mamma, non si sa dove.»
Allora la mamma di Miša disse: «Ma guarda, come sono cattivi! A tutti questi monellacci si deve dare una bella lezione!»
«E come?» – domandò Miša.
«E’ semplice» – rispose la mamma. «Se hanno imparato a rompersi da soli, strapparsi da soli e perdersi da soli, diamo loro del tempo per imparare ad aggiustarsi da soli, a ricucirsi da soli e da soli a ritrovarsi. Invece io e te, Miša, resteremo intanto a casa ad attendere, affinché lo facciano da soli .»
Miša si sedette davanti alla bicicletta rotta, con la camicia strappata, senza una scarpa e s’impensierì fortemente. Questo ragazzino, si vede, aveva davvero molto di che pensare.
[Traduzione dal russo di Tatiana Bogdanova Rossetti]