di Antonio Prete
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La luce che macchia le ombre,
la musica del verde tutt’intorno
al dorso giallo delle crete,
la solitudine dei tralicci nelle radure,
torneranno altre estati,
con i cespugli di morte ginestre,
sulle colline le torri sperdute
nel vapore cilestrino
della pittura antica,
torneranno altre estati,
non avranno la traiettoria esatta
della gazza che vola in cima al leccio,
il profilo preciso di quest’ora meridiana,
nel cuore l’ombra sparente
del sorriso di te che partivi.