di Ferdinando Boero
Mario Draghi ha enunciato un obiettivo strategico: “Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane”. Queste cose erano assenti nel programma del Conte II, anche se le richieste di cambiamento vengono dai componenti del Conte II. Il Ministero della Transizione Ecologica è responsabile della missione di “proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale”. Per ottenere questo risultato non dovremo tornare nelle caverne: ci siamo ancora! Siamo ancora nell’era della combustione, e dovremmo uscirne. Invece continuiamo a “fare il fuoco” per produrre energia. Bruciamo carbonio, consumiamo ossigeno, e produciamo anidride carbonica. Dobbiamo inventare altre tecnologie. Ma dobbiamo essere cauti: pur con le migliori intenzioni già abbiamo fatto danni allo stato della natura, come insegnano l’uso dell’energia nucleare e della plastica. Un tecnologo alla guida del Ministero della Transizione Ecologica risolve parte del problema. La Transizione Tecnologica è il mezzo per di attuare la Transizione Ecologica, non ne è il fine.