Manco p’a capa 63. Il problema numero uno: il cambiamento climatico

di Ferdinando Boero

Il cambiamento climatico legato al riscaldamento globale sta alterando la dinamica dell’acqua sul pianeta, in stragrande maggioranza in forma liquida: l’oceano. L’acqua salata dell’oceano diventa dolce quando cambia di stato, e i sali restano nell’acqua rimasta liquida.

Con il caldo l’acqua oceanica evapora, sale e diventa nuvole, viene trasportata da correnti aeree generate da cambiamenti di temperatura, e poi torna giù come pioggia. Di solito quando piove in Italia è l’acqua dell’Atlantico che ci bagna. Il freddo polare fa gelare l’acqua, il ghiaccio galleggia e l’acqua sottostante, carica dei sali perduti dall’acqua congelata, diventata pesante e affonda. Ai poli il freddo genera la discesa di acque superficiali, innescando un processo di circolazione oceanica, il “grande nastro trasportatore oceanico”, che connette tutti gli oceani in un unico grande sistema circolatorio. L’acqua profonda viene spinta verso l’alto dall’acqua che scende, e si scalda al sole: i processi di circolazione generano le correnti che ben conosciamo, come la Corrente del Golfo che porta acqua calda dal Golfo del Messico verso la parte settentrionale del continente europeo, mitigandone il clima.

Se i ghiacci polari, invece che formarsi, si sciolgono per il riscaldamento globale, il grande nastro trasportatore viene manomesso. L’acqua dolce del ghiaccio che si liquefa galleggia sull’acqua salata e la corrente di acqua molto salata e fredda che scende in profondità viene sostituita da una corrente fredda e poco salata che rimane in superficie, va incontro alla Corrente del Golfo e la rallenta, diminuendo il suo effetto mitigatore sul clima dell’Europa Settentrionale. Il caldo, intanto, fa evaporare più acqua e le nuvole si caricano. Aumentano gli eventi estremi. Ovviamente se il ghiaccio si scioglie c’è più acqua nell’oceano: il livello del mare sale. 

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