di Gianluca Virgilio
Apro il bel libro di Michele Romano dal titolo Storia di una famiglia borghese. I Vallone di Galatina (secc. XVII-XX), edito da Franco Angeli nel 2003. Mi accorgo subito che esso è l’esito felice di un lavoro più che decennale di Romano sulla storia di Galatina degli ultimi secoli.
Ho già letto la sua tesi di laurea, conservata presso la Biblioteca “Pietro Siciliani” di Galatina (dono dell’Autore), dal titolo Amministrazione e potere locale a Galatina (1860-1888), discussa presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Lecce nell’anno accademico 1992-93 (relatore: Ornella Confessore). La “microanalisi” di Romano passa in rassegna il trentennio postunitario della cittadina salentina, dalle prime elezioni comunali del dicembre 1860 (nelle quali gli elettori galatinesi confermano l’ultimo sindaco borbonico, Antonio Dolce), al sindaco Luigi Papadia (1870-1876), con un intermezzo durato pochissimo di Giuseppe Galluccio (1867-1869) e di Pietro Garrisi (insediato per pochi mesi, prima dell’elezione di Papadia). Anni di immobilismo, di resistenze dell’élite locale al dirigismo del potere centrale, che terminano solo con l’amministrazione di Giacomo Viva (1877-1884). L’anno della svolta è, dunque, il 1876: alla vecchia “dirigenza agraria” si sostituisce una dirigenza borghese di impronta radical-repubblicana. Il motore di questo cambiamento e dello sviluppo improvviso di Galatina è individuato nella cosiddetta “vignetazione” che avviene per impulso del mercato internazionale. I proprietari locali (“dove la dizione di “proprietario” sta a indicare un’attività e quella di “possidente” una condizione” precisa l’autore citando R. Romanelli a p. 65) abbandonano la produzione cerealicola in favore di una più redditizia produzione vinicola. La vitis vinifera cambia il paesaggio della campagna galatinese, mentre si assiste ad un ammodernamento della tecnologia meccanizzata applicata alla lavorazione dell’uva. Sono anni di grande fervore cittadino, nei quali viene inaugurata la stazione (13 dicembre 1884), è ultimata l’edificazione del nuovo cimitero cittadino (estate 1887) e si portano a termine due strade: la Noha-Collepasso (1884) e la Galatina-Ruffano (1886), che avevano dissanguato per vent’anni le casse del Comune. Il 25 aprile 1880, intanto, era stato approvato un dettagliato “regolamento edilizio”, una vera e propria “pianificazione urbanistica” destinata a dare una struttura organica ben precisa al tracciato viario della città: