Manco p’a capa 62. Un calcio a chi ha inventato il calcio

di Ferdinando Boero

Il calcio non mi interessa gran che, ma ho assistito alla finale degli europei dandole un significato che va oltre lo sport. L’Italia, per me, rappresentava l’Europa, incluse Scozia e Irlanda, e si è battuta con un’Inghilterra, non con il Regno Unito, che le ha detto no. Mi pare di aver capito che il resto d’Europa, prima di tutto Spagna e Francia, abbia tifato per noi.

Per un genovese in esilio come me, fa effetto vedere la bandiera dell’Inghilterra, non quella del Regno Unito, opposta al nostro tricolore. La bandiera di San Giorgio (croce rossa in campo bianco) è la bandiera della Repubblica di Genova e l’Inghilterra pagava una tassa per issarla sulle sue navi che entravano in Mediterraneo. Pare inibisse gli attacchi da parte dei pirati. Per un po’ hanno pagato la tassa a Genova, poi hanno smesso, tradendo i patti. Avrebbero dovuto cambiare bandiera! Se Genova ha dato la bandiera all’Inghilterra, l’Inghilterra ha dato il calcio all’Italia, e lo ha fatto proprio a Genova, dove il calcio italiano è stato fondato da un inglese che chiamò la squadra con il nome inglese della città: Genoa. L’altra squadra di Genova, la Sampdoria, prende il nome dal quartiere di Sampierdarena e dalla società ginnica Andrea Doria (storico ammiraglio della flotta genovese). I genovesi sono divisi visceralmente nel calcio: ai genoani sono più care le sconfitte della Samp che le vittorie del Genoa, e viceversa. La Samp di Mancini e Vialli, i gemelli del gol, perse una storica partita contro il Barcellona proprio a Wembley, 29 anni fa. I gemelli sono tornati, con la Nazionale, a lavare quella sconfitta: hanno ricreato nella nazionale l’atmosfera giocosa e spensierata della squadra genovese che vinse lo scudetto grazie all’affiatamento di un gruppo di giovani che, prima di tutto, si divertivano a giocare al calcio. Secondo me, sotto sotto, ne sono orgogliosi anche i genoani, a parte mio cugino Armando (credo).

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