di Pietro Giannini
L’intitolazione della biblioteca di Filologia classica a Carlo Prato è un atto doveroso e opportuno perché riconosce il suo contributo in uno dei due settori che egli ha più tenacemente curato nel corso della sua attività didattica e scientifica: gli studenti ed, appunto, la biblioteca. Egli si rendeva conto che, se voleva dare solide basi alla nascente Università, bisognava curare la formazione degli studenti, che doveva essere ispirata a solide basi filologiche, e la biblioteca, che doveva costituire il fulcro delle ricerche scientifiche da avviare. Egli si dava così una prospettiva di lungo periodo, scommetteva sul fatto che l’Università di Lecce non fosse destinata solo a creare buoni insegnanti (non fosse solo, come si dice oggi, una teach-university), ma potesse intraprendere una seria attività di ricerca (cioè diventare una research-university), almeno in una fase preliminare, che poi doveva essere completata con la visita di biblioteche più attrezzate. Una scommessa che, alla luce dei risultati raggiunti, possiamo dire che è stata vinta grazie al suo impegno nel suo settore specifico (a cui va doverosamente aggiunto l’impegno di altri docenti in settori paralleli). Anche la cura degli studenti ha dato i suoi frutti, se grazie ad essa è stato possibile non soltanto avere una classe docente di ottimo livello nei licei e nelle scuole superiori della Provincia, ma anche una classe di docenti universitari che, credo meritatamente, hanno potuto portare avanti con forze locali (ma non provinciali né localistiche), e con personali attitudini, gli insegnamenti ricevuti nel campo della ricerca.
Di questo sforzo vorrei dare conto qui guardandolo dal mio particolare punto di vista, a partire dal momento in cui sono entrato nell’Università.
Ho iniziato a lavorare presso la cattedra di Letteratura greca il 1° dicembre 1969. Mi ero appena laureato nel mese di novembre e Carlo Prato volle nominarmi Assistente incaricato. L’insegnamento allora era allocato in una piccola stanza sul lato destro del corridoio al primo piano del Palazzo ex-G.I.L. (oggi Codacci-Pisanelli). I libri occupavano due scaffalature alte sino al soffitto, collocate lungo i lati maggiori della stanza. Accanto, in una stanza delle stesse dimensioni, era ospitato l’insegnamento di Letteratura latina; qui, oltre i libri specifici, si trovavano alcune Riviste di filologia classica. Altro materiale bibliografico (in particolare le edizioni Teubner, Les Belles Lettres e Oxford dei classici greci e latini) era nella Biblioteca Interfacoltà al pianterreno dello stesso edificio. Tutta qui la Filologia classica a Lecce. Ma un grande entusiasmo e la sensazione di iniziare una esaltante avventura nello studio degli autori greci e latini.