di Ferdinando Boero
Oggi, otto marzo, ho preso parte a due audizioni alla Commissione Ambiente del Senato. Nella prima ho indossato il cappello della ricerca, nella seconda quello di vicepresidente dell’ associazione ambientalista Marevivo. Con me tre donne: Rosalba Giugni, presidentessa di Marevivo, e due ricercatrici (Federica Foglini e Simonetta Fraschetti). Abbiamo fatto presente che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) non siano utilizzate le parole chiave delle linee guida che orientano la redazione del Piano (biodiversità ed ecosistemi) e che il mare sia ignorato. Abbiamo mostrato che la comunità scientifica italiana ha realizzato molto nelle scienze marine, nell’ambito di importanti progetti europei.
La Commissione Ambiente, costituita quasi esclusivamente da donne, ha mostrato grande sensibilità ai nostri argomenti, anche con le domande e la discussione che ne è seguita.
Il fatto che questi temi, considerati chiave dalle linee guida, non siano presi in considerazione nella redazione del PNRR evidenzia una profonda carenza di competenze nella compagine degli estensori del piano. Programmare la transizione ecologica senza ecologia ci espone a possibili bocciature da parte della Commissione Europea che, con forza, considera biodiversità ed ecosistemi come trasversali a tutte le iniziative. La salute del mare è una delle Missioni dell’Unione Europea e il PNRR non la considera.