L’impossibilità del racconto senza anima del narratore

Allora viene naturale domandarsi se un computer potrà mai riuscire a dare la parola all’inespresso sprofondato nell’inconscio individuale e sociale. Se potrà mai riuscire a dare voce ai fantasmi che si aggirano per le strade, che bussano alle porte delle case per poi scappare via come monelli di paese, che incarnano i tormenti muti delle creature. Ma soprattutto viene da chiedersi se un computer potrà mai avere coscienza della possibilità di fare questo, e se per caso ci si dovesse rispondere di sì, poi sarebbe inevitabile domandarsi chi potrebbe soffiare in una macchina quell’anima, quella coscienza, se non un uomo fatto di carne e di pensiero.

Come esistono cose che gli uomini non possono fare, ne esistono altre  che i computer ancora non possono fare e che forse non potranno fare mai. Una coscienza, un computer non potrà averla mai.

Certo, si può anche  immaginare senza molta difficoltà che un robot si metta a scrivere un romanzo, con un programma, con una serie di strutture che non so dire. Ma probabilmente sarà difficile che possa riuscire a disubbidire a quel programma  per seguire il percorso che un personaggio ad un certo punto chiede, o  impone al suo creatore, violando il suo progetto, la sua intenzione, sovrastando e costringendolo a rinunciare alla sua volontà.

Un robot potrà elaborare un artificio perfetto, ma non scrivere un romanzo vero. Potrà sviluppare una delle tante americanate denominate bestsellers, ma l’ “Orcynus Orca” che ha scritto  Stefano D’Arrigo, un robot  non lo scriverà mai, e nemmeno “La montagna incantata” che ha scritto Thomas Mann, e nemmeno il  “Delitto e castigo” di Dostoevskij.

Non scriverà mai la Commedia, né l’Eneide, né La ballata del vecchio marinaio che scrisse Coleridge.  Un robot non può sapere che ogni letteratura (vera) racconta il tempo di un uomo, o di molti uomini,  che racconta un destino, o  molti destini, e poi non può sapere che cosa sia un destino. Non può sapere cosa sia un esilio, o la felicità, o la disperazione, la nostalgia, l’attesa, un soprassalto nel sonno, il sogno,  l’insonnia, l’esperienza di essere. Non ha infanzia e non ha vecchiaia. Certamente ha potentissima memoria: ma una memoria fredda. Non ha coscienza, un robot. Perché la coscienza è una grazia o una pena che appartiene soltanto agli umani.

Ma la scrittura, la letteratura, l’arte in generale, con la tecnologia si devono confrontare, necessariamente: senza delegare alla tecnologia il compito di dare la parola a quello che nell’inconscio individuale e sociale è rimasto e rimane non detto. Perché la tecnologia questo non può farlo. Non esiste per questo ma per altro.

E’ passato più di mezzo secolo da quando Italo Calvino faceva quelle affermazioni. In questo tempo la tecnologia ha raggiunto livelli che cinquant’anni fa si potevano appena fantasticare. L’evoluzione è rapidissima, inarrestabile. Affascinante.  Considerando questa evoluzione, si è quasi tentati di sospettare che la profezia di Calvino si possa avverare: che i computer possano scrivere i romanzi da soli, che sia possibile finanche in qualche modo inventare il modo per consegnare al computer una coscienza o almeno un qualcosa che possa più o meno richiamarla: un surrogato di coscienza, una sua imitazione. Così potrà succedere che fra cinquant’anni una macchina senza volto e senza sentimento riesca a comporre l’ “Odissea”  che ha (ri) scritto Nikos Kazantzakis.

Si è ad un punto in cui forse diventa necessario fare delle scelte, se non altro di metodo. Forse si è fatto quasi urgente decidere se si intenda continuare ad assumersi la responsabilità di dare voce, attraverso la letteratura,  al non detto dell’inconscio individuale e sociale oppure se rinunciare a questa responsabilità lasciando che sia un computer a simulare quest’impresa che, se realizzata da un uomo, è  straordinariamente rischiosa, straordinariamente affascinante.

[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, Domenica 18 aprile 2021]

Questa voce è stata pubblicata in Letteratura, Prosa e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *