di Antonio Prete
Corpi diafani, leggeri, camminavano su un tappeto bianco ch’era d’aria e di luce, e in mezzo a loro animali d’ogni specie, con passo leggero, antilopi, gazzelle, zebre, cervi, giraffe, bisonti, tigri, bufale, daini, leoni, tutti fuori dal loro ambiente naturale, non c’erano savane né foreste né fiumi intorno, andavano piano verso il confine, dove un sole rosso indugiava su una linea di deserto, poteva essere un pomeriggio d’estate, si sentiva solo il suono dei passi, soffici, lievemente cadenzati, accordati tutti in un solo ritmo, in alto volavano stormi di grandi uccelli bianchi, al centro della folla peregrinante appariva un carro dorato condotto da quattro cavalli che avevano criniere bianche su dorsi brunolucenti, e sul carro, in trionfo, una donna bellissima vestita di verde che rinviava come dei riflessi di luce anch’essa verde, è la luna, mi dicevo nel sogno, è chiaro, è la luna, la portano solennemente verso l’orizzonte, così dicevo, o pensavo, mentre anch’io entravo nella folla di uomini leggeri e di animali che portavano in trionfo la luna, la portavano verso il lontano orizzonte.